di Valerio Carriero - 03 May 2020

Vavassori e Bortolotti: «Anche un top-200 di doppio meriterebbe aiuti economici»

Attese per metà maggio alcune novità dall'Atp, nel frattempo i due italiani preparano il ritorno in campo da lunedì. Bortolotti: «Ho avuto un brivido mentre cambiavo il grip»

Vavassori: «Ascolti Thiem e ti cadono le braccia»

Il tennis si prepara alla fase 2 e da lunedì 4 maggio in Italia verranno riaperti i circoli per permettere ai prima e seconda categoria di allenarsi. Uno degli argomenti che continua a tener banco durante l'emergenza coronavirus riguarda il sostegno economico a giocatori di seconda e terza fascia della classifica di singolare (tra 250 e 700 al mondo) mentre non si è ancora accennato ad atleti che fanno del doppio una parte importante della propria attività internazionale. Andrea Vavassori, attuale numero 119 del ranking di specialità e 303 in singolo, aveva iniziato la stagione col piglio giusto in coppia con lo svizzero Luca Margaroli raggiungendo tre finali a livello Challenger in due mesi. «Da ottobre dell'anno scorso facciamo coppia fissa, è mancata la ciliegina sulla torta ma abbiamo una buona confidenza insieme - ha raccontato Vavassori - Lunedì sarò ad allenarmi con Sonego a Torino, è comunque un sollievo poter riprendere a giocare soprattutto per uno come me abituato a viaggiare e a stare all'aperto. In casa non avevamo chissà quale spazio per fare attività, è stato faticoso».

La disciplina del doppio è stata fortemente sconsigliata anche dal vademecum dell'Itf Return to tennis: «Sarà messo un pochino da parte, addirittura non sarà possibile giocare scambi al volo per il momento. A livello di principio può anche starci, preferisco andare per tappe invece di ritrovarmi chiuso in una nuova quarantena - ha proseguito Andrea - Margaroli è stato una settimana da me tempo fa, abbiamo guardato video e lavorato insieme a mio padre. Non c'è comunque la necessità di allenarsi assieme fuori dai tornei, credo che una volta dato il via libera per il singolo allora ci sarà l'ok anche per il doppio».

Il tennista piemontese loda la proposta di Djokovic ma sottolinea che «non sarebbe equo sostenere un numero 700 al mondo di singolare senza prendere in considerazione un top 150-200 di doppio. Spero che tutto questo serva almeno a riformulare in maniera diversa i prize money: il fatto che debbano essere i giocatori a provvedere per gli altri invece delle organizzazioni mostra quanto ci sia di sbagliato alla base. Certo, poi ascolti le dichiarazioni di Thiem e ti cascano le braccia... Non è vero che chi naviga nei Future sia lì perché non si impegna abbastanza, è una cosa che non sta né in cielo e né in terra».

Bortolotti: "Se fossi un top-80 pagherei il mio team e non altri tennisti"

«A livello di introiti economici un top 200 di doppio guadagna quanto un 700 in singolare: nel caso in cui venisse stanziato questo fondo sarà un aspetto che verrà sicuramente tenuto in considerazione». Questo il pensiero di Marco Bortolotti, 29 anni e con la classifica di 239 in doppio. Trentotto i titoli a livello Futures nella specialità, l'ultimo nel 2020 con Bonadio ad Antalya. «Quella di Nole è comunque una proposta, finché non ci sarà qualcosa di scritto è difficile esprimere giudizi. Aspettiamo delle notizie dall'Atp il prossimo 15 maggio, probabilmente riguardanti i tornei ma vedremo se si parlerà anche della situazione economica. Non trovo comunque giusto che siano i giocatori a pagare. Mi viene in mente uno come Mager, entrato da poco nei primi 80 dopo tanti sacrifici, perché dovrebbe versare dei soldi? Nei suoi panni preferirei pagare qualcuno del mio staff che è al momento senza lavoro».

Per il momento Bortolotti pensa alla ripresa degli allenamenti da lunedì. «Prima di iniziare questa telefonata stavo cambiando il grip e mi sono venuti i brividi - ha scherzato il classe 1991 - Ho la fortuna di avere un bel giardino quindi ho continuato ad allenarmi variando tanto tra forza, corsa, yoga. Il rischio sarà quello di non esagerare una volta tornati in campo, fosse per me giocherei per otto ore di fila ma ci si potrebbe far male». Secondo Bortolotti i rischi di un possibile contagio nel tennis sono minimi. «Va a finire che non si potrà più andare a rete, per me è un qualcosa di eccessivo. Non riesco a immaginare grandi cambiamenti nel tennis, magari si distanzieranno di più le panchine ma poco altro. Spero si possa tornare a giocare presto a livello nazionale, ho visto che si è già proposto Marcello Marchesini (presidente della MEF Tennis Events, ndr). Per i tornei internazionali dipenderà tutto dalla questione legata agli spostamentiı.

Bortolotti, che fa base a Verona, ha infine spiegato il malinteso riguardante la riapertura anticipata dei circoli in Veneto. «Ne aveva parlato Zaia ma quando non c'è un documento ufficiale diventa sempre difficile. Io avevo già preso una multa pur essendo nella lista della Fit, i carabinieri mi avevano citato degli esempi assurdi per farmi capire di essere nel torto come «Nibali si sta allenando sulla cyclette». Ovviamente ho fatto ricorso ma sono ancora in attesa».

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