Stan perde, ma ha ritrovato forma e fiducia

A piccoli passi, Stan Wawrinka ha finalmente ritrovato una condizione fisica che gli permette di essere competitivo. Ci ha messo più di quanto si aspettasse, e difficilmente brillerà a Wimbledon, ma può tornare a porsi ambizioni importanti. "Ci sono alcuni dettagli - dice - che magari non saranno mai più gli stessi. Ma sono vicino al 100%".
In attesa di capire come l’anca di Andy Murray reagirà ai prossimi sforzi, fra tutti i big finiti in infermeria fra 2016 e 2017 Stan Wawrinka resta l’unico che dopo il rientro nel Tour non ha ancora trovato un rendimento degno del suo nome. Vuoi per un fisico più massiccio rispetto ad altri, vuoi per un infortunio tanto serio (al ginocchio, con due operazioni) da fargli addirittura meditare di dire basta, il 33enne di Losanna è sempre parso lontano dal suo miglior tennis, tanto da partire e fermarsi almeno un paio di volte, per lavorare dal punto di vista fisico. Tuttavia, finalmente i problemi sembrano alle spalle, la fiducia sta tornando, e Stan ha ripreso a sentirsi come si deve. Una situazione confermata dal buon match giocato al Queen’s contro Sam Querrey: si è arreso al terzo, dopo aver mancato ben sette set-point per chiudere il primo set (poi perso), ma il torneo londinese gli ha lasciato tante indicazioni positive. L’erba non sarà mai la sua superficie ideale, tanto che a Wimbledon è arrivato appena quattro volte alla seconda settimana (e mai oltre i quarti di finale), ma i prati possono essere un bel test: se si sente bene lì, dove ha sofferto per tutta la carriera, vuol dire che la strada è quella giusta. “La cosa più importante – ha raccontato – è che mi sento molto bene in allenamento: sono felice del modo in cui mi alleno, di come mi muovo e del mio tennis attuale. Ora tutto ciò di cui ho bisogno è continuare a giocare incontri come quello con Querrey o il precedente, e riprendere a vincere per recuperare pian piano la fiducia. Devo abituarmi di nuovo a giocare i punti importanti e affrontare gli incontri con la giusta mentalità. È una questione di abitudine, di sapere cosa fare e quando farlo. Dopo che hai giocato dieci incontri come questo, sai esattamente cosa devi fare sul 5-5, come affrontare il tie-break e via dicendo. Questo è il modo per ricominciare a vincere”.
"NON SONO LONTANO DAL 100%"
Dopo la sconfitta contro Guillermo Garcia-Lopez al primo turno del Roland Garros, che l’ha portato fuori dai primi 250 del mondo, lo svizzero aveva parlato dell’ipotesi di tornare addirittura a giocare qualche Challenger, ma per uno col suo cognome è pronta una wild card in qualsiasi torneo desideri. E poi, giocando nel circuito maggiore, gli basterebbe riprendere a vincere con continuità per ritrovare un posto fra i primi 100. “Ci sono alcuni dettagli, in campo, che non sono ancora gli stessi, e magari non lo saranno mai più, ma credo di essere di nuovo nelle condizioni giuste per giocare il mio miglior tennis. Sarà sufficiente? Lo vedremo”. La buona notizia è che pare aver convinto Magnus Norman a continuare insieme a lui, dopo il riavvicinamento delle scorse settimane, seguito a un addio – a fine 2017 – che lo stesso Wawrinka era sembrato non gradire affatto. “Dopo l’operazione – ha aggiunto – ho ricominciato da zero. Il mio primo allenamento fisico è stato una semplice camminata. La parte più complessa è mantenere la serenità anche nei momenti più difficili, e accontentarsi di ciò che si riesce a fare. Quando parti da zero e riesci a finire una sessione d’allenamento di 20 o 30 minuti, devi essere contento, e pensare positivo. Anche se nel mio caso è andata così per mesi, quindi è diventato un po’ difficile. Quando un giocatore rientra da un’operazione, ci sono vari livelli di condizione fisica da recuperare, e non si può pretendere di riuscire subito a fare tutto. Io sto ragionando step by step, e l’ultimo passo di questa scala è riuscire a essere fisicamente al 100%, per stare in campo per cinque ore. Penso di esserci vicino. Magari non vincerà di nuovo un torneo del Grande Slam, magari a 33 anni non tornerà più fra i primi 5 (mica tutti si chiamano Federer), ma nel tennis di alto livello può ancora esserci un posticino anche per lui.
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