Marco Caldara
22 October 2017

Garbine vuole riprendersi il suo numero uno

Garbine Muguruza risponde a Karolina Pliskova: batte in due set Jelena Ostapenko e può già pensare al big match di martedì, fondamentale in chiave qualificazione. I primi due incontri del Gruppo Bianco hanno dato indicazioni molto chiare, ma nel 2017 del tennis in gonnella non è davvero nulla da dare per scontato.
Per il momento la previsione di Venus Williams è tutt’altro che azzeccata. Alla vigilia delle WTA Finals, la statunitense aveva detto di aspettarsi tanti match combattutissimi, a causa di una superficie particolarmente lenta. Invece, la prima giornata del torneo di Singapore si è chiusa con due incontri senza particolare storia. Dopo il brutto 6-2 6-2 rimediato dalla stessa Williams contro una Pliskova in gran forma, è arrivato il 6-3 6-4 rifilato da Garbine Muguruza a Jelena Ostapenko, nell’unico duello del torneo fra due vincitrici Slam. Il precedente vinto qualche settimana fa a Wuhan dava coraggio alla lettone, ma a Singapore la musica è stata ben diversa. Le due settimane abbondanti di stop dopo il ritiro a Pechino sono servite alla Muguruza a risolvere finalmente il problema alla coscia sinistra che si è trascinata per l’intera trasferta asiatica, e si è presentata alle WTA Finals tirata a lucido, mentre la Ostapenko (l’unica delle tre debuttanti finita nel Gruppo Bianco) ha pagato lo scotto della prima volta, perdendo la bussola in fretta e ritrovandola soltanto nelle fasi finali, quando ormai non c’era più nulla da fare. A pesare sul match della lettone ci sono i ben 25 errori gratuiti, ma soprattutto il parziale di 7 giochi a 1 che ha ammazzato il confronto, permettendo alla spagnola di scappare dal 4-3 al 6-3 5-1. Una fase centrale del match in cui la tennista dell’Est è completamente mancata, con un atteggiamento un po’ troppo arrendevole e più tempo passato a catechizzare qualche raccattapalle non impeccabile (secondo lei), piuttosto che a capire come tenere in campo diritto e rovescio, contro una Muguruza brillante ma non imbattibile.
GARBINE SOFFRE SOLO NEL FINALE
La Ostapenko è riuscita a evitare la scoppola, e a vincere qualche game in più di Venus Williams (può contare molto o molto poco), con un parziale di tre giochi di fila, che ha tenuto il match in bilico fino alla fine e ha anche rischiato di riaprirlo. La lettone ha vinto un game, poi ha tolto la battuta alla Muguruza sul 5-3, ne ha vinto un altro ed è arrivata a soli due punti dal 5-5, cancellando due match-point consecutivi alla spagnola e costringendola alla parità. Ma se tanto era stata brava ad arrivare fino a lì, tanto non lo è stata nel vanificare tutto con due banali errori di rovescio. “La mia avversaria alla fine del match giocava molto bene – ha detto la Muguruza nell’intervista in campo –, ma sono riuscita a rimanere tranquilla e ho trovato una soluzione. Penso di aver giocato un bel match, non era semplice. Ho lottato e nei momenti importanti i miei colpi hanno funzionato. In un torneo come questo è fondamentale partire con il piede giusto”. Al termine della giornata la WTA si è affrettata a distribuire immediatamente ai giornalisti presenti a Singapore i possibili scenari per la qualificazione alle semifinali, anche se è ancora prestissimo. Anche perché il fatto che martedì ci saranno una contro l’altra Muguruza e Pliskova, le due vincitrici del Day 1, garantisce un Gruppo Bianco aperto fino all’ultima giornata. I primi due incontri hanno già delineato una situazione piuttosto chiara, ma il 2017 del tennis femminile ha insegnato che è sempre tutto possibile, anche l’ipotesi più remota. E non si può dimenticare il Masters di dodici mesi fa, vinto a sorpresa da Dominika Cibulkova. La stessa che perse i suoi primi due match del round robin.

WTA FINALS SINGAPORE – GRUPPO BIANCO
Garbine Muguruza (ESP) b. Jelena Ostapenko (LAT) 6-3 6-4
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