20 April 2014

Wawrinka Principe, Federer cede al terzo

Stan cede il primo set per 6-4 ma vince il tie-break del secondo e domina al terzo. I due si erano allenati insieme in mattinata. Primo Masters 1000 per il 29enne di Losanna...

Wawrinka principe, federer cede al terzo

Da Monte-Carlo, Cristian Sonzogni - foto Getty Images

 

Il sogno di Roger Federer di vincere a Monte-Carlo si infrange nel tie-break del secondo set. Da lì, Stan Wawrinka cambia marcia, si scrolla di dosso la tensione che lo aveva frenato fin dal principio e dimostra che quel numero 3 al mondo che il computer dell'Atp gli assegna non è affatto eccessivo. Il 29enne di Losanna trionfa per la prima volta in un Masters 1000 dopo i tentativi falliti in finale a Roma e a Madrid. Ma soprattutto lo fa mettendo in un angolo quello che per anni è stato il numero 1, quello che viene considerato il più forte di ogni epoca. Eppure era stato Roger a partire meglio, con un break al quinto gioco e un atteggiamento molto positivo: aggressivo e spesso a rete, ma pure in grado di difendersi splendidamente sulle iniziative dell'avversario. Dopo un secondo parziale equilibrato e con un break per parte, è stato dunque il tie-break a decidere la sfida. E non è bastato un miracolo al volo di Federer sul punto del 3-4 per mettere paura a Wawrinka, capace di giocare gli ultimi punti col piede sull'acceleratore fino a chiudere per 7-5 alla terza occasione utile. Il match (che nel frattempo era stato interrotto qualche minuto per una spruzzata di pioggia) purtroppo è finito lì, perché in avvio di terzo set un calo di Re Roger ha permesso al suo connazionale di prendere subito un break di vantaggio. Sul 2-0 Wawrinka, un tentativo di palla corta a metà rete del basilese è stato il segno della resa, e il doppio break ha sancito la conclusione del confronto: 4-6 7-6 6-2 in due ore e 13 minuti.

 

In tutto questo, però, ha vinto soprattutto il tennis. Perché solo nel nostro sport può accadere che i due finalisti si allenino insieme per preparare l'ultimo atto (è accaduto questa mattina sul Centrale). E perché era da anni che sulla terra, in un grande torneo, non si vedeva un match come questo: due rovesci a una mano, discese a rete in quantità e giocate di fino da entrambe le parti. Uno spot che ci consegna qualcosa di molto diverso dalle sfide Nadal-Djokovic, ma anche da quelle dello stesso Federer con uno di questi due. L'impressione è che le condizioni di gioco si stiano velocizzando, più per le palle che per i campi, e questo dà ai giocatori d'attacco un certo margine per abbattere i muri di chi sulla terra (ma pure sul cemento) poteva imbastire lunghi scambi da fondo. Per Wawrinka si tratta della conferma dopo la vittoria in Australia, e con un bottino di 3000 punti in due tornei l'elvetico si conferma il vero nome nuovo del circuito. Fa specie questa definizione appiccicata a un giocatore di 29 anni, ma è l'ennesima dimostrazione che nel tennis di oggi non si inventa nulla. Non basta il talento. C'è bisogno di lavorare, trovare equilibrio, capire come si gestisce il proprio fisico, la propria testa, la tensione di certi match. Stan ci è riuscito ora, è chissà che questo non sia uno stimolo per i tanti potenziali emergenti che in realtà non sono ancora riusciti ad emergere, almeno a livello di top 10: Dimitrov, Gulbis, il nostro Fognini, Dolgopolov.

 

Finale a parte, il torneo ha proposto un paio di sorprese negative: la sconfitta nei quarti di Rafael Nadal e, per gli italiani, il ritorno al passato di Fabio Fognini, che non si è fatto degli amici litigando col mondo durante il match perso con Tsonga. Ma nel complesso il Masters 1000 monegasco, primo grande evento della stagione sul rosso, va in archivio con un bilancio positivo. “Abbiamo toccato un altro record di spettatori presenti durante la settimana – spiega il direttore Zeljko Franulovic – arrivando a quota 131.472. Mi considero fortunato a poter guidare un evento come questo, che cresce di anno in anno in popolarità, di pari passo con quella del tennis in generale. La ciliegina sulla torta è stata il ritorno dopo due anni di Roger Federer, che ci ha pure fatto il regalo di arrivare in fondo. Ma voglio spendere due parole anche per Novak Djokovic, che ha mostrato grande rispetto per il pubblico giocando ad alti livelli nonostante il dolore al braccio. Dove si può migliorare? Nei dettagli, come cerchiamo di fare a ogni edizione”.

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