di Massimo Gaiba - 12 September 2021

Vavassori: «Io e Dustin, che coppia!»

Andrea Vavassori a Tulln an der Donau ha appena vinto il suo ottavo titolo Challenger di doppio. Stavolta Il piemontese ha fatto coppia con Dustin Brown, il tennista rasta, di cui è diventato grande amico

Al Challenger 100 di Tulln an der Donau (Austria, terra battuta) Andrea Vavassori (n.74 ATP in doppio), in coppia col tedesco Dustin Brown, ha vinto il torneo di doppio (7-6 6-1), prendendosi così la rivincita sui brasiliani Matos/Meligeni che lo avevano battuto (in coppia con il venezuelano Martinez) la settimana precedente nella finale di Como.

Raggiunto al telefono Andrea ci ha raccontato alcune cose interessanti.

Buongiorno Andrea, siamo spesso a commentare i tuoi ottimi risultati.

Per fortuna (ride, ndr). Oggi abbiamo giocato veramente bene e la partita poteva finire anche prima, soprattutto nel primo set che siamo riusciti a chiudere di misura (7-5), ma giocando bene nei momenti importanti. Poi nel secondo parziale è stato tutto piuttosto semplice perché siamo andati subito avanti di due break.

Proviamo a fare un bilancio di questo tuo 2021 che ci sembra decisamente positivo.

Vero, una stagione estremamente positiva, con molte prime volte. In febbraio in Australia ho esordito in nazionale nell’ATP Cup, un’esperienza molto bella assieme a dei compagni straordinari. Poi, a proposito di esordi, ho giocato i miei primi Slam, superando anche un turno in Australia con Sonego (hanno battuto in tre set i francesi Arneodo/Paire).

C’è stata un’altra prima volta, direi.

Certo, sempre assieme a Sonego, ho vinto l’ATP 250 del Sardinia Open. La mia prima vittoria nel circuito maggiore, un successo che mi ha dato doppia soddisfazione perché ottenuta assieme a Lorenzo, il mio ‘fratello di sangue’.

Poi i Challenger dove ormai sei un vecchio lupo di mare.

Dici (ride, ndr)? Effettivamente anche nel circuito Challenger è stata una buona stagione con due vittorie, appunto ieri a Tulln e a fine marzo a Lugano sul veloce. Il problema in doppio è sempre quello di trovare un partner con cui instaurare un rapporto che abbia una certa continuità.

Spesso non ci riesci perché i programmi sono diversi e soprattutto sono diverse le classifiche e di conseguenza è difficile trovare quell’affiatamento che aiuterebbe molto. Però bisogna dire che questo continuo turn over ha anche un aspetto positivo, infatti, proprio a causa dei continui adattamenti necessari, sei costretto a crescere. Sono esperienze molto formative.

Come ti sei trovato con il tuo compagno di ieri: Dustin Brown, il rasta?

Benissimo, ho avuto modo di conoscerlo bene durante l’ultima Bundesliga (hanno giocato entrambi con la ‘Koelner THC Stadion Rot-Weiss). Abbiamo trascorso diversi week-end assieme e lui è stato sempre molto carino con me.

Che tipo di persona è Brown? In campo appare piuttosto controcorrente e anche un po’ stravagante.

Un bravissimo ragazzo. Già in giro per tornei avevamo sempre avuto un buon rapporto, poi in Bundesliga abbiamo avuto occasione di fare amicizia. Mi ha anche invitato a casa sua perché abita proprio a Colonia e stare in sua compagnia è proprio divertente. Anche solo per bere una birra assieme. Certo ormai ha 37 anni e in singolare non è più mobile come un tempo ma penso che in doppio abbia alcuni anni buoni di carriera davanti a sé.

Poi durante i tuoi match di singolo veniva nel tuo angolo a fare il tifo.

Sì, e non è da tutti. Lui è stato ed è tuttora un vero personaggio e diciamo che non era certo tenuto. L’ha fatto per generosità e per amicizia.

Sarà anche per merito suo se nell’ultimo mese hai ottenuto ottimi risultati anche in singolo, che ne dici?

Probabile (ride, ndr), ma anche del coach di Colonia che ha insistito perché fossi più aggressivo in risposta, soprattutto sulla seconda. Io ho fatto tesoro del consiglio e adesso, anche a costo di sbagliare, cerco di mettere pressione all’avversario e di strappargli l’iniziativa.

Puoi ipotizzare che Dustin diventi tuo partner abituale nel prossimo futuro?

Mi piacerebbe molto perché in doppio il suo livello è ancora molto alto. Intanto giocheremmo assieme i due Challenger di Napoli. Prima sarò all’ATP 250 di Nur Sultan (dal 20 settembre, cemento indoor) in coppia con lo svedese Goransson (n.66 ATP in doppio) e poi all’altro ATP 250 di Sofia (sempre indoor), probabilmente assieme a Musetti.

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