LE QUALITÀ DI DAVID
Ma da allora la sensazione di una diversità rispetto alla maggior parte dei suoi rivali non solo è rimasta ma si è consolidata. Goffin non ha un colpo che spacca, prerogativa essenziale per gli aspiranti top 30 di oggi. Non potrebbe averlo, date quelle braccia, su questo aveva ragione il New York Times, e quelle gambe, esili quanto gli arti superiori. Il colpo migliore di Goffin è la mente. Poche volte sbaglia una scelta o l’impostazione di una partita. Tira più piano degli altri, ci sono almeno cinquanta giocatori, forse perfino un centinaio, nel circuito che viaggiano ad una velocità superiore, ma intanto lui è numero 7 del mondo. Intanto lui è arrivato a pochi punti dalla vittoria nel Masters, facendo impazzire un superdotato atleticamente e tennisticamente come Dimitrov, una palla di qua e una di là, una molle e una tesa, palleggiando per venti scambi senza mai dare ritmo all’avversario. Nella finale di Coppa Davis ha dato una lezione di tennis a Tsonga, che in termini di forza bruta dovrebbe spazzarlo via. Il colpo più forte del francese, quello da cui tutti stanno lontani, è il dritto? Goffin cominciava lo scambio sul rovescio, poi sulla palla seguente entrava in anticipo, cambiava diagonale, e così facendo rubava il tempo al francese, che sul suo lato destro, sentendosi più sicuro, si muove sempre con un filo di ritardo. Rubare il tempo, nel tennis come in tanti altri sport, è una qualità probabilmente innata, poco riconosciuta, spesso snobbata da chi non approfondisce le dinamiche che si creano nell’uno-contro-uno, ma che attualmente fa la differenza in molte occasioni. E poi lo attaccava, perché è vero che il serve&volley non tornerà più, ma a rete ci si può ancora andare, dopo essersi aperto il campo e trovato un’angolazione favorevole. Questo si chiama giocare con la testa. Questo è il tennis, signori. Goffin è un piacere per chiunque studi la materia, oltre a osservarla, e tra le due pratiche c’è ancora una certa differenza. Vero, la bellezza è nell’occhio di chi la guarda, ma spesso ciò che viene definito bellezza risente di impulsi esterni. Non è forse vero che su Facebook (e purtroppo non solo su Facebook) si trova ancora gente che ritiene Nadal un bieco forzuto solo perché ha avuto il demerito di battere spesso Federer? Per le stesse ragioni di tifoseria e di opposte fazioni, c’è chi considera Djokovic e Murray due macchine sparapalle, quando semplicemente si tratta invece dei due giocatori, insieme a quelli sopracitati, che sanno fare più cose meglio degli altri?