Il Tennis Italiano

LA SFIDA DEGLI INCORDATORI Entriamo nel quartier generale di un racquet technician in trasferta e assaporiamo con lui una giornata nella sala incordatura di un torneo Challenger. Ecco il racconto e le considerazioni di uno dei migliori professionisti dello Stivale di Gabriele Medri ATTREZZATURA I SEGRETI DEL MESTIERE Come i veri appassionati sanno bene, i Challenger, i Futures e gli Itf, sono tornei nei quali è possibile vivere e respirare tennis da vicino, venendo a contatto con giocatori, coach, genitori e preparatori che spesso si affacceranno nei palcoscenici maggiori nel giro di poco tempo o con vere e proprie star del tennis che veleggiano in posizioni di classifica più basse rispetto a quelle di un recente glorioso passato. La rete dei tornei Challenger e tornei «minori» in Italia è molto fitta e questi appuntamenti si susseguono con una certa continuità durante tutto il corso dell’anno sul nostro territorio; ma pochi conoscono la macchina organizzativa e gli sforzi necessari per metter in piedi un evento di questo livello. Vivere i tornei da incordatore dà la possibilità di assaporare dal vivo la vita del torneo, in maniera dura molto impegnativa ed estremamente stressante dal punto di vista fisico. UNA MARATONA DI COSTANZA E PRECISIONE L’ incordatore da Challenger inizia il proprio lavoro con i primi giorni di qualifiche, accompagnando i giocatori dai primi allenamenti sino agli ultimi minuti della finale. Il lavoro inizia operativamente alle 7,30-8,00 della mattina per concludersi, spesso senza pause o pause pranzo, verso la mezzanotte, ma anche oltre. Si tratta di una vera e propria maratona, nella quale, come possono testimoniare i numerosi professionisti che vi lavorano, contano non tanto la velocità nell’eseguire l’incordatura di una racchetta, quanto la costanza e la precisione. Per incordare una racchetta servono mediamente tempi compresi fra i 16 e i 20 minuti a seconda della complessità della racchetta e della tipologia di corde da installare. Ovviamente una incordatura in budello naturale necessita di tempi superiori a causa della maggiore cura necessaria per la sua installazione. In generale, il tempo è una variabile da porre come prioritaria ma in maniera secondaria rispetto alla qualità del lavoro. A poco serve incordare in 12 minuti se poi si corre il rischio di «bruciare» le corde o realizzare un lavoro eseguito in modo non ottimale, ma anche in virtù del fatto che arrivare a 30, 35 telai in una giornata può essere una sfida alla propria integrità fisica e alla salute delle proprie mani. Un elemento fondamentale richiesto dai giocatori è la costanza di tensione ottenuta; ovvero nel caso si incordino più telai, il dato di rigidezza complessiva del piatto corde, misurabile in termini di rigidezza dinamica Dt o in frequenza di vibrazione Chr-Dt, deve essere il medesimo o con scarti minimi. In questi termini la macchina incor78 LUGLIO 2022

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