Marco Caldara
05 October 2017

Pliskova, nei grandi tornei solo delusioni

Una Pliskova sprecona saluta agli ottavi di finale il Mandatory di Pechino, sconfitta per 6-1 7-5 da Sorana Cirstea. La rumena la obbliga a scambiare, lei va spesso il tilt (aveva ragione Kotyza?) e chiuderà il 2017 senza alcuna finale fra Slam e i nove Premier più importanti. Un dato tutt’altro che incoraggiante. Ride la rumena: l’addio a Santiago Giraldo sembra averla rinvigorita.
Quattro Grand Slam, quattro Premier Mandatory e cinque Premier Five, e nemmeno una finale per quella che fino a qualche settimana fa era in vetta alla classifica WTA. Chi non riteneva Karolina Pliskova una n.1 credibile (e sono tanti) deve ringraziare Sorana Cirstea, che battendola per 6-1 7-5 agli ottavi del China Open di Pechino ha regalato una statistica perfetta per riassumere la stagione in chiaroscuro della ceca. È vero, è stata in vetta, ma nei tredici tornei veramente importanti del Tour ha raccolto al massimo quattro semifinali: Indian Wells, Miami, Roland Garros e Cincinnati. Un buonissimo rendimento da top-5, ma non certo all’altezza delle ambizioni di una giocatrice che punta a guardare tutte dall’altro. L’ennesimo capitombolo del suo 2017 è arrivato dopo un match veramente da dimenticare, di quelli che di solito le grandi (e i grandi) riescono in qualche modo a raddrizzare, anche quando tocca arrangiarsi con quel poco che c’è. Lei, invece, questo step non è ancora riuscito a compierlo. Dei giorni sembra imbattibile, ma quando il suo tennis non funziona a dovere può perdere con buona parte delle prime 100 del mondo. Una giocatrice del suo calibro non può permettersi un primo set da 17 errori gratuiti, in cui dopo il break iniziale perde il servizio tre volte su tre, a causa di un rendimento davvero insufficiente con la prima di servizio. Né tantomeno dovrebbe buttare al vento – in una giornata già di per sé complicata – l’infinita quantità di occasioni passate dalla sua Babolat nel secondo set. Sono talmente tante che vale la pena ricordarle tutte: palla del doppio break per il 4-0, tre set-point consecutivi (in risposta) sul 5-3 e 0-40,30-0 e un quarto set-point (40-30) al servizio sul 5-4, e quindi il 40-15 sul 5-5, per tornare finalmente a vincere un game e garantirsi almeno il tie-break. Niente da fare: ha perso anche quello e poi pure il successivo, finendo per cedere la battuta sei volte in nove turni di servizio.
UNA CIRSTEA FORMATO TORONTO 2013
Riderà coach David Kotyza, silurato dopo meno di una stagione perché, stando a quanto ha raccontato la giocatrice, le chiedeva un tennis ancora più rischioso, con maggiore ricerca del vincente sull’uno-due e meno propensione a scambiare da fondo. Lei non era d’accordo e a sorpresa gli ha dato il benservito, ma il match di oggi ha fatto riflettere proprio sull’aspetto degli scambi più lunghi tanto cari alla Pliskova, visto che li ha vinti quasi tutti l’avversaria. Un’ottima giocatrice, ma non certo una fuoriclasse. Vuol dire che forse aveva ragione il coach, o che di certo scambiare meno eliminerebbe qualche problema inutile, come quello di dover dipendere molto di più da una condizione atletica che non sembra ideale già da qualche settimana. La possibilità di tornare in vetta alla classifica WTA a fine torneo va (giustamente, lasciatecelo dire) in frantumi, e passa nelle mani di Halep e Svitolina, mentre a lei restano solo le WTA Finals per inserire nella bacheca stagionale almeno un titolo di spessore. Grazie al suo KO, il Tour riscopre la Cirstea, spesso apprezzata dagli appassionati anche grazie alla sua avvenenza. Per ritrovare la 27enne di Bucarest a certi livelli bisogna tornare addirittura al suo mitico Canadian Open del 2013, quando sul cemento di Toronto superò una dopo l’altra Wozniacki, Jankovic, Kvitova e Li, arrivando a contendere il titolo in finale a Serena Williams. Poi si era persa, uscendo addirittura dalle prime 200 del mondo e tornando a giocare i tornei ITF, ma quest’anno ha recuperato una classifica dignitosa, tornato a farsi vedere. “Non ho neanche realizzato – ha raccontato la rumena – di essere stata sotto per 5-3 40-0. Ho solo pensato a giocare punto dopo punto, senza badare allo score. Così non mi sono messa pressione, e ha funzionato. Non la reputo neanche una rimonta, perché non ero consapevole del punteggio”. Sarà vero? Di certo c’è che la fine della love story con Santiago Giraldo, terminata nel corso dell’estate dopo circa tre anni di fidanzamento, ha avuto effetti opposti sui due: per il colombiano è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, portandolo ad annunciare una pausa dal tennis, mentre a lei pare aver fatto solamente bene. Tornerà fra le prime 40 del mondo.

WTA PREMIER MANDATORY PECHINO – Ottavi di finale
Sorana Cirstea (ROU) b. Karolina Pliskova (CZE) 6-1 7-5
Jelena Ostapenko (LAT) b. Shuai Peng (CHN) 3-0 ritiro
Barbora Strycova (CZE) b. Daria Gavrilova (AUS) 6-0 6-4
Caroline Garcia (FRA) b. Alizè Cornet (FRA) 6-2 6-1
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