Il Tennis Italiano

74 AGOSTO - SETTEMBRE 2021 SFORZO COMUNE Il mondo degli ibridi è vasto e complesso, e solo un tecnico esperto è in grado di consigliarci correttamente. Scopriamo l’importanza di tipologie, sezioni e diametri per far lavorare al meglio, e soprattutto insieme, le nostre corde di Gabriele Medri L’INCORDATURA IBRIDA - SECONDA PARTE ATTREZZATURA Q uando si parla di incordature ibri- de si parla generalmente di set-up realizzati utilizzando una corda monofilamento e una corda mul- tifilamento o, per i più raffinati ed esi- genti, un filamento in budello naturale. In realtà il concetto di incordatura ibri- da, nata a cavallo fra gli anni ‘80 e ‘90 del secolo scorso con i primi mix ke- vlar-syntgut, presuppone, nella sua più ampia concezione, la possibilità di cre- are settaggi composti partendo da due corde differenti per materiale, tipologia, forma ma anche semplicemente per ca- libro. Nella composizione di un set-up ibrido quello che conta è sicuramente il risulta- to, ma è dalla approfondita conoscenza degli elementi di base e dalla padro- nanza di come combinarli che deriva la possibilità di ottenere un buon risultato, allo stesso modo in cui in cucina serve conoscere e combinare gli ingredienti di base. È LA COPPIA CHE VINCE Per meglio comprendere il compor- tamento dinamico di una incordatura ibrida sul piatto corde della racchetta è necessario comprendere che quello che conta di più è come le «lavorano» reci- procamente in termini di deflessione e scostamento laterale sul piatto corde della racchetta e dunque, in funzione alla rigidezza statica e dinamica ed all’at- trito superficiale, come le corde si allar- gano all’impatto con la palla. In latre parole, come la «abbracciano» fra le ma- glie per poi respingerla con una risposta dinamica che fa la differenza fra la scelta un ibrido «buono» ed uno «cattivo». Proviamo ad immaginare un azione di ralenty con la palla che si avvicina al piatto corde; poi il momento del contat- to, nel quale la forza trasmessa determi- na un affondamento ma allo stesso tem- po una deflessione laterale del filamento. Questo è l’attimo di massimo carica- mento in termini di energia resiliente, che potrebbe essere paragonato al ca- ricamento di un arco durante la fase di puntamento. Al rilascio, ovvero con il ritorno delle corde in posizione, queste si accorciano e tornano nella posizione originale. Interessante notare che la fase di deflessione e rilascio è quantificabi- le in circa 4-5 millisecondi (1/250 sec) e che in questo attimo, più breve di un battito di ciglia, si determinano velocità, traiettoria, spin e precisione del colpo ma anche vibrazioni e feeling generale. L’importanza dello snap-back Questo allontanamento laterale e ritor- no in posizione, che viene tecnicamente detto «snap-back», consente al giocatore di avere un aiuto in termini di genera- zione di rotazione quantificabile in circa un 10 per cento superiore a quello che potremmo ottenere a parità di gesto, tecnica e velocità di esecuzione, con una corda di tipo multifilamento di alta gamma, con rivestimento poliuretanico ad elevato attrito superficiale. È necessario però che la corda vertica- le, all’impatto con la palla, in funzione alla propria velocità di braccio e della potenza generata, venga deformata per poter godere di questo «bonus» offerto dalle corde a basso coefficiente di attrito. Altrimenti potremmo giocare con qual- siasi corda senza poterne apprezzare le differenze. DOMINA IL POLIESTERE Il mondo delle corde, da 10-15 anni a questa parte, è dominato in modo mas- siccio dai filamenti in poliestere, che consentono una maggiore presa delle rotazioni e dunque in maniera indiret- ta, maggiore controllo e che sfruttano Lorenzo Musetti: utilizza una incordatura ibrida mono-mono che abbiamo testato in questo numero nella sezione dedicata alle prove tecniche

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