SECONDO BLOCCO – La stagione asiatica non entusiasma. I problemi principali sono due: in primis, abbiamo troppi tornei di livello (soprattutto in campo femminile), in secundis c'è poco pubblico. Gli organizzatori asiatici, tuttavia, possono permettersi di organizzare ugualmente eventi di livello. “Difficilmente si potrà tornare indietro, ma spero che possa succedere. Non mi piacciono tutti questi eventi in Cina”. Le scelte opposte di Karolina Pliskova e Simona Halep: la prima sceglie di rimanere senza coach, mentre la seconda ha aggiunto Andrei Pavel. Quale delle due ha fatto la scelta migliore? “La Pliskova non era convinta delle idee di Kotyza, credo che abbia fatto bene a chiudere, in attesa di trovare un coach più adatto alla sua mentalità, aggressiva ma non estrema come gli chiedeva Kotyza”. Emerge la figura di Beatriz Haddad Maia, alla sua prima finale in carriera. A noi ricorda un po' Petra Kvitova. “Tecnicamente fa girare di più la palla rispetto alla Kvitova, tuttavia il paragone non è del tutto sbagliato” dice Jacopo. Torniamo sull'argomento dell'omosessualità nel tennis: c'è la bella storia di Conny Perrin e Tara Moore, che fanno coppia sia in campo che fuori: l'anno prossimo si sposeranno. Tuttavia, poche giocatrici – anche nel circuito WTA – hanno fatto coming out, al di là delle voci. Come mai? Forse c'è paura di di perdere gli sponsor? “Non ne sono tanto sicuro” dice Jacopo. A chiudere, spazio per le vostre domande.
-
Riflessioni su Johanna Konta e Caroline Garcia. Chi farà meglio?
-
Come fanno i tornei asiatici ad andare avanti, visto che non hanno pubblico?
-
Un pensiero sull'imprevedibile Benoit Paire.
-
E se il successo della Laver Cup fosse dovuto soprattutto al fattore novità? I big la giocheranno con continuità?