23 August 2012

Us Open Story 2/4 (1978-1989)

Ecco la seconda puntata con la storia dello Slam newyorkese. Arriva Flushing Meadows e il cemento: l'avvento di McEnroe, i trionfi di Lendl e l'eterna sfida tra Chris e Martina...

Us open story 2/4 (1978-1989)

di Daniele Rossi - foto Getty Images

1978 - 1981 (FLUSHING MEADOWS)

MAC CONTRO BJORN, METEORA AUSTIN

Nuova sede, nuovo impianto, nuova superficie, ma vecchi vincitori. Gli Us Open nel 1978 abbandonano il vecchio Tennis Club di Forest Hills, per trasferirsi nel cuore di New York, a Flushing Meadows. Il colore dei campi è sempre verde, ma il fondo è di duro cemento, il primo Slam a dotarsi di questa superficie. Vecchi vincitori si diceva, perché il tennis infatti continua a parlare a stelle e strisce, quelle di Jimmy Connors e Chris Evert.

Il mancino di Belleville dimostra di adattarsi subito ai nuovi campi e al nuovo pubblico, sicuramente più chiassoso e meno elitario di quello di Forest Hills e per questo più vicino al temperamento del campione americano. Connors, salvatosi dal baratro negli ottavi contro Panatta, si vendica della sconfitta subita a Wimbledon, battendo nettamente Bjorn  Borg, sempre a mal partito sul cemento e con le luci artificiali. Con questa vittoria Jimbo mette a segno un record imbattibile: sarà l'unico giocatore in grado di vincere gli Us Open su tre superfici diverse.

L'ex fidanzata di Connors, Chris Evert, mette a segno la sua quarta vittoria consecutiva, non soffrendo minimamente il cambio di superficie; a farne le spese in finale è la giovanissima attaccante Pam Shriver,

Sono ancora giovani e americani i campioni degli Us Open 1979. John McEnroe conquista il suo primo di sette Slam proprio a casa sua, stroncando Connors in semifinale e Gerulaitis in una finale a senso unico. La Evert conquista la sua quinta finale consecutiva, ma è costretta ad arrendersi di fronte ad una sua piccola “clone”. Tracy Austin, regolare e solida come la Evert, prevale su Chris in finