Il Tennis Italiano

ATTREZZATURA UNA GIORNATA DA INCORDATORE ROLAND GARROS RAFA NADAL NEL MITO TEST Wilson Clash Pro v 2.0 Dunlop CX 400 Pro Kennex IQ Cyclone Artengo TS 960 Padel Head Gravity Pro EURO 6,50 N. 7 - LUGLIO 2022 - MENSILE - ANNO 93 IN ITALIA tennisitaliano.it #ioleggotennisitaliano ISSN 0393-0890 P.I. 05/07/2022 ESCLUSIVE Martina Trevisan Mats Wilander MATTEO BERRETTINI GREEN ECONOMY CIAO, GIANNI JO-WILFRIED TSONGA MATTEO CATARSI MATTEO ARNALDI PERSONAGGI

#DominateYourShot DOMINATE YOUR SHOT THE AL L NEW G R A V I T Y .COM/PADEL

IL TENNIS ITALIANO 1 Stefano Semeraro segue professionalmente il tennis dal 1986. Da inizio anni ‘90 si occupa di tennis e sport per La Stampa Grazie comunque, Matteo ravamo arrivati a Wimbledon pieni di ottimismo, convinti che dopo la due grandi settimane di Matteo Berrettini a Stoccarda e al Queen’s quest’anno l’impresa a Wimbledon sarebbe stata possibile. Lo dicevano tutti, appassionati, tecnici e persino bookmaker, che lo avevano piazzato al secondo posto fra i favoriti dopo Djokovic e prima di Nadal. A spegnere il sogno non è stato però un avversario reale (e leale), ma il subdolo virus del Covid, prima che Matteo potesse anche solo mettere i piedi in campo. Un ritiro amaro, una ingiustizia totale, considerato che Berrettini in questi anno ha subìto una serie impressionante di infortuni, l’ultimo quello alla mano che lo ha tenuto per tre mesi fuori dalle gare. Ed è amaro anche constatare, mentre scrivo queste righe che vanno in tipografia quando Champions si stanno appena avviando, ma che voi leggerete a giochi quasi fatti, come questa edizione del più importante fra gli avvenimenti tennistici sia stata malamente decimata sia dalla politica sia dalla natura: i campioni russi, compreso il numero 1 del mondo Medvedev, esclusi, con decisione perme totalmente errata, per la situazione in Ucraina; Zverev fuori per il terribile infortunio di Parigi; due finalisti come Berrettini e Cilic costretti a dare forfait per il virus. Wimbledon è sempre Wimbledon, ma questa la ricorderemo come una edizione molto particolare. Ho scritto«costretti», ma in realtà Matteo ha deciso di sua volontà di sottoporsi ad un tampone: il torneo e il governo non lo richiedevano. Lo ha fatto per tutelare se stesso e gli altri, e questo gli fa molto onore. Anche per questo abbiamo deciso di non cambiare la copertina: I successi di Matteo sull’erba non glieli può togliere nessuno, ed è giusto celebrarli. Anche se con molta malinconia nel cuore. L’EDITORIALE di Stefano Semeraro E stefano.semeraro@sport-com.it IL COMUNICATO DI MATTEO «Ho il cuore spezzato nell’annunciare che devo ritirarmi da Wimbledon a causa di un risultato positivo al test COVID-19. Ho avuto sintomi influenzali e mi sono isolato negli ultimi giorni. Nonostante i sintomi non fossero gravi, ho deciso che era importante fare un altro test questa mattina per proteggere la salute e la sicurezza dei miei compagni di gara e di tutti gli altri partecipanti al torneo. Non ho parole per descrivere l’estrema delusione che provo. Il sogno è finito per quest’anno, ma tornerò più forte. Grazie per il sostegno»

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IL TENNIS ITALIANO 3 Ray Giubilo, da oltre trent’anni, è uno dei più conosciuti e apprezzati fotografi di tennis del mondo. RUBRICHE LO SCATTO di Ray Giubilo IL BUIO ATTORNO Il Centre Court assediato dalle ombre: quelle della guerra, che hanno portato all’esclusione dei tennisti russi e bielorussi, quelle della pandemia, che ha costretto Matteo Berrettini a ritirarsi prima ancora di scendere in campo. Lo sport non è impermeabile a ciò che avviene nel mondo, anzi, spesso ne è lo specchio. Auguriamoci che la luce, verde come la speranza, che promana giusto da 100 anni dal luogo più sacro del tennis, ci aiuti a scorgere un futuro meno drammatico

