Il Tennis Italiano

IL TENNIS ITALIANO 1 Stefano Semeraro segue professionalmente il tennis dal 1986. Da inizio anni ‘90 si occupa di tennis e sport per La Stampa Cambiare per crescere a geografia del tennis sta cambiando di nuovo, stanno cambiando gerarchie e strutture. Potremmo definirlo un ‘periodo di transizione’, se non fosse che gli storici, con un sorriso, potrebbero obiettare che viviamo sempre e comunque in periodi di transizione. Di certo il nuovo calendario, con la definitiva estensione su due settimane dei Masters 1000 (con l’eccezione di Monte Carlo), il ritorno dei tornei asiatici, la riammissione di russi e bielorussi a Wimbledon, e l’emergere di nuove realtà tennistiche - il nordafrica di Jabeur e Sheriff in campo femminile, la Cina di Wu e Zhang in campo maschile - modelleranno questo 2023 in maniera diversa. In attesa che dal 2024 un nuovo formato, o magari l’unificazione - non è mai tardi per sperarlo - di Coppa Davis e Union Cup diano una sistemata anche al complicato panorama delle manifestazioni a squadre. Intanto sono nate nuove categorie di tornei, i Challenger 175, i Wta 125, che promettono/ minacciano di creare nuovi equilibri, o squilibri, ad esempio a danno dei ‘250’. Ma è soprattutto sul campo che l’annata tormentata di Novak Djokovic, che finalmente potrà competere agli Us Open ma dopo gli Australian Open non ha più ritrovato la forma migliore, e di Rafa Nadal, può procurare sommovimenti, a partire dai due Slam europei. La spinta dal basso viene soprattutto da un nuovo trio di campioni ventenni, Alcaraz in prima linea, poi Sinner e Rune, che al momento sembra destinato a raccogliere l’eredità dei Patriarchi. Tutto in fondo è fluido, perennemente in fieri nel tennis, come nella società, L’EDITORIALE di Stefano Semeraro L stefano.semeraro@tennisitaliano.it di questi anni. Anche fra le ragazze si delineano nuove gerarchie - Swiatek, Sabalenka, Rybakina - che però faticano a solidificarsi. Forse, dopo decenni di dominio ‘dispotico’ dei Fab Four e di Serena Williams, è meglio così. Se non che a fare da ago della bilancia, da King e Queen makers, purtroppo sono anche gli infortuni, le fragilità fisiche e mentali di campioni e campionesse apparentemente destinate a carriere costantemente luminose - Osaka, Raducanu, ma anche Thiem e Zverev - e che improvvisamente funzionano solo a corrente alternata, o addirittura si spengono. Il 2023 è un anno di transizione anche per Il Tennis Italiano, che come avrete notato è passato ad un formato bimestrale. Lo manterrà fino alla fine dell’estate, in attesa di un rilancio che entro la fine dell’anno coinvolgerà sia il magazine cartaceo, sia il sito internet, sia in generale il ‘marchio’ de Il Tennis Italiano, che come sapete è il più antico al mondo per quanto riguarda le riviste di tennis ancora pubblicate. Ci scusiamo con tutti i lettori se questa evoluzione sta procurando qualche disagio (la mail per l’assistenza è sempre clienti@sport-com.it) ma tutti i cambiamenti, tutte le transizioni si portano dietro piccoli o grandi inconvenienti. E noi contiamo di cambiare in meglio.

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