Redazione - 14 September 2022

Godard, il regista che conosceva il tennis e amava McEnroe, Mecir e Courier (e odiava il commento in tv)

Il grande regista francese scomparso il 13 settembre amava lo sport: ovviamente a suo modo. Ecco due passi di una lunga intervista a L'Equipe in cui parla di tennis, tradotta da «Slalom»

Jean-Luc Godard, che è morto ieri in Svizzera, è stato un regista rivoluzionario, il capostipite della nouvelle vague francese che ha cambiato il modo di concepire il cinema. E amava lo sport, lo praticava lo osservava, lo criticava. «Liberation» ha ricordato che anche la tennista francese Catherine Tanvier fu coinvolta nelle riprese di «Film Socialisme», una pellicola girata da Godard fra il 2007 e il 2010. «Nel 2007 - racconta la ex n.20 Wta - alla fine del tour promozionale del mio libro Downgraded il mio editore, Marc Grinsztajn, mi dice: 'A proposito, ha chiamato Jean-Luc Godard. Vuole incontrarti'. E io : 'Pardon?" So che Jean-Luc Godard è appassionato di tennis, ma beh... chiedo perché. Lui : 'Ah, quello, è lui che te lo dirà'. Qualche tempo dopo, Jean-Paul Battaggia, il braccio destro di Godard, mi contattò e fu lui a organizzare l'incontro, a casa sua a Parigi (...) Il 3 dicembre, il compleanno di Jean-Luc Godard, sono terribilmente colpita, soprattutto perché c'è una macchina da presa, e io non sono mai a mio agio davanti ad una telecamera. Ma noto che anche Jean-Luc lo è, in effetti: siamo due persone molto timide. Fortunatamente, molto rapidamente, iniziamo a parlare di tennis e la conversazione diventa del tutto naturale. Ho a che fare con una persona che conosce tutta la storia del tennis, è francamente impressionante. Parla dei grandi giocatori del suo tempo come Arthur Ashe e Ken Rosewall, si stupisce del fatto che il ceco Tomás Berdych non sia tra i primi tre del mondo, è anche molto interessato alla tecnica. La conversazione dura un'ora e mezza e dopo un po' mi chiedo cosa ci faccio qui. È stato allora che Jean-Luc mi ha accennato all'idea di utilizzarmi nel suo prossimo film. Io obietto che non sono un'attrice. Lui risponde con un piccolo sorriso: 'Ma chi ti chiede di recitare? Sii te stessa'. E fu così che mi ritrovai sul set della seconda parte di «Film Socialisme», che si svolse a casa sua, a Rolle, per diciassette giorni».

In quell'occasione la Tanvier scoprì non solo che Godard conosceva il tennis, ma amava anche praticarlo: «Quando non era ispirato, il suo braccio destro mi chiamava al telefono per chiedermi se mi andava bene giocare a tennis e Jean-Luc veniva a prendermi in albergo. Arrivava con la sua vecchia auto piena di cenere di sigaro e andavamo a giocare a dieci minuti di distanza, in un campo coperto di un club super elegante perso tra due vigne. Prima facevamo sempre una buona merenda, una torta di fragole, spesso con la sua compagna Anne-Marie Miéville. Lui giocava in maglietta e pantaloni eleganti, con il sigaro spento in tasca. Io ovviamente ero attenta, giocavo a una velocità che gli permetteva di restituire la palla (Godard aveva allora 77 anni, ndr) ma lui, il ragazzo, faceva di tutto per aggirarmi... Abbiamo giocato tre o quattro volte durante le riprese, è stato squisito.».

L'Equipe in occasione della sua scomparsa ha ripubblicato una sua lunga e molto interessante intervista di qualche anno fa. Ve ne riproponiamo qui due brevi passi tratti dalla traduzione integrale che ne ha fatto la sempre puntuale e completissima rassegna stampa on-line Slalom. Il link per leggerla tutta è questo (bisogna abbonarsi, ma ne vale la pena).

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