Il Tennis Italiano

SALUTE COME IDRATARSI E RICARICARSI D’ESTATE AMBURGO MUSETTI SHOW TEST Wilson Blade 104 Head Extreme Tour 2022 Snauwaert Black Beam 1.25 Padel Head Gravity Motion EURO 6,50 N. 8/9 - AGO/SETT 2022 - MENSILE - ANNO 93 IN ITALIA tennisitaliano.it #ioleggotennisitaliano ISSN 0393-0890 P.I. 10/08/2022 ANTEPRIMA US OPEN E AUTUNNO ITALIANO SPECIALE KYRGIOS IO, GENIO RIBELLE BENOIT PAIRE GAEL MONFILS DARREN CAHILL PERSONAGGI UMAGO FINALMENTE SINNER! Elena Rybakina DA ROMA A WIMBLEDON DIETRO LE QUINTE + LA TECNICA DI EMILIO SANCHEZ + L’INTERVISTA ESCLUSIVA + LE POLEMICHE E IL PERSONAGGIO

IL TENNIS ITALIANO 1 Stefano Semeraro segue professionalmente il tennis dal 1986. Da inizio anni ‘90 si occupa di tennis e sport per La Stampa Il tennis dal vivo un’occasione italiana uesto numero de Il Tennis Italiano arriva in edicola all’inizio dell’estate americana, e vi farà compagnia fino a metà dell’autunno italiano. Sì, perché ormai le stagioni del nostro tennis coprono una buona parte del calendario e fra settembre e novembre gli appuntamenti sono tantissimi. Si parte con il 125 Wta di Bari, per proseguire con il girone di Coppa Davis di Bologna, appena dopo gli Us Open, e con l’ Open 250 Wta di Parma a fine settembre; a ottobre ci aspettano i nuovi appuntamenti Atp di Firenze e Napoli, per poi passare alle Next Finals di Milano, e chiudere alla grande con le Atp Finals di Torino, che quest’anno giungono alla seconda edizione con una offerta rinnovata. Nelle prossime pagine troverete resoconti e personaggi dal Wta di Palermo, oltre che dai Challenger di Milano, Todi, Verona, Trieste - e degli appuntamenti rimasti fuori per questioni di tempo scriveremo sul prossimo numero -, insomma si può dire che tutta l’Italia sia mobilitata. Che da Nord a Sud e da est a ovest per gli appassionati, sia possibile vedere il tennis non solo in tv, attraverso l’offerta a tappeto di SuperTennis, Eurosport, Sky e la Rai, ma anche dal vivo. Una nota personale: mi sono innamorato la prima volta di questo sport da spettatore bambino del torneo Wct di Bologna. Allora le occasioni di vedere il tennis non erano tantissime, e ancora oggi non ho dimenticato l’«imprinting» di quelle serate al Paladozza di Bologna, durante le quali ebbi l’occasione di vedere a pochi metri da me Rod Laver e Arthur Ashe, Adriano Panatta e Bjorn Borg, Charlie Pasarell e Roger Taylor o Ken Rosewall. Ho poi iniziato a seguire il tennis professionalmente quando di tornei Atp in Italia c’era abbondanza, da Saint Vincent a Bari, da Genova a Firenze, a Bologna. Lo sport dal L’EDITORIALE di Stefano Semeraro Q stefano.semeraro@sport-com.it vivo è diverso, un’esperienza coinvolgente, per questo mi permetto di consigliare a chiunque ne abbia la possibilità di approfittare del prossimo autunno caldo - e qui si parla solo di tennis, sia chiaro - per vedere all’opera dal vivo campioni e campioncini, talenti in erba e professionisti affermati. Sperando, me lo auguro sinceramente, che i prezzi non siano troppo alti e non risulti proibitivo, come qualcuno già lamenta, passare una giornata di sport insieme per tutta la famiglia. Oggi poi in casa abbiamo anche una quantità di ottimi giocatori: sarebbe importante averli in campo nei nostri tornei. Se hanno avuto la chance di crescere e di diventare forti è stato per merito di una attività diffusa e continua, dei tanti organizzatori - Fit compresa - di tornei giovanili, Futures, Challenger che con coraggio, anche negli anni della pandemia, hanno trasformato l’Italia nella capitale organizzativa del tennis. Il calendario delle ultime due o tre stagioni è stato rivoluzionato, e ora vanno messi in conto gli abbandoni più o meno forzati dei tornei asiatici e russi. Alcune delle licenze italiane sono annuali, ma se il pubblico risponderà, se i nostri campioni onoreranno gli appuntamenti di casa invogliando così gli sponsor a investire, si chiuderà un circolo virtuoso e potremo sperare che l’Italia si mantenga ‘caput tennis’ anche dopo la fine delle tante e tristi emergenze che stiamo vivendo. Il nostro impegno e la nostra passione è di continuare a raccontarvelo.

