Subito dopo la vittoria nella finale del Masters, Grigor Dimitrov si è gettato in tribuna ed è corso ad abbracciare Daniel Vallverdu, suo coach da un anno e mezzo. Quando hanno iniziato a lavorare insieme, il bulgaro si trovava in un limbo. Sceso al numero 40 ATP, aveva smarrito il suo talento. Piano piano, “Grisha” ha ripreso a divertirsi sul campo da tennis, poi a vincere, fino ad azzannare l'attuale terza posizione nel ranking ATP. Prima di intraprendere il nuovo percorso, il problema di Dimitrov erano le troppe opzioni. Baciato da un notevole talento, non sapeva bene come approcciare la singola partita, figurarsi la carriera. L'arrivo di Vallverdu ha semplificato il suo tennis e gli ha fatto vivere una grande stagione, condita da quattro titoli: Brisbane, Sofia, Cincinnati e ATP Finals. “Abbiamo un ottimo rapporto, vediamo il tennis allo stesso modo” ha detto Dimitrov, che al Masters ha gestito ottimamente la pressione dettata dall'inedito ruolo di favorito. “Ha dovuto combattere con i nervi, soprattutto in finale, e ha trovato un modo per vincere – dice il coach venezuelano – quando si trova 'in the zone', gioca a un livello strepitoso. Tuttavia, abbiamo lavorato per esprimersi così anche quando non è al massimo. È diventata una questione di atteggiamento: in finale, Grigor mi ha dato le risposte che mi aspettavo”. In effetti, le cifre gli sono amiche: nel 2017 ha raccolto uno strepitoso bilancio di 8 vittorie e 5 sconfitte contro i top-10, peraltro vincendo quattro finali su cinque. Il segreto della partnership sta nell'ottima comunicazione: non era scontato, visto che i due hanno caratteri piuttosto diversi.