Riccardo Bisti - 10 July 2018

Grande Giorgi, ma non basta: vince Serena

Una splendida partita non è sufficiente a spingere Camila Giorgi in semifinale. Vince il primo set e tiene duro fino alla fine, ma l'americana non trema nei momenti importanti. L'unico rimpianto è uno schiaffo al volo sull'1-1 del secondo, ma sono sfumature. Questo risultato darà una svolta alla sua carriera?

Stavolta sono i numeri a spiegare tutto. Non appena Serena Williams ha aggiustato il mirino con il servizio, l'impresa è diventata impossibile anche per una buonissima Camila Giorgi. Per un set e qualche game, c'è stata l'illusione che la ragazza nata a Macerata potesse diventare la prima italiana in semifinale a Wimbledon. Il sogno si è infranto su un banale errore sull'1-1 del secondo set. Fino a quel momento, aveva gestito alla perfezione il clima e le complessità tecniche della partita, vincendo con merito il primo set. In quel terzo game si è trovata 0-30, poi sul 15-30 ha sparato fuori un rovescio al volo piuttosto semplice, con la Williams ormai fuori dal campo. Avrebbe artigliato due palle break consecutive: non certo una sentenza, ma una situazione invitante. Fino a quel momento, la Giorgi aveva messo a nudo le difficoltà nello spostamento della Williams. I colpi dell'americana sono ancora molto incisivi, ma quando deve muoversi in laterale fa ancora molta fatica. E all'inizio è stata travolta da una Giorgi che non andava mai in difficoltà, anzi, si esaltava nello scambio ad alta intensità. Spesso era lei a prendere per prima l'iniziativa, con alcune giocate straordinarie. Dopo i primi game di studio, era Camila ad andare in fuga con un break a 30. La Grande Illusione si è concretizzata quando ha rimontato da 0-40 nel game successivo, artigliando un prezioso 5-2 con alcuni punti giocati a occhi chiusi, ma alla grande. La nota più lieta di questa Giorgi è il ritrovato equilibrio tra i due fondamentali: se il rovescio è una sassata, anche il dritto ha assunto sembianze simili.

PIÙ SODDISFAZIONE CHE DELUSIONE
Senza un appiglio su cui rifugiarsi, per le avversarie diventa complicato. Anche se ti chiami Serena Williams. Poteva farcela, Camila, ma l'errore già descritto ha seminato un piccolo virus nel suo sistema operativo e – non a caso – Serena le ha strappato il servizio nel game successivo, chiudendo il game con un bel dritto vincente. Da quel momento in poi, è diventata inavvicinabile nei turni di servizio. Impressionante, maestosa. Quando aveva la palla in mano, ha perso sette punti nel secondo set e appena tre nel terzo. Gli ultimi tre turni li ha tenuti a zero. Una dimostrazione di forza impressionante, che spiega l'origine dei suoi 23 titoli Slam: più il momento è delicato, meglio gioca. La Giorgi non ha abbassato il suo rendimento: le è rimasta incollata finché ha potuto. Numeri alla mano, a fare la differenza è stato il break a zero sull'1-1 del terzo, in cui Serena ha sparato un paio di dritti vincenti e poi ha chiuso con un passante di rovescio in precarie condizioni d'equilibrio, peraltro su un altro tremebondo schiaffo al volo della Giorgi. Un game che poteva avere dure implicazioni psicologiche, invece Camila ha fatto la sua partita fino alla fine. Insomma: è legittimo far prevalere la soddisfazione rispetto alla delusione, perché davvero non poteva fare di più. Anzi, poteva fare di meno: al primo turno aveva tribolato per battere la Sevastova, mentre al terzo turno era quasi eliminata contro la Siniakova. Invece ha colto il massimo, e l'unico rimpianto riguarda l'incrocio contro Serena Williams. Dando un'occhiata alle altre tre semifinaliste (Ostapenko, Kerber e Goerges), avrebbe potuto benissimo starci.

SERENA: "NON HO PRESSIONE"
La versione londinese della Giorgi è piaciuta a tutto tondo: nella gestione dei punti, nell'atteggiamento sempre positivo e nell'impatto col Centre Court. Potrebbe migliorare nel modo in cui saluta le avversarie con la stretta di mano, ma il carattere è quello. Lo stesso che in conferenza stampa la porta a schivare quasi ogni domanda. Tuttavia, un certo Pete Sampras (vincitore di 14 Slam) diceva che il suo lavoro era far parlare la racchetta. E la Babolat bianca di Camila, più che parlare, ha ruggito. Adesso non le rimane che trovare la continuità e migliorare un best ranking al numero 30 WTA, ormai piuttosto datato. Lunedì prossimo salirà al n. 34 (o 35, se Serena dovesse superarla), ottima base in vista di un periodo di tornei che le è amico: il cemento americano ci dirà se Wimbledon non è stato un fuoco di paglia. “Ogni volta che affronto la Giorgi, lei gioca a questo livello – ha detto Serena – ma lo fa con tutte, il che la rende impressionante. Sapevo che non sarebbe stato facile, per questo non sono stata sorpresa dal primo set. Non so cosa ho fatto, mi sono soltanto detta: 'OK, giochiamo 3 set'. Non sento pressione, è soltanto il mio quarto torneo sono orgogliosa di essere tornata”. Avrà reso orgogliosi i volti noti in tribuna, tra cui Justin Timberlake e il rapper Drake, che peraltro è un suo ex fidanzato. Due settimane fa si discuteva se avrebbe meritato un posto tra le teste di serie: a suon di risultati, Serena ha spazzato via ogni dubbio.

WIMBLEDON DONNE – Quarti di Finale
Jelena Ostapenko (LET) b. Dominika Cibulkova (SVK) 7-5 6-4
Angelique Kerber (GER) b. Daria Kasatkina (RUS) 6-3 7-6
Julia Goerges (GER) b. Kiki Bertens (NED) 3-6 7-5 6-1
Serena Williams (USA) b. Camila Giorgi (ITA) 3-6 6-3 6-4

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