26 AGOSTO-SETTEMBRE 2022 Carlo Annovazzi lavora per La Repubblica. Segue il tennis da sempre, per professione e per passione US Open, lo Slam più bello anche senza Nole: vi spiego perché RUBRICHE SPOTLIGHT ANTEPRIMA di Carlo Annovazzi L’immenso catino dell’Arthur Ashe Stadium, ce nelle sessioni notturne si trasforma in una succursale di Broadway. Anche per l’entusiasmo e la passione degli spettatori che non esitano a trasformasi in parte dello spettacolo

IL TENNIS ITALIANO 27 i siamo, finalmente. Corona Park, Billie Jean King center. Il mio amore sconfinato per gli Us Open trova la sua corrispondenza a fine agosto, quando l’infinita distesa di campi azzurro-blu-verdi torna a popolarsi di vita piena dopo un anno di porte chiuse e uno di soli frequentatori americani perché la frontiere erano bloccate per Covid. Ora i cancelli del cielo sono C stagione sempre più intensa – e gli infortuni che sono la conseguenza diretta di tanta attività dovrebbero spingere a una riflessione sulla necessità di un calendario meno affollato ma questo è un altro discorso – e per sopravvivere in tabellone bisogna aver saputo dosare le forze e aver un decisivo passo di ricarica delle energie. L’usura, soprattutto mentale, può compromettere il risultato anche per big assoluti, penso al Djokovic arrivato comunque teso le ultime due volte o alla Serena Williams in tilt con Roberta Vinci, entrambi a perdere non solo la partita ma anche la possibilità, probabilmente irripetibile, di abbinare il proprio nome al Grande Slam. DALLA CANOTTA AL PIUMINO Il secondo motivo che rende gli UsOpen lo slam più duro è il clima. In Australia è caldo ma è sempre caldo, al Roland Garros e Wimbledon ci sono giorni da piumino ma poi raramente si sale con le temperature per ragioni di data il primo e di realtà geografica il secondo. A Flushing Meadows c’è, come da tradizione americana, il mix assoluto. Ovvero, si passa nella stessa giornata da sole e trenta e passa gradi a sessioni dalle cinque del pomeriggio in avanti con le necessità del piumino, leggero, certo, ma sempre stati riaperti, gli aerei che sorvolano l’Atlantico sono tornati pieni, anche fin troppo, e siamo pronti a scommettere che l’impianto riscoprirà il piacere della marea costante e continua di appassionati. Questo è il momento degli ultimi dettagli poi il via, le qualificazioni e poi dal 29 game, set e match per due settimane. A parte Nole Djokovic – non credo che, malgrado appelli illustri, ultimo in ordine di tempo quello deciso di McEnroe, la Usta possa permettersi di invitarlo scavalcando le norme nazionali, stavolta a differenza dei danni causati da Boris Johnson per Wimbledon non si tratta di una decisione ad hoc per il torneo ma di una norma che riguarda chiunque debba entrare negli Usa, è richiesta almeno una vaccinazione e nel paese delle cause collettive una sola eccezione, anche se nobile, porterebbe a tutta una serie di casi da mandare in tilt il sistema – ci saranno tutti i migliori e questo renderà gli Us Open lo Slam più completo dell’anno. Per me, però, lo sono da sempre. Non solo il più completo, ma il più duro. SPRINT DI FINE STAGIONE Il perché si può riassumere in due punti. Il primo è la data. Gli Us Open sono l’ultimo super torneo all’aperto di una

STREGATI DA NICK Il bad boy australiano ha messo la testa a posto. O forse no. Comunque sia, i Championships di quest’anno sono vissuti molto sulle sue imprese, le sue trovate, le sue parole. Che dividono, anche in senso generazionale, il tennis di Stefano Semeraro | foto Ray Giubilo SPECIALE KYRGIOS IL PERSONAGGIO 32 AGOSTO-SETTEMBRE 2022

IL TENNIS ITALIANO 33 «Air» Kyrgios colpisce camminando sull’aria sopra il Centre Court: il repertorio di colpi dell’australiano, comunque la si pensi sul suo carattere, è unico e spettacolare

IL COLPO E L’ANIMA Kyrgios ai raggi x: gesti personali ed efficaci, ma ancora perfezionabili, un fisico da rendere più solido alla distanza. E per quella testa serve un coach… SPECIALE KYRGIOS LA TECNICA di Emilio Sanchez foto Ray Giubilo 40 AGOSTO-SETTEMBRE 2022

