Sloane completa il quartetto delle sorprese

Anche in una stagione un tantino più regolare della precedente, grazie alla stabilità in vetta di Simona Halep, il circuito WTA trova il modo di confermarsi più aperto che mai. Per toccare con mano la particolarità, sconosciuta nel maschile da ormai un decennio (ma non è detto che sia un male), basta guardare le WTA Finals di Singapore, di nuovo palcoscenico di grandi sorprese. In semifinale non ci sarà nessuna delle prime quattro qualificate in ordine di classifica, ma ci saranno la quinta, la sesta, la settima e l’ottava, più brave a farsi strada in un torneo difficile da decifrare sin dalla prima giornata. L’ultima a prenotare il proprio posto per la giornata conclusiva è stata Sloane Stephens, in una sorta di quarto di finale contro Angelique Kerber. Passava la vincitrice e ha vinto la statunitense, con un doppio 6-3, senza brillare ma riuscendo semplicemente a giocare meno peggio di una Kerber in formato 2017, per non dire peggio. La tedesca ha sbagliato di tutto e di più, chiudendo con la bellezza di 38 errori gratuiti, quantità che di solito spalma in un mese intero. Qualsiasi soluzione provasse non andava a buon fine, e solo una Stephens che ha dimenticato il killer instinct nell’armadietto le ha permesso di evitare un punteggio molto più severo, e di riuscire almeno a stare in partita per un’ora e 40 minuti. Ma del suo match c’è davvero pochissimo da salvare, come di un torneo in linea con la sua stagione post Wimbledon: deludente. L’addio a coach Wim Fissette alla vigilia del torneo non è stato certo d’aiuto, e il resto l’ha fatto una condizione fisica e psicologica lontana dagli standard che le servono per trasformarsi nel muro che ha spesso lasciato a bocca aperta il pubblico di tutto il mondo.

STEPHENS-PLISKOVA E SVITOLINA-BERTENS
E pensare che la partita l’aveva iniziata meglio la trentenne di Brema, mancando due palle-break nei primi due game di risposta, ma non appena è andata sotto nel punteggio non è più riuscita a rialzarsi. Un black-out di tre game consecutivi le è costato il primo set, e malgrado nel secondo ce l’abbia messa tutta per restare in partita non è riuscita a tenere testa all’avversaria, non brillantissima ma comunque superiore in ogni zona del campo. Il break del 3-1, conquistato in un game eterno da 22 punti, non è servito perché la Stephens l’ha restituito subito dopo, mancando due chance del 4-1 e restituendo fiducia all’avversaria, capace di riacciuffarla sul 3-3. Ma non c’è stato verso, malgrado la scarsa concretezza della Stephens abbia provato in tutti i modi a darle sempre una seconda chance. La statunitense ha mancato altre tre palle-break (di fila) nell’ottavo game, ma alla quarta (e dodicesima del set) è riuscita finalmente a spezzare di nuovo l’equilibrio, chiudendo a zero nel successivo turno di battuta e portando a cinque i successi consecutivi contro la tedesca, sempre in due set. Evidentemente non ne soffre le trame di gioco, peculiarità che le ha permesso di chiudere il Gruppo Rosso al primo posto al suo esordio al torneo di fine anno, pur senza mai brillare particolarmente. Un traguardo che testimonia perfettamente la qualità non eccelsa di queste WTA Finals, e ribadisce che chiunque delle quattro giocatrici rimaste in corsa ha la possibilità di conquistare il successo finale. Per la Stephens sabato ci sarà la Pliskova, sin qui protagonista di un torneo di livello superiore (pur avendo vinto un incontro in meno), mentre l’altra semifinale vedrà di fronte Svitolina e Bertens. Le due giocatrici uscite dal Gruppo Bianco sembrano avere qualche carta in più, ma guai a spacciare delle impressioni per sicurezze.

WTA FINALS SINGAPORE - Seconda giornata Gruppo Rosso
Sloane Stephens (USA) b. Angelique Kerber (GER) 6-3 6-3

WTA FINALS SINGAPORE - Le semifinali
Sloane Stephens (USA) vs Karolina Pliskova (CZE)
Elina Svitolina (UKR) vs Kiki Bertens (NED)