COVER STORY BERRETTINI RE DELL’ERBA 20 LUGLIO 2022

L’ERBA I successi consecutivi a Stoccarda e al Queen’s, dopo quasi tre mesi di stop per l’intervento alla mano, hanno confermato le grandi doti da erbivoro di Matteo, che sul verde ha numeri da record di Marco Caldara IL TENNIS ITALIANO 21 E’ stato proprio il caso, al Queen’s, di stappare una bottiglia di Champagne: Matteo, qui festeggiato dal suo team, ha mostrato un tennis erbivoro con le bollicine, e d’annata

NADAL L’ULTIMA SFIDA Ormai Rafa guarda Djokovic e Federer dall’alto dei suoi ventidue Slam e dei suoi quattordici Roland Garros, ma non molla, non si arrende neppure agli infortuni. Perché ha ancora una missione da compiere di Stefano Semeraro | foto Ray Giubilo ROLAND GARROS L’IMPRESA 30 LUGLIO 2022

Rafa implacabile anche a rete: la sua attitudine sempre più offensiva è una delle chiavi che gli consente di restare al vertice nonostante l’età IL TENNIS ITALIANO 31

STATISTICHE TUTTI I NUMERI DI NADAL 38 LUGLIO 2022

IL SALTO DI RAFA Sulla terra, ma non solo, i record del campione spagnolo sono impressionanti. Sta scavando un solco anche rispetto ai grandissimi del passato. E non è ancora finita… di Luca Marianantoni | foto Ray Giubilo IL TENNIS ITALIANO 39

ESCLUSIVA MARTINA TREVISAN 46 LUGLIO 2022

LA RAGAZZA CHE SORRIDE AL TENNIS È stata una delle protagoniste del torneo, a due anni dal suo primo «quarto» parigino ha conquistato tutti con la sua grinta e la sua allegria. Una serenità raggiunta, come ci racconta, attraversando momenti non facili di Stefano Semeraro | foto Ray Giubilo IL TENNIS ITALIANO 47 Un colpo, un sorriso: è la caratteristica di Martina Trevisan che ha conquistato tutti, compreso il grande Mats Wilander

60 LUGLIO 2022 IL NOSTRO AMICO Il francese più vincente - Noah a parte - dell’era Open, a Parigi ha salutato il tennis e i tanti ammiratori raccolti in una carriera lunga e piena di soddisfazioni. Nella quale i trofei vinti non sono la cosa più importante di Marco Caldara – foto Ray Giubilo PERSONAGGIO JO-WILFRIED TSONGA Quando a Parigi l’hanno avvicinato per informarlo dell’intenzione di organizzare una cerimonia per il suo addio al tennis giocato, Jo-Wilfried Tsonga ha declinato senza pensarci un secondo. Non che non gli facesse piacere, ma non voleva cedere all’idea che quello contro Casper Ruud al primo turno sarebbe stato sul serio l’ultimo match della sua carriera. Sperava di rivivere per l’ultima volta un Roland Garros da protagonista, come fra 2013 e 2015 quando si regalò due semifinali, ma in realtà sapeva benissimo che la data di scadenza della sua carriera era già superata. Così, consigliato da chi gli vuole bene (e sono tanti, nel tennis come nella vita di tutti i giorni), ha accolto la proposta e ha «firmato» per un addio strappalacrime, all’altezza della seconda carriera più vincente di un francese nell’Era Open, con 18 titoli Atp (fra i quali due Masters 1000), una Coppa Davis, un best ranking al numero 5 del mondo e tanto tanto altro. SALUTATO DAI GRANDI Meglio di lui solo Yannick Noah, l’unico che il pubblico d’oltralpe ha amato più del 37enne di Le Mans, figlio di papà Didier, congolese emigrato in Francia negli Anni ’70, e di mamma Evelyne. Due che hanno sempre tenuto un profilo basso, facendosi vedere il meno possibile anche quando il loro secondogenito era uno dei pochissimi – insieme ai soli Juan Martin Del Potro e Stan Wawrinka – a dare l’impressione di poter battere i Fab Four anche nei tornei del Grande Slam. Ma per la sua ultima apparizione, sul nuovo Philippe Chatrier che si è riempito non appena la gente si è resa conto che la partita c’era anche nel punteggio, erano presenti entrambi, emozionati come o più di lui, con la moglie Noura e i suoi due bimbi, Shugar e Leelow. Insieme alla famiglia, a rendere omaggio all’addio

IL TENNIS ITALIANO 61 JO Tsonga con il suo classico gesto di vittoria e nel tondo il giorno dell’addio con la fronte rossa dopo l’inchino sul centrale