IL TENNIS ITALIANO 41 Chi è Nick Kyrgios? Quando si parla di un finalista di Wimbledon, normalmente si parla di un atleta che lavora duro, che fa di tutto per prepararsi nel miglior modo possibile. Nel caso di Nick a Wimbledon abbiamo visto un salto di qualità importante, ma ancora fatichiamo a capire se veramente si è trattato di un miglioramento tecnico, tattico, fisico o mentale. UN TALENTO EVIDENTE A TUTTI Quello che è certo è che il suo è un talento grandissimo, che non può lasciare indifferente nessuno. I giovani lo adorano, i grandi lo ammirano, e i puristi si chiedono come sia possibile giocare così. Proviamo ad analizzare la sua tecnica. È DIFFICILE DA «LEGGERE» Diritto: la preparazione è personale, con la racchetta alta e un «semi-loop» molto rapido che gli consente di avvicinarsi alla palla per poter accelerare più in fretta di altri senza perdere il controllo. Preferibilmente tira incrociato, è buono anche nel lungolinea e ogni tanto si avventura in qualche «inside-out» corto e molto angolato. La chiusura a volte è «alla Nadal», e aprendo lateralmente lo swing perde il controllo. Corre con un buon equilibrio, che mantiene anche quando colpisce con i piedi staccati da terra. Rovescio: è il suo fondamentale più naturale, con una preparazione corta, «punta» bene la palla e utilizza entrambe le braccia per trovare il giusto bilanciamento e la giusta traiettoria (foto accanto al titolo). Lo gioca bene sia lungolinea sia incrociato. Ha uno «swing» cortissimo, che non consente all’avversario di leggere bene il colpo, e anche da questo lato corre molto bene lasciando andare le braccia con grande velocità, quindi l’inerzia che genera è devastante.

44 AGOSTO-SETTEMBRE 2022 L’ERBA DI ELÈNA Conosciamo meglio Elèna Rybakina, russa naturalizzata kazaka, vincitrice a sorpresa del torneo diWimbledon: timida, semplice molto professionale. Il suo successo ha sorpreso molti, e trova le radici anche in un periodo di allenamento in Italia di Alessandro Nizegorodcew | foto di Ray Giubilo IL PERSONAGGIO ELÈNA RYBAKINA «La palla fa un altro rumore, un rumore diverso». È una frase che si sente spesso tra appassionati e addetti ai lavori. Il suono dell’impatto delle corde sulla palla a volte fa capire che ci si trova dinanzi a un giocatore, o a una giocatrice, di straordinarie qualità. La palla di Elèna Rybakina fa un altro rumore, un rumore diverso; e a suon di servizi vincenti e accelerazioni ha vinto Wimbledon. Russa, nata da genitori russi, residente in Russia, ma naturalizzata kazaka, ha trionfato lì dove i russi erano banditi. Ma a lei, tutto ciò, non interessa. O, almeno, così pare. Non lo sapremo mai. Elena (con accento sulla seconda ‘e’) è timida, riservata, di pochissime parole. Nel torneo ha superato Vandeweghe, Andreescu, Zheng, Martic, Tomljanovic e Halep, prima di recuperare un set di svantaggio in finale a Ons Jabeur, numero 2 al mondo. Un successo sorprendente ma, per chi conosce la storia di Rybakina, non del tutto. Sul matchpoint non ha fatto una piega, un pugnetto e un timido sorriso, come avesse vinto il primo turno a Bad Homburg anziché nel tempo del tennis. «Non ho parole per spiegare quanto sia felice in questo momento» – racconterà durante la premiazione. In conferenza stampa si commuove quando parla dei genitori e dei sacrifici che hanno fatto per lei. «Volevate vedere la mia parte emotiva – scherzerà con gli occhi lucidi -, eccola qui!». Rybakina è una persona semplice, nel senso più positivo del termine, seria, professionale e perfezionista. «Sono davvero orgoglioso di Elena – racconta il coach italo-croato Stefano Vukov -. È una ragazza incredibile: ascolta sempre, si affida, non si lamenta mai, ha lavorato al massimo sin da quando abbiamo iniziato la nostra collaborazione”. MALEDETTA ERBA! E pensare che Rybakina, fino a qualche anno fa, odiava giocare su erba. Nel 2017, dopo la vittoria al Bonfiglio e la semifinale al Roland Garros under 18, Elena si ritrova a giocare il primo turno di Wimbledon Junior contro la statunitense Ellie Douglas; arriva a Londra solamente un giorno prima del torneo, dalla Russia, senza mezzo allenamento. Risultato: sconfitta cocente. «Quando ho conosciuto Elena mi ha raccontato questo episodio – spiega Vukov –, dicendomi che odiava l’erba. A mio avviso invece era una superficie su cui poteva raggiungere grandi traguardi. Si è fidata, affidata e ci siamo riusciti gradualmente: semifinale a Elèna durante la finale: puntare su un tennis più aggressivo le ha dato ragione. È la prima kazaka, anche se soprattutto di passaporto, a imporsi nei Championships

