Il Tennis Italiano

IL TENNIS ITALIANO 1 T anti auguri, caro Roger. L’8 agosto, mentre Il Tennis Italiano arriva- va in edicola, hai compiuto i tuoi primi 40 anni, e sicuramente le candeline le avrai spente con attorno gli amici più cari, i genitori, Mirka e i quattro gemellini. Volevamo farti anche noi un piccolo re- galo, una copertina - magari dorata, un po’ kitsch - e tante pagine all’interno per celebrare la tua carriera e ringra- ziarti dei mille straordinari momenti che ci hai fatto vivere. Poi, ci perdone- rai, ci abbiamo ripensato. Un po’ perché di traverso si è messo il ragazzo che due anni fa avevi benevolmente congeda- to in tre set sul Centre Court - Matteo Berrettini, ti ricordi? - che è arrivato a un passo dal prendersi le chiavi del tuo ex Giardino. È cresciuto, Matteo, te ne sarai accorto, adesso è un tipo da Slam. Ha imparato la lezione. Ma soprattutto abbiamo rinunciato a celebrarti perché ci sembrava un po’ malinconico, non adeguato, farlo pro- prio dopo una sconfitta bruciante, per giunta a Wimbledon. Meglio sopras- sedere, e riservare i festeggiamenti, l’a- marcord, le lacrimucce per quando de- ciderai di ritirarti e i tuoi oltre vent’anni di tornei avranno il riflesso delle opere d’arte compiute. Adesso sei ancora un giocatore, non meriti cerimonie fret- tolose ma l’attenzione che si riserva ai grandi atleti. Rinunciando all’Olim- piade ti sei rassegnato a fare a meno di uno dei pochi gioielli che ti mancano; a Flushing cercherai - credo - non tan- to un riscatto, di cui non hai bisogno dopo tutto quello che hai vinto, ma una soddisfazione personale. La sensazione di essere ancora competitivo, un’altra botta di adrenalina. Quella che, secon- do il tuo ex capitano di Coppa Davis Claudio Mezzadri, ti mancherà quando deciderai di dire basta, di abbandonare la routine dei tornei e le cascate di ap- plausi che ti accolgono ad ogni entrata in campo. Hai confessato che non sai se l’anno prossimo ti rivedremo a Wimbledon. Dopo i quarant’anni, hai detto, non c’è nulla di garantito. Gonzalez e Rosewall furono capaci di grandi lampi anche dopo gli ‘anta’, ma era un tennis diverso, meno usurante, se non altro dal punto di vista mediatico. Per i campioni di oggi e di domani la pressione sembra diventata tossica, mentre tu, Rafa, No- vak ed Andy l’avete sempre metaboliz- zata con classe, anche quando rischiava di soffocarvi. Certo, l’ultima decisione da prendere, quella sulla data e il luo- go dell’addio non è mai facile. Sono convinto che sia una questione stretta- mente personale. Non c’entrano l’età, i traguardi, le opinioni degli altri. C’entra solo come uno si sente con se stesso, e in campo. Quindi prenditi il tuo tem- po, caro Roger: sono sicuro che saprai scegliere il momento migliore. Per le la- crimucce, e per quella copertina dorata, un po’ pacchiana, possiamo aspettare. Noi non abbiamo fretta. L’EDITORIALE di STEFANO SEMERARO BUON COMPLEANNO, GENIO Non meriti cerimonie frettolose ma l’attenzione che si riserva ai grandi atleti Foto: Ray Giubilo

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