Redazione - 03 August 2022

ATP 500 Washington, Andy Murray dopo la sconfitta con Mikael Ymer: "È frustrante. Non vedo troppi aspetti positivi"

Le dichiarazioni dell'ex numero uno al mondo dopo la sconfitta subita per mano dello svedese

La delusione è la prima sensazione che rimane dopo una sconfitta. Andy Murray è già uscito di scena a Washington al termine di una partita maratona contro Mikael Ymer. Lo scozzese, che aveva saltato l'Atlanta Open per preparare al meglio questo appuntamento, non nasconde la propria amarezza. "L'unico cosa buona in questo momento è che ho più tempo per prepararmi per il Canada - confessa Andy -. Le condizioni sono difficili anche in Canada, Cincinnati o New York. In questo momento non vedo troppi aspetti positivi nel mio gioco. Sono arrivato presto a Washington per prepararmi al meglio e per darmi la possibilità di giocare bene. So che avrei potuto fare molto meglio".

Dopo aver fallito quattro set point nel primo set, Murray è riuscito a trascinare al terzo l'incontro salvo poi esaurire le energie. "Ho iniziato ad avere i crampi alla fine del primo set - rivela l'ex numero uno al mondo -. In questi casi provi solo a trovare un modo per rimanere in partita e riuscire a vincerla. Sembrava che anche lui avesse i crampi nel secondo set, ma si è ripreso completamente dopo la pausa tra secondo e terzo parziale. È andato a rinfrescarsi recuperando in tempo per il terzo, mentre io no. È una situazione frustrante - prosegue Murray -. Normalmente riesco ad adattarmi a queste condizioni di caldo e umidità, ma confesso di aver faticato un po' troppo negli ultimi due tornei".

L'obiettivo di Andy adesso è di far meglio nei prossimi appuntamenti per cercare di acquisire lo status di testa di serie agli Us Open. "Avrei bisogno di un buon torneo in Canada o Cincinnati. È abbastanza semplice: se ottenessi un quarto di finale o una semifinale in uno di questi tornei, sarei testa di serie. Il problema è che ora tutto questo non sembra essere troppo realistico. Devo fare molto meglio" chiosa Murray.

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