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LA SOLUZIONE AL SETTE PER CENTO Il campo «sacro» del tennis è stato costruito un secolo fa. per rendergli omaggio quest’anno sono stati riuniti alcuni dei grandi campioni che ne hanno costruito la leggenda. A partire da Novak Djokovic, il nuovo custode del Tempio di Stefano Semeraro | foto Ray Giubilo WIMBLEDON I 100 ANNI DEL CENTRE COURT 48 AGOSTO-SETTEMBRE 2022

Djokovic bacia per la quarta volta consecutiva e per la settima in totale il Gentlemen’s Singles Trophy. Accanto al titolo: il campione serbo durante la cerimonia per i 100 anni del Centre Court mentre sussurra all’orecchio di Federer, otto volte campione, applaudito da McEnroe: parole di sfida? IL TENNIS ITALIANO 49

54 AGOSTO-SETTEMBRE 2022 WIMBLEDON LE PAGELLE

IL TENNIS ITALIANO 55 PROVACI ANCORA JANNIK Promossi, bocciati e rimandati sull’erba. La favola di Tatiana, la «stecca» di Fritz, le mattane di Bublik e poi Sinner, l’unico che ha preso a pallate Djokovic. Almeno per un po’ di Massimo Grilli | foto Ray Giubilo MASCHILE Quarti DJOKOVIC 5 2 6 6 6 SINNER 7 6 3 2 2 NORRIE 3 7 2 6 7 GOFFIN 6 5 6 3 5 KYRGIOS 6 6 7 GARIN 4 3 6 NADAL 3 7 3 7 7 FRITZ 6 5 6 5 6 Semifinali DJOKOVIC 2 6 6 6 NORRIE 6 3 2 4 KYRGIOS NADAL W.O. Finale DJOKOVIC 4 6 6 7 KYRGIOS 6 3 4 6 Finale doppio EBDEN PURCELL 7 6 4 6 7 METKIC 6 7 6 4 6 PAVIC I RISULTATI WIMBLEDON FEMMINILE Quarti RYBAKINA 4 6 6 TOMLJANOVIC 6 2 3 HALEP 6 6 ANISIMOVA 2 4 JABEUR 3 6 6 BOUZKOVA 6 1 1 MARIA 4 6 7 NIEMEIER 6 2 5 Semifinali RYBAKINA 6 6 HALEP 3 3 JABEUR 6 3 6 MARIA 3 6 1 Finale RYBAKINA 3 6 6 JABEUR 6 2 2 Finale doppio KREJCIKOVA SINIAKOVA 6 6 MERTENS 2 4 ZHANG

PERSONAGGIO BENOIT PAIRE 64 AGOSTO-SETTEMBRE 2022 Foto: Felice Calabrò

PAIRE CONTRO PAIRE Dietro le buffonate, gli sfoghi e le provocazioni, il «Kyrgios francese» è un uomo sensibile che lotta per controllare le proprie emozioni. E che non sopporta gli sguardi degli altri quando fallisce di Quentin Moynet (inviato de L’Equipe) IL TENNIS ITALIANO 65 Moccioso maleducato o enorme talento incompreso, Benoît Paire ha sfiorato a lungo entrambe le etichette con abilità, passando da una frenesia all’altra, da una volée smorzata vecchio stile a un rovescio deliziosamente naturale. Non è un caso che la carriera di questo ragazzo dotato ma incontrollabile avrebbe potuto finire prestissimo: a 19 anni, il fan di Marat Safin e delle «Safinettes» è stato cacciato dal Centro Nazionale di Formazione (CNE) di Parigi a causa dei suoi risultati mediocri e, soprattutto, del suo comportamento, considerato problematico in particolare dal nuovo Direttore Tecnico Nazionale dell’epoca, Patrice Hagelauer. «Quando ero giovane, ho fatto molte più cose stupide, ero ancora più stupido di adesso», ha scritto nella prefazione del suo libro «Out» (Hugo Sport) nel 2020. Un giorno, a Grasse, semplicemente perché non aveva voglia di giocare nonostante gli avvertimenti del suo allenatore di allora, Laurent Raymond, l’uomo la cui colazione consisteva nello scolarsi lattine di Coca-Cola, ruppe intenzionalmente tutte le sue racchette. CAPRICCI INCONTROLLABILI «A volte i miei genitori dovevano portarmi fuori dal campo nel bel mezzo di una partita a causa del mio comportamento», ha raccontato. «Una volta ho rotto tutte le mie racchette e il mio avversario me ne ha prestata una. Ero all’estremo. Facevo capricci incontrollabili per qualsiasi cosa». Eppure, sei anni dopo, ha raggiunto il miglior ranking della sua carriera: 18° posto al mondo. Questo è il paradosso di Benoît Paire,

