
Durante le 48 ore da record, Parra si è alimentato con frutta, barrette energetiche, pollo, cioccolato e un po’ di Nutella, evitando dei pasti troppo impegnativi. “Quando il tuo corpo attraversa uno stress così importante – ha detto – è difficile mangiare. Ho preso tanti zuccheri mangiando molta uva”. Ha evitato anche le bevande energetiche, limitandosi all’acqua, oltre ovviamente a tanti, tanti caffè. Solo nella seconda notte ne ha bevuti quattro o cinque, anche se le difficoltà maggiori le ha incontrate al raggiungimento della trentesima ora consecutiva, intorno alle 16 di sabato pomeriggio. “Mi stavo addormentando in piedi, ma l’adrenalina mi ha tenuto sveglio. Lo sforzo che ho compiuto era più mentale che fisico (anche se ha perso ben quattro chilogrammi, ndr), e dopo aver creato tutto questo, con tanta gente venuta a sostenermi, non potevo mollare”. Da regolamento del Guinness World Record, Parra aveva diritto a cinque minuti di pausa ogni ora, ma ha preferito raggrupparli, fermandosi cinque volte per una ventina di minuti e altre due volte per una decina. Ma guai a pensare che si sia seduto o riposato: ha sfruttato le sue pause per andare in bagno (la prima volta dopo 16 ore!) e per scattare foto e chiacchierare coi presenti, prima di riprendere a palleggiare. Escludendo le pause l’ha fatto per 46 ore, su tre campi adiacenti, col sole e pure col freddo e con la pioggia, arrivata nella mattinata di sabato. Fino a quel momento il tempo gli sembrava passato piuttosto velocemente, poi la sfida è diventata un calvario. “Il meteo è peggiorato molto rapidamente, ma dovevo andare avanti, non c’era alcuna alternativa”.

Quando intorno alle 10 di domenica mattina l’orologio posizionato a bordo campo ha detto che i due giorni interi erano passati, i tanti presenti hanno esultato come se Parra avesse vinto un torneo. Giusto, anche perché il traguardo raggiunto ha valore doppio, visto che la sua pazza idea non serviva solamente come vetrina al metodo spagnolo a lui tanto caro, ma aveva anche scopi benefici. “Volevo che l’evento contribuisse anche a una causa importante, e non servisse solo per raggiungere un mio obiettivo personale”, ha raccontato il protagonista, così tutti i circa 300 giocatori che si sono alternati in campo con lui, dagli agonisti ai principianti, sono infatti stati invitati a pagare almeno 10 euro per ogni ora di lezione, e l’intero ricavato è stato donato al Lady’s Children’s Hospital di Crumlin, il più grande ospedale pediatrico di tutta l’Irlanda. Un obiettivo nobile che ha reso le 48 ore meno faticose, anche perché una volta terminata la sua impresa Parra non è rimasto a letto per giorni come si potrebbe immaginare. È tornato a casa, si è fatto una doccia, ha dormito una manciata di ore e poi si è alzato per festeggiare il compleanno della figlia. E lunedì alle 14 era di nuovo in campo, per riprendere regolarmente le lezioni di tutti i giorni. Ora non resta che aspettare che il nuovo Guinness World Record venga omologato: il filmato delle 48 ore della sua performance è stato già inviato ai responsabili del libro dei record, che lo visioneranno interamente nelle prossime settimane. Ma anche se manca ancora l’ufficialità, grazie a internet il mondo sa che il record è suo. E c’è da scommettere che prima o poi qualcuno si farà avanti per provare a superarlo.
