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Marco Caldara
27 December 2017

Bad boy nel tennis, ma dal cuore d’oro

Nick Kyrgios racconta le nobili intenzioni in cantiere con la sua NK Foundation. Punta a costruire a Melbourne una struttura sportiva che dia ai bambini meno fortunati la possibilità di fare sport, e avvicinarsi a uno stile di vita sano. "Nella vita - dice - non c'è nulla di meglio che dare a un bambino una possibilità che altrimenti non avrebbe"
Nel suo girovagare per il mondo con le racchette nel borsone, Nick Kyrgios si è costruito la fama di bad boy, per alcune stupidaggini fatte e per altrettante dichiarazioni di scarso amore per lo sport che gli dà da mangiare, e l’ha reso un personaggio noto in ogni angolo del mondo. Ma non sempre il comportamento professionale e quello umano vanno di pari passo, e nel suo caso è una buona notizia. Perché se in campo non è un esempio da seguire, fuori lo vuole diventare. Nelle ultime settimane del 2017 ha donato 50 dollari per ogni ace per supportare le vittime dell’uragano Maria che ha devastato l’isola di Porto Rico, e da qualche tempo ha anche inaugurato la sua fondazione benefica, NK Foundation, con il nobile obiettivo di garantire l’accesso al mondo dello sport anche ai giovani meno fortunati. Un progetto ammirevole per un ragazzo di soli 22 anni, che non ha scelto di supportare altre fondazioni ma ha deciso di mettersi in gioco in prima persona, con l’obiettivo di fondare presto una struttura sportiva dove permettere ai bambini di trovarsi, divertirsi in sicurezza e sentirsi parte di una grande famiglia. Ne ha parlato in un bell’intervento di qualche settimana fa sul blog Players’ Voice, raccontando la sua esperienza. “Mi sono chiesto a lungo – ha scritto – quale fosse il nostro scopo nel mondo, e vi siete accorti che quando desidero essere da un’altra parte piuttosto che sul campo da tennis non sono molto bravo a nasconderlo. Mi sono chiesto come mai giocassi a tennis, girassi il mondo, stessi lontano dai miei cari, discutessi coi media e quant’altro quando l’unica cosa che vorrei è stare a casa a giocare a FIFA con i miei amici. La risposta è che ci sono vari motivi di ispirazione, e giocare non significa solo ritirare un assegno. Non ho mai trovato nulla che mi ispirasse, e sono sempre stato invidioso di chi invece aveva qualche motivo: i propri figli, una giusta causa, qualcosa che andasse oltre a loro stessi. Ora l’ho trovato, e farò qualcosa di importante”.
L’IDEA È MELBOURNE
L’idea di creare una struttura per i meno fortunati è arrivata un paio d’anni fa, ma è solo da quattro mesi che Kyrgios ha deciso di lanciarsi a tutti gli effetti nel progetto. “Ne ho parlato con mia madre e con mio fratello, e da allora è tutto ciò a cui ho pensato fuori dal campo da tennis. Quando non gioco, mi alleno o viaggio, lavoro su questo progetto. Adoro Canberra, la mia città, ma ho scelto Melbourne perché è la capitale sportiva dell’Australia, ha una grande popolazione ed è una città molto più viva. Al momento stiamo cercando un terreno fuori da Melbourne e cercando delle organizzazioni e delle aziende che vogliano diventare nostre partner nel progetto. Abbiamo anche in programma dei meeting con dei rappresentanti dello stato, per vedere se in qualche modo possono supportarci. Mi piacerebbe che ci siano campi da tennis, campi da basket, una palestra e un campo da football, e sento che il mio sogno sta per diventare realtà”. Kyrgios, che di recente ha versato nelle case dell’associazione i 100.000 dollari ricevuti per un match d’esibizione giocato a dicembre in Argentina contro Juan Martin del Potro, ha spiegato che deve ancora valutare se costruire una struttura ex-novo o acquisirne una già esistente e rimetterla a nuovo, con la sua filosofia. “Stiamo cercando un’area della città dove la qualità della vita non è delle migliori, ma che sia ben servita dai mezzi pubblici, per permettere ai ragazzi di raggiungere la struttura con facilità. Ho avuto la fortuna di girare il mondo e questo impianto sarà diverso da qualsiasi altro io abbia visto altrove. Non sarà una replica di nient’altro. Sarà soltanto mio o della mia famiglia, e sarà fatto con il cuore”.
“FINALMENTE UNA RAGIONE PER GIOCARE”
Kyrgios è già riuscito a coinvolgere il suo sponsor Yonex e Tennis Australia, con cui sta cercando di progettare un evento benefico per raccogliere altri fondi, e oltre che aiutare tante persone potrebbe diventare lui stesso il primo a beneficiare dell’idea, visto che finalmente ha trovato una motivazione per giocare a tennis, col massimo impegno possibile. “Per la prima volta sento di aver trovato una ragione a tutto ciò che faccio. Quella del tennista è una bella vita, siamo ben pagati e tutto funziona bene, ma c'è il rischio di sentirsi vuoti se si gioca solo per i soldi. Probabilmente negli anni mi avrete sentito spesso dire che non amo il tennis a sufficienza, ma ora ho capito per quale motivo giocare. Oggi gioco per tutti i bambini che aiuterò con la mia fondazione. Adoro i bambini. Riesco a trarre più felicità guardando dei piccoli che ottengono successo piuttosto che dai miei successi. È sempre stato così. Se il mio grande obiettivo si realizzerà, spero di essere ricordato più per questo piuttosto che per ciò che ho fatto e farò sul campo da tennis”. I propositi di Kyrgios sono davvero importanti: oltre che creare la struttura, vuole viverla il più possibile, dedicandogli tutto il suo tempo libero. “Ogni volta che sarò libero spenderò qualche giorno a Canberra e poi mi sposterò lì. Terrò delle lezioni di tennis, farò le pulizie, cucinerò. Sono disposto a fare tutto ciò di cui ci sarà bisogno. Credo che nella vita non possa esserci nulla di meglio che dare a dei bambini delle possibilità che altrimenti non avrebbero avuto. Oggi dentro di me sento una grande differenza rispetto a prima. Ho capito come incanalare la mia carriera, i soldi, la pubblicità e la notorietà in qualcosa che abbia davvero significato. In attesa dei fatti, le parole meritano tanti applausi.
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