Passiamo al fisico. Ha solo 18 anni, è già sviluppato, ma penso migliorerà ancora tantissimo nei prossimi cinque anni, sull'esempio di ciò che hanno fatto i Tre Grandi. Quello che posso assicurare è che già a questa età ha i piedi, il footwork di Roger, la forza ed esplosione di Rafa, l' equilibrio e la flessibilità di Novak: fenomenale. Ma voglio sottolineare, sempre per quanto riguarda il fisico, l'occhio che gli permette di valutare la velocità, l'altezza del rimbalzo, la pesantezza della palla. Tutti i grandi, compreso Andy Murray, in questo sono i migliori. Carlos è come loro, e forse diventerà anche meglio. Trova sempre il tempo giusto, a volte dà quasi l'impressione di potersi prendere un caffè fra il rimbalzo e l'impatto. Insomma è un privilegiato, ha un dono di Dio.
Anche mentalmente Carlitos è eccezionale. I grandi giocano sempre benissimo, lottano, soffrono per tutta la partita; ma la grande differenza sta in come giocano i punti importanti. Carlos è come loro, e lo ha dimostrato a Miami. In finale aveva problemi con il suo «piano A», quindi si è messo a fare serve & volley: 11 volte, e 11 volée vincenti… Nel torneo ha poi giocato 60 dropshot e ne ha vinti 56. La smorzata è un colpo ad alto rischio, ma lui la esegue in maniera naturale, con tantissimo margine e sicurezza. Questo perché possiede la forza innata di credere in se stesso. Sa che il suo gioco è diverso, lo sfrutta, e quando sbaglia lo dimentica in fretta, gioca sempre nel presente. È questo che mi fa impazzire: non ha paura di niente, nemmeno di sperimentare nuove soluzioni. Per lui giocare a tennis significa giocare per vincere, tirando, attaccando, e questa è una dote, un stato mentale ideale e superiore. La gente inoltre lo ama perché il suo è un tennis spettacolare, divertente, che fa innamorare, che emoziona. Alla sua età né Federer, né Djokovic, né Nadal, che pure già vinceva col cuore e con le gambe, si potevano paragonare a lui.
Per riassumere, direi in chiusura che Alcaraz ha la tecnica di Federer, la tattica di Murray, il fisico di Djoko e la testa di Rafa. Assistendo ai suoi match a Miami mi sono emozionato, mi alzavo dalla sedia per applaudirlo. Mi ha inspirato, mi sono ri-innamorato del tennis, e adesso lo prendo come modello per i miei figli e gli allievi dell'accademia. Ne sono convinto: se continua a migliorare, Carlos può diventare uno dei pochi capaci di rivoluzionare il tennis.