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Wimbledon pensa all'erba sintetica!

La grande usura dei campi e la richiesta di più match sul Centre Court stanno convincendo gli organizzatori di Wimbledon a una sperimentazione: inserire una piccola percentuale di erba sintetica sui prati di Church Road. Non si dovrebbe andare oltre il 10%: la soluzione è già stata sperimentata sul rugby, con buoni risultati.

La notizia non è così clamorosa. Tuttavia, l'inserimento di un po' di erba sintetica sui prati di Wimbledon, il tempio della tradizione, sarebbe comunque una rivoluzione. Chiariamo: non c'è il rischio che gli storici campi in erba naturale vengano sostituiti dalla superficie del calcetto. Semplicemente, c'è l'idea di creare una mescola tra erba naturale e sintetica in modo da aumentare durata e resistenza dei campi, garantendo più partite sui campi principali. Ma andiamo con ordine. Il Daily Mail ha rivelato che gli organizzatori di Wimbledon ci stanno pensando sul serio: sarebbe già a buon punto l'idea di realizzare di un campo di allenamento nella nuova mescola. Anni fa, la scelta di eliminare la festuca perenne (con l'effetto collaterale di rallentarli parecchio) fu fatta proprio per questo motivo: migliorare la resistenza dei prati, sempre più inermi al cospetto dei movimenti dei giocatori. A quanto pare, il campo in loglio perenne non è sufficiente a evitare un'usura importante. Per questo, il passaggio successivo sarebbe l'inserimento di qualche zolla di erba artificiale. A quanto pare, il progetto sarà testato a livello di club prima di essere presentato ai professionisti. Non sarebbe una novità assoluta, poiché nel rugby una piccola percentuale di erba sintetica viene mischiata a quella naturale in modo da migliorare la resistenza del terreno.

PERCENTUALI ACCETTABILI
Alla base del progetto ci sono un paio di ragioni: oltre alla necessità di avere campi migliori e resistenti, c'è il desiderio di giocare più match sui campi principali, magari equilibrando gli incontri maschili e femminili. In questo momento, il programma quotidiano sul Centre Court e sul Campo 1 prevede tre match al giorno, quasi sempre due maschili e uno femminile. La richiesta di avere più match femminili è pressante: il Comitato Esecutivo dell'All England Club non è indifferente alle pressioni. “In un mondo ideale, ci piacerebbe avere quattro match al giorno sul Centre Court e sul Campo 1 – ha detto Tim Henman, membro del comitato – ma la gente non deve dimenticare che si gioca su una superficie naturale. Devi avere i campi principali per 13 giorni, ma se lo bruci nei primi cinque diventa un problema”. Sembrerebbe che il percorso verso la superficie ibrida sia a buon buon punto, incoraggiato da quanto avviene negli altri sport. Secondo Henman, in questo momento i campi da calcio sono artificiali al 3%. “Ovviamente stiamo cercando di capire che aspetto avrà un campo da tennis al 5% artificiale, o magari al 10%”. L'ex numero 4 ATP, nonché quattro volte semifinalista ai Championships, si rifà all'eperienza avvenuta in altri paesi. I campi in erba naturale sono progressivamente scomparsi negli Stati Uniti, in Australia e in India. Il motivo risiede nei costi di una manutenzione in grado di tenere i campi in discrete condizioni. “È un'area che si deve evolvere, e potrebbe essere rilvante per Wimbledon”.

"NON C'È NIENTE DI PEGGIO DI UN CATTIVO CAMPO IN ERBA"
In effetti, alla crescita tecnologica dell'attrezzatura (racchette, corde, palline) non si è accompagnata una corretta evoluzione delle superfici, ad eccezione della scomparsa della festuca perenne. Il gioco è più potente, i giocatori restano a fondocampo e questo crea un impressionante consumo del campo intorno alla linea di fondo: normale pensare a qualcosa di nuovo, anche perché attualmente sono necessari 51 milioni di piante per tenere in vita il solo Centre Court, il quale – ovviamente – viene utilizzato soltanto durante le due settimane di Wimbledon. Come detto, esistono varie opzioni di lavorazione dei campi: la percentuale in erba sintetica può variare. “Ci stiamo avvicinando a uno scenario in cui metteremo una superficie ibrida su uno dei campi di allenamento – ha concluso Henman – sappiamo che un campo sintetico al 100% non è il massimo, ma noi guardiamo al 3, al 5, al 10%: quali saranno le sensazioni sotto i piedi? Come ci si muoverà? Non c'è niente di meglio di un buon campo in erba, ma non c'è niente di peggio di un cattivo campo in erba. In generale, la gente ha la percezione che una caduta su un campo artificiale può fare male, ma se funziona nel rugby...”. In effetti, con l'evoluzione del tennis verso una battaglia da fondocampo, l'usura dei campi di Wimbledon si è concentrata solo su alcune zone del campo, con effetti pratici (ed estetici) non sempre piacevoli. Se un campo in erba sintetica sarebbe un attentato alla tradizione, una piccola percentuale potrebbe rappresentare una soluzione. Quantomeno, un'idea. Vedremo.

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