Il Tennis Italiano 4-2021

IL TENNIS ITALIANO 1 N ello sci se non vinci la coppa di cri- stallo, puoi sempre consolarti con quella di Slalom o di SuperG (se va male con la combinata). Nell’at- letica se toppi nei 100 puoi riprovarci con i 200, i 400 o magari - with a little help of my friends - anche con la 4x100 (e il lungo se sei Carl Lewis). I cannibali del nuoto come Mark Spitz e Phelps di medaglie se ne possono mettere al collo anche 7 o 8 in una sola Olimpiade: 100 stile, 200 farfalla, 100 dorso, 400 misti… E nel tennis? Nel tennis no. O sei il nu- mero 1 del mondo - assoluto e universa- le - oppure niente. Condannato ad una gloria unicamente multitasking. Mica giusto. Eppure il tennis una partizione interna ce l’ha naturaliter , e riguarda le superfici su cui si gioca. «Sembrano tre o quattro sport diversi» – quante volte l’abbiamo ripetuto? – e del resto non è un caso se Nadal di ‘coppe di specialità’ ne ha vinte 13 sulla terra, Federer 8 sull’erba, Djoko- vic 9 sul cemento. Però nessuno che lo riconosca. Che stili classifiche separa- te, che si inventi un riconoscimento di fine anno per chi non ha avuto rivali sul rosso, ma ha stentato sull’erba. Per il re dell’indoor, che sul ‘duro’ all’aperto non riesce a rendere altrettanto bene. E allora avanziamola, questa modesta proposta: creare, all’interno della classi- fica generale, che tale dovrà comunque rimanere e che dà diritto agli onori più grandi, anche tre o quattro ranking di specialità. Con tanto di top 10, aggior- namenti settimanali, e coppone con ce- rimonia finale per incoronare il migliore dell’anno sulle singole superfici. Mette- re insieme la faccenda non costerebbe tanto, anzi quasi niente, e garantirebbe extra motivazioni a tanti ottimi giocato- ri che difficilmente possono aspirare al numero 1 assoluto, ma che meriterebbe- ro un riconoscimento. Quante stagioni, ad esempio, avrebbe trascorso Fabio Fo- gnini fra i top 10 o 5 della terra battuta? Difficilmente, con un competitor come Nadal fra i piedi, sarebbe riuscito a met- tere le mani sulla coppa, ma piazzarsi sul podio, intascando magari un congruo assegnetto, sarebbe stato un traguardo possibile. Senza calcolare che in questo modo si attirerebbero altri sponsor, e che la curiosità, l’interesse, il dibattito fra afi- cionados , ne uscirebbero moltiplicati. Lo strapotere dei Big 3 ha stroncato la concorrenza ad alto livello per almeno quindici anni, e forse sotto il loro regno ‘spacchettare’ la classifica non avrebbe dato frutti particolari, se non quello di raddoppiare o triplicare i trofei nelle bacheche dei Patriarchi. Ora che ci av- viamo - probabilmente - ad un evo ten- nistico meno granitico, con gerarchie più fluide, mobili, diffuse, gustarsi tre o quattro competizioni di categoria all’in- terno di quella generale può diventare intrigante. Chissà se qualcuno fra Atp, Wta e Itf ci ha già pensato, o è disposto a racco- gliere la sfida. Noi di Tennis Italiano vi promettiamo di stilare a fine anno le no- stre personalissime classifiche di settore: Luca Marianantoni è già all’opera. E so- prattutto che ci divertiremo un sacco a commentarle con voi L’EDITORIALE di STEFANO SEMERARO IL TENNIS MERITA LE CLASSIFICHE DI SPECIALITÀ Quante stagioni, ad esempio, avrebbe trascorso Fabio Fognini fra i top 10 o 5 della terra battuta? Foto: Ray Giubilo

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