64 LUGLIO 2022 L’AMICO GENIALE Tennista, giornalista, storico del tennis, appassionato d’arte, romanziere, curioso del mondo e dell’umanità, divulgatore raffinato. Gianni Clerici, che ci ha lasciato il giorno dopo la fine del Roland Garros è stato un maestro per tanti. E anche qualcosa di più di Stefano Semeraro IL RICORDO GIANNI CLERICI

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LA SFIDA DEGLI INCORDATORI Entriamo nel quartier generale di un racquet technician in trasferta e assaporiamo con lui una giornata nella sala incordatura di un torneo Challenger. Ecco il racconto e le considerazioni di uno dei migliori professionisti dello Stivale di Gabriele Medri ATTREZZATURA I SEGRETI DEL MESTIERE Come i veri appassionati sanno bene, i Challenger, i Futures e gli Itf, sono tornei nei quali è possibile vivere e respirare tennis da vicino, venendo a contatto con giocatori, coach, genitori e preparatori che spesso si affacceranno nei palcoscenici maggiori nel giro di poco tempo o con vere e proprie star del tennis che veleggiano in posizioni di classifica più basse rispetto a quelle di un recente glorioso passato. La rete dei tornei Challenger e tornei «minori» in Italia è molto fitta e questi appuntamenti si susseguono con una certa continuità durante tutto il corso dell’anno sul nostro territorio; ma pochi conoscono la macchina organizzativa e gli sforzi necessari per metter in piedi un evento di questo livello. Vivere i tornei da incordatore dà la possibilità di assaporare dal vivo la vita del torneo, in maniera dura molto impegnativa ed estremamente stressante dal punto di vista fisico. UNA MARATONA DI COSTANZA E PRECISIONE L’ incordatore da Challenger inizia il proprio lavoro con i primi giorni di qualifiche, accompagnando i giocatori dai primi allenamenti sino agli ultimi minuti della finale. Il lavoro inizia operativamente alle 7,30-8,00 della mattina per concludersi, spesso senza pause o pause pranzo, verso la mezzanotte, ma anche oltre. Si tratta di una vera e propria maratona, nella quale, come possono testimoniare i numerosi professionisti che vi lavorano, contano non tanto la velocità nell’eseguire l’incordatura di una racchetta, quanto la costanza e la precisione. Per incordare una racchetta servono mediamente tempi compresi fra i 16 e i 20 minuti a seconda della complessità della racchetta e della tipologia di corde da installare. Ovviamente una incordatura in budello naturale necessita di tempi superiori a causa della maggiore cura necessaria per la sua installazione. In generale, il tempo è una variabile da porre come prioritaria ma in maniera secondaria rispetto alla qualità del lavoro. A poco serve incordare in 12 minuti se poi si corre il rischio di «bruciare» le corde o realizzare un lavoro eseguito in modo non ottimale, ma anche in virtù del fatto che arrivare a 30, 35 telai in una giornata può essere una sfida alla propria integrità fisica e alla salute delle proprie mani. Un elemento fondamentale richiesto dai giocatori è la costanza di tensione ottenuta; ovvero nel caso si incordino più telai, il dato di rigidezza complessiva del piatto corde, misurabile in termini di rigidezza dinamica Dt o in frequenza di vibrazione Chr-Dt, deve essere il medesimo o con scarti minimi. In questi termini la macchina incor78 LUGLIO 2022

IL TENNIS ITALIANO 79 Foto Paul Zimmer

108 LUGLIO 2022 ROMA CAPUT MUNDI Galan-Lebron rimontando in finale Navarro-Di Nenno conquistano l’Italy Major Premier Padel, in un Foro Italico sold out e in un clima di festa: «Un evento speciale, con emozioni uniche» di Gianluca Strocchi – Foto Giorgio Maiozzi PADEL LA PRIMA VOLTA DELL’ITALY MAJOR

