
Il break in avvio di terzo ha rimescolato di nuovo le carte, dando ulteriore forza all’azzurro e mettendo il dito nelle piaghe di Dzumhur, che non vince una partita da Dubai e nel giro di tre settimane ha perso tre volte contro un italiano, dopo che – prima di arrendersi due volte di fila a Cecchinato – aveva vinto le ultime sei sfide contro gli azzurri. Una volta capito che era il momento di accelerare, Thomas è scappato via, giocando con attenzione e incitandosi di continuo. Si è preso qualche occhiataccia da Dzumhur (che se esistesse un ranking di antipatia e scarsa sportività sarebbe fra i primi della classe), ma ha continuato per la sua strada. Dopotutto, il tennis è anche un gioco mentale, in cui l’atteggiamento e il modo di stare in campo hanno un ruolo fondamentale. Il suo body language era perfetto, quello del rivale tutt’altro, e nel tentativo di abbozzare una reazione Dzumhur si è lasciato prendere dalla frenesia, finendo per raccogliere l’effetto contrario, e la quinta eliminazione consecutiva all’esordio. Buon per Fabbiano: in delle settimane in cui l’Italia sta proponendo ad alti livelli tanti nomi diversi, era giusto che ci fosse spazio anche per lui, che ha trovato la top-100 in pianta stabile circa dodici mesi fa, salendo poi fino alla posizione numero 70. Nel prossimo mese avrà da difendere circa 250 punti: farlo giocando nel circuito maggiore è una bella dimostrazione di maturità e di voglia di stare in mezzo ai grandi. È così che è tornato ai quarti di finale di un torneo ATP a due anni e quattro mesi dalla prima volta. Ce l’aveva fatta nella prima settimana del 2016 a Chennai, dove batté Jozef Kovalik e Gilles Muller, prima di arrendersi a Benoit Paire. Anche stavolta a contendergli un posto in semifinale ci sarà un francese, Jeremy Chardy: un ostacolo che sulla terra non sembra insormontabile.

A Monaco di Baviera, invece, è terminata dopo sei vittorie consecutive la splendida corsa di Marco Cecchinato. La vittoria in rimonta contro Fabio Fognini aveva alimentato le speranze di vedere il palermitano protagonista di un altro grande torneo, ma le tante energie lasciate in campo negli ultimi dieci giorni hanno svuotato il suo serbatoio, costandogli la sconfitta per 7-6 6-1 contro l’ungherese Marton Fucsovics. Il nuovo numero 59 della classifica ATP è partito meglio, salendo in fretta sul 3-0 nel primo set, ma ha subìto un vistoso calo già nella fase centrale del primo set, iniziando a commettere tanti errori, soprattutto col diritto. Ha resistito a un primo sorpasso di Fucsovics e sul 6-5 si è addirittura guadagnato un set-point, ma al suo tennis mancava la brillantezza dei match precedenti, e una volta ceduto il parziale al tie-break non ha più avuto la forza per stare nel match, arrendendosi abbastanza rapidamente. Tuttavia, anche se c’era una buona occasione per aggiungere subito un altro quarto di finale ATP alla sua stagione, si tratta di una sconfitta abbastanza prevedibile, che non cambia quanto di buono mostrato nelle ultime settimane. Nel giro di quattro giorni l’allievo di Simone Vagnozzi ha battuto uno dopo l’altro i due migliori italiani degli ultimi 35 anni, e ha strappato dalle mani di Paolo Lorenzi un posto sul podio del tennis tricolore. Magari non saremo di fronte a un passaggio di consegne come qualche appassionato ha ipotizzato, perché ripetere certi risultati è difficile e Cecchinato non è più un ragazzino, ma di sicuro negli ultimi quindici giorni ha capito tante cose, trovato molte sicurezze che gli erano sempre mancate e anche una dimensione tutta nuova. Ora deve provare a tenerla. La prossima settimana è iscritto al Challenger del Garden di Roma, vinto nel 2017, ma non sarebbe una sorpresa vederlo rinunciare. Anche perché la possibilità di entrare nelle qualificazioni degli Internazionali d’Italia non è così lontana.
ATP 250 ISTANBUL – Secondo turno
Thomas Fabbiano (ITA) b. Damir Dzumhur (BIH) 6-2 0-6 6-2
ATP 250 MONACO DI BAVIERA – Secondo turno
Marton Fucsovics (HUN) b. Marco Cecchinato (ITA) 7-6 6-1