L’ABCDELLA RACCHETTA Una guida chiara e sintetica in due puntate alle componenti di un telaio, dagli aspetti costruttivi a quelli legati alla performance. Per conoscere più da vicino la nostra fedele compagna di gioco di Gabriele Medri ATTREZZATURA DIZIONARIO TECNICO/1A PUNTATA A-O 78 AGOSTO-SETTEMBRE 2022

Vi sarà capitato qualche volta di andare dal dottore e, dopo una prima anamnesi ed una visita approfondita, ascoltare la diagnosi dei propri acciacchi non capendoci assolutamente nulla. Allo stesso modo, nei ritagli del lavoro, nottetempo o nel fine settimana, vi sarà capitato di entrare in uno dei numerosi forum, in una «area tecnica» e chiedervi se foste finiti nella sezione estera dello stesso sito o si parlasse in codice utilizzando una antica lingua estinta. Per ovviare a questi inconvenienti di percorso, ci facciamo un bel ripasso dei termini tecnici e dei vocaboli che contraddistinguono i componenti delle nostre amate racchette, quasi tutti di derivazione anglosassone. ANTIVIBRAZIONE (dumper) antivibrazione in materiale gommoso-siliconico, di varia foggia, colore e tipologia da porre sotto l’ultima corda orizzontale della racchetta con funzione di smorzamento delle onde prodotte dalla vibrazione delle corde, generalmente comprese fra i 700-800Hz. BILANCIAMENTO (balance) bilanciamento statico della racchetta valutato dal fondo del telaio; punto nel quale la racchetta rimane in sospensione quando posta in equilibrio su di un asse che funge da fulcro. Dal bilanciamento dipendono le caratteristiche di maneggevolezza e la sensazione di pesantezza della racchetta in condizioni statiche. BILANCIAMENTO AL MANICO (headlight balance HL) tecnicamente il bilanciamento del telaio spostato verso il manico della racchetta. Nella misura anglosassone tutto quello che è sotto la metà del telaio (34,3 cm) è «head-light». BILANCIAMENTO IN TESTA (headheavy balance HH) tecnicamente il bilanciamento del telaio spostato verso la testa della racchetta. Nella misura anglosassone tutto quello che è sopra la metà del telaio (34,3 cm) è «head-heavy». BUDELLO (natural gut) corda realizzata utilizzando fibre di budello bovino naturale mediante una serie di processi di lavaggio, raffinazione, avvolgimento, essiccazione e finitura finale. È la corda più antica utilizzata nel mondo del tennis (dopo la seta naturale) e possiede caratteristiche di potenza, durata dinamica ed assorbimento delle vibrazioni ancora oggi inarrivabili per le corde di ogni altra tipologia. CALFSKIN è il grip in cuoio. Generalmente montato da giocatori agonisti che amano sentire gli spigoli e avere un feeling più diretto a contatto con la presa. COPRITESTA (bumperguard) sostituibile in caso di danneggiamento per la maggior parte delle racchette IL TENNIS ITALIANO 79

SALUTE COME IDRATARSI E RICARICARSI D’ESTATE AMBURGO MUSETTI SHOW TEST Wilson Blade 104 Head Extreme Tour 2022 Snauwaert Black Beam 1.25 Padel Head Gravity Motion EURO 6,50 N. 8/9 - AGO/SETT 2022 - MENSILE - ANNO 93 IN ITALIA tennisitaliano.it #ioleggotennisitaliano ISSN 0393-0890 P.I. 10/08/2022 ANTEPRIMA US OPEN E AUTUNNO ITALIANO SPECIALE KYRGIOS IO, GENIO RIBELLE BENOIT PAIRE GAEL MONFILS DARREN CAHILL PERSONAGGI UMAGO FINALMENTE SINNER! Elena Rybakina DA ROMA A WIMBLEDON DIETRO LE QUINTE + LA TECNICA DI EMILIO SANCHEZ + L’INTERVISTA ESCLUSIVA + LE POLEMICHE E IL PERSONAGGIO

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