IL TENNIS ITALIANO 109 Una settimana di grande padel, conclusa davvero nel migliore dei modi, con due giornate che gli appassionati non dimenticheranno, specie quelli presenti al Foro Italico. Ebbene sì, è stato un autentico successo – ben oltre le aspettative di tutti gli attori coinvolti – la prima edizione dell’Italy Major Premier Padel, seconda tappa del circuito d’elite organizzato dalla Federazione Internazionale insieme alla Professionale Padel Association e al Qatar Sport Investments. Roma incorona Juan Lebron e Alejandro Galan, che sono riusciti a prendersi quella rivincita fortemente inseguita dopo lo stop in finale a Doha nel primo storico appuntamento Premier Padel. BINAGHI E CARRARO: «A ROMA IL PIÙ BEL TORNEO DEL MONDO» Roma era innamorata già da tempo del padel, con una diffusione notevole di campi e praticanti. Però un conto è giocare, un altro è vedere i professionisti: quanto potevano attirare le stelle della pala era la domanda, con non poche incognite sulla riuscita dell’evento realizzato in un solo mese. La risposta è arrivata dai numeri, più eloquenti di qualsiasi considerazione: attirano parecchio, come delle star planetarie di qualsiasi altra disciplina. «Siamo piacevolmente sorpresi dal risultato della prima edizione dell’ItalyMajor Premier Padel – ha ammesso il presidente della Fit, Angelo Binaghi, tracciando in conferenza stampa il bilancio della manifestazione – Con una prevendita di soli venti giorni siamo andati oltre le nostre aspettative. Chiudiamo con oltre 22.500 spettatori paganti e con il tutto esaurito per la giornata di domenica, quella della finale. Un successo che ci porterà a riflettere fin da subito, con Sport e Salute, sul fatto di continuare a stare sulla Grand Stand Arena o utilizzare il campo centrale per la prossima edizione. Abbiamo avuto un incasso complessivo di oltre 700 mila euro, quando a budget avevamo messo la metà. Pensavamo che il padel potesse essere un grande fenomeno sociale come è oggi in Italia, un fenomeno di diffusione della pratica di base che cresce esponenzialmente, ma sbagliavamo perché abbiamo visto che ha anche un ottimo livello di spettacolarità. Lo abbiamo visto nell’entusiasmo del pubblico. Lo vediamo anche alla fine delle partite, perché questi campioni del padel sono già dei personaggi». Un evento che rimarrà ben impresso in coloro che sono arrivati da ogni parte d’Italia, e non solo. «Il pubblico del padel è diverso da quello del tennis, quindi bisogna pensare a una diversa politica dei servizi e dei prezzi. Ma il padel è anche una disciplina più duttile, con i campi che sono facili da allestire. Quindi potremo sfruttare in futuro questo luogo meraviglioso del Foro Italico, ma potremmo anche portare un campo da padel dentro alle più belle piazze d’Italia. Di certo siamo più pronti ora, sulla parte organizzativa, di quanto eravamo all’inizio di questo boom del padel in Italia». Entusiasta anche il presidente della Federazione Internazionale Padel, Luigi Carraro. «Quando abbiamo iniziato l’esperienza dell’Italy Major Premier Padel ho detto che stava cominciando il torneo di padel più importante d’Europa, mentre ora possiamo dire di aver vissuto il più bel torneo di padel mai svolto al mondo – afferma senza trattenere la propria soddisfazione - Tutti i giocatori sono rimasti straordinariamente impressionati, non li avevo mai visti così felici. Accontentare gli atleti non è mai facile, c’è sempre qualche dettaglio organizzativo che non li soddisfa. In questo caso, invece, tutti ci hanno ringraziato per il sogno che gli abbiamo fatto vivere. Ricordo bene la domenica della finale degli Internazionali BNL d’Italia di tennis: subito dopo il match, tutti si sono messi a lavorare per cambiare volto all’impianto in soli cinque giorni, e per creare questa meraviglia che abbiamo avuto la possibilità di vivere insieme». Carraro guarda anche avanti: «L’Italy Major ha dato il via alla fase due del nostro sport, e questo per noi è uno stimolo per fare ancora meglio. Il nostro è il circuito del mondo del padel: della Fip, dell’associazione dei giocatori e di Qatar Sports Investments. Il nostro è un circuito che non ha padroni: essendo della FIP è anche di tutte le federazioni nazionali che la compongono, così come dei tesserati di ognuna. È il circuito della comunità mondiale del padel, e durerà per sempre. Oltre ai numeri importanti in termini di affluenza e incassi, questo torneo è stato trasmesso da 167 televisioni nel mondo. La risposta è proprio qui: dopo questo evento credo che la nostra ammissione ai Giochi Olimpici sia ancora più vicina». LA SEMIFINALE «CORRIDA» Non è stata comunque una passeggiata di salute quella dei numeri uno della classifica mondiale, messi alle corde in particolare in semifinale e finale. I due campioni spagnoli hanno dovuto far ricorso al terzo set (6-4 3-6 6-3 il punteggio) nella serata di sabato per avere ragione del duo ispanico-argentino formato da Arturo Coello e Fernando Belasteguin (davvero il «Federer del padel»: il più amato dal pubblico, riconosciuto come la vera icona di questo sport, per i tanti anni passati in vetta), n.5 del seeding. Un match dai toni di corrida, che nel momento più caldo ha vissuto anche un episodio particolare. Insultato da un tifoso maleducato, infatti, Lebron è andato dall’arbitro e senza mezzi termini ha fatto capire che avrebbe dovuto scegliere: fuori lo spettatore o fuori lui. Gli addetti

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