04 September 2014

Il campo da tennis della Casa Bianca

È il più esclusivo campo da tennis del mondo, al 1600 di Pennsylvania Avenue a Washington. L’ha voluto a inizio ‘900 Theodore Roosevelt ma adesso Barack Obama… Di Lorenzo Cazzaniga - 4 settembre 2014   Uno dei primi interventi di Barack Obama, dopo essersi insediato alla Casa Bianca il 20 gennaio 2009 come primo Presidente afroamericano nella storia degli Stati Uniti, ha indispettito non poco gli integralisti del tennis che l’hanno votato. Obama, noto appassionato di basket, ha infatti chiamato una squadra di imbianchini e chiesto che sul campo da tennis della Casa Bianca venissero tinteggiate anche le righe della pallacanestro. Agli estremi, avrebbe poi montato due canestri, per sollazzarsi nei pochi momenti liberi. È stato così deturpato il più esclusivo campo da tennis del mondo, costruito per volere di Theodore Roosvelt nel 1902 ( nella parte sud del lato ovest, prima di essere spostato ancora più a sud), il primo Presidente-tennista, capace di sfidare anche la terribile umidità delle estati nel District of Columbia pur di scambiare quattro palle, lasciando spesso ad attendere nelle sale della Casa Bianca, diplomatici accorsi a discutere le sorti del mondo. Come avversari sceglieva giovani impiegati del governo, «spesso diventati in seguito cari amici e suoi consiglieri personali», come ha scritto George Sullivan nel volume How the White House Really Works. Una troupe di amici-tennisti presto ribattezzata The Tennis Cabinet. LA GELOSIA DI JIMMY CARTER Ma Roosevelt non è stato l’unico fanatico tennista ad aver occupato lo studio ovale. Gerald Ford e Jimmy Carter non avevano la sua stessa passione ma giocavano con una certa costanza, mentre Warren Harding era soprattutto un voyeur: «Spesso trovavi sul campo campioni come Big Bill Tilden e Little Bill Johnston. E il Presidente osservava attento» ha raccontato lo scrittore William Starling. Il suo successore, Calvin Coolidge (già, anche questi nomi ai più sconosciuti hanno ricoperto il ruolo di Uomo Più Potente del Mondo, come spesso ci si riferisce allo US President), ma i suoi due figli, Calvin Jr. e John, non perdevano occasione di giocare un match. La tragedia arrivo nel 1924: Calvin Jr. si procurò una vescica all’alluce destro, mal curata al punto da divenire setticemia, un’infezione del sangue che ne ha causato la scomparsa una settimana dopo. Non sono mancati altri episodi curiosi: una volta il vice presidente Spiro Agew ha colpito il suo compagno di doppio con un servizio potente, al punto che il Presidente Nixon, con dubbio sense of humour, gli disse di andare a negoziati in Cambogia armato di racchetta da tennis. Così come Jimmy Carter pare non avesse piacere a lasciar giocare chicchessia senza il suo consenso. Tanti preferivano attendere che fosse lontano da Washington ma, anche si fosse trovato sull’Air Force One, vi era l’obbligo di chiamare il capo steward Charles Palmer per ottenere il permesso, quasi fosse la receptionist di un comune tennis club. SENZA DIFESE NUCLEARI Ma per trovare un altro tennis addicted in stile Roosevelt si è dovuto attendere l’insediamento di George Bush Senior. È rimasta celebre la sua fuga da una funzione religiosa in California per correre a giocare un’oretta in un prestigioso tennis club di Los Angeles. Peccato che, nella foga, abbia seminato anche l’ufficiale incaricato di conservare i codici segreti in caso di attacco militare. Per alcuni minuti, gli Stati Uniti non avrebbero potuto accedere alle difesi nucleari a causa di un tipico match di tennis domenicale. Nella sua posizione di Presidente, Bush Sr. ha avuto l’occasione di invitare diversi fuoriclasse a palleggiare sul campo della White House, da Bjorn Borg a Pete Sampras, da Chris Evert a Pam Shriver, col figlio Jeb a far da quarto per un bel doppio. Tuttavia, preoccupato di mostrarsi fanatico di quello che era ancora considerato uno sport per ricchi, da country club, Bush Sr. preferiva giocare sui campi indoor dell’Hart Senate Office Building, lontano da occhi indiscreti. Ma per assicurarsi che il campo della Casa Bianca fosse comunque in perfetto ordine, nominò il figlio Marvin come custode ufficiale (sic). Ma Bush Sr. è stato l’ultimo presidente-tennista: Bill Clinton ha fatto un’apparizione poco fortunata a Parigi nel 2001 (appena arrivato sullo Chatrier ad ammirare Andre Agassi, il Kid di Las Vegas cominciò ad essere preso a pallate da Sebastien Grosjean) e George Bush figlio era poco avvezzo allo sport (con qualche leggera propensione per il baseball). Poi è arrivato Barack e al 1600 di Pennsylvania Avenue è comparsa la mezza luna del tiro da tre punti. Ah, se Roosevelt potesse intervenire…  

È il più esclusivo campo da tennis del mondo, al 1600 di Pennsylvania Avenue a Washington. L’ha voluto a inizio ‘900 Theodore Roosevelt ma adesso Barack Obama…



Di Lorenzo Cazzaniga - 4 settembre 2014

 
Uno dei primi interventi di Barack Obama, dopo essersi insediato alla Casa Bianca il 20 gennaio 2009 come primo Presidente afroamericano nella storia degli Stati Uniti, ha indispettito non poco gli integralisti del tennis che l’hanno votato. Obama, noto appassionato di basket, ha infatti chiamato una squadra di imbianchini e chiesto che sul campo da tennis della Casa Bianca venissero tinteggiate anche le righe della pallacanestro. Agli estremi, avrebbe poi montato due canestri, per sollazzarsi nei pochi momenti liberi. È stato così deturpato il più esclusivo campo da tennis del mondo, costruito per volere di Theodore Roosvelt nel 1902 ( nella parte sud del lato ovest, prima di essere spostato ancora più a sud), il primo Presidente-tennista, capace di sfidare anche la terribile umidità delle estati nel District of Columbia pur di scambiare quattro palle, lasciando spesso ad attendere nelle sale della Casa Bianca, diplomatici accorsi a discutere le sorti del mondo. Come avversari sceglieva giovani impiegati del governo, «spesso diventati in seguito cari amici e suoi consiglieri personali», come ha scritto George Sullivan nel volume How the White House Really Works. Una troupe di amici-tennisti presto ribattezzata The Tennis Cabinet.

LA GELOSIA DI JIMMY CARTER
Ma Roosevelt non è stato l’unico fanatico tennista ad aver occupato lo studio ovale. Gerald Ford e Jimmy Carter non avevano la sua stessa passione ma giocavano con una certa costanza, mentre Warren Harding era soprattutto un voyeur: «Spesso trovavi sul campo campioni come Big Bill Tilden e Little Bill Johnston. E il Presidente osservava attento» ha raccontato lo scrittore William Starling. Il suo successore, Calvin Coolidge (già, anche questi nomi ai più sconosciuti hanno ricoperto il ruolo di Uomo Più Potente del Mondo, come spesso ci si riferisce allo US President), ma i suoi due figli, Calvin Jr. e John, non perdevano occasione di giocare un match. La tragedia arrivo nel 1924: Calvin Jr. si procurò una vescica all’alluce destro, mal curata al punto da divenire setticemia, un’infezione del sangue che ne ha causato la scomparsa una settimana dopo. Non sono mancati altri episodi curiosi: una volta il vice presidente Spiro Agew ha colpito il suo compagno di doppio con un servizio potente, al punto che il Presidente Nixon, con dubbio sense of humour, gli disse di andare a negoziati in Cambogia armato di racchetta da tennis. Così come Jimmy Carter pare non avesse piacere a lasciar giocare chicchessia senza il suo consenso. Tanti preferivano attendere che fosse lontano da Washington ma, anche si fosse trovato sull’Air Force One, vi era l’obbligo di chiamare il capo steward Charles Palmer per ottenere il permesso, quasi fosse la receptionist di un comune tennis club.

SENZA DIFESE NUCLEARI
Ma per trovare un altro tennis addicted in stile Roosevelt si è dovuto attendere l’insediamento di George Bush Senior. È rimasta celebre la sua fuga da una funzione religiosa in California per correre a giocare un’oretta in un prestigioso tennis club di Los Angeles. Peccato che, nella foga, abbia seminato anche l’ufficiale incaricato di conservare i codici segreti in caso di attacco militare. Per alcuni minuti, gli Stati Uniti non avrebbero potuto accedere alle difesi nucleari a causa di un tipico match di tennis domenicale. Nella sua posizione di Presidente, Bush Sr. ha avuto l’occasione di invitare diversi fuoriclasse a palleggiare sul campo della White House, da Bjorn Borg a Pete Sampras, da Chris Evert a Pam Shriver, col figlio Jeb a far da quarto per un bel doppio. Tuttavia, preoccupato di mostrarsi fanatico di quello che era ancora considerato uno sport per ricchi, da country club, Bush Sr. preferiva giocare sui campi indoor dell’Hart Senate Office Building, lontano da occhi indiscreti. Ma per assicurarsi che il campo della Casa Bianca fosse comunque in perfetto ordine, nominò il figlio Marvin come custode ufficiale (sic). Ma Bush Sr. è stato l’ultimo presidente-tennista: Bill Clinton ha fatto un’apparizione poco fortunata a Parigi nel 2001 (appena arrivato sullo Chatrier ad ammirare Andre Agassi, il Kid di Las Vegas cominciò ad essere preso a pallate da Sebastien Grosjean) e George Bush figlio era poco avvezzo allo sport (con qualche leggera propensione per il baseball). Poi è arrivato Barack e al 1600 di Pennsylvania Avenue è comparsa la mezza luna del tiro da tre punti. Ah, se Roosevelt potesse intervenire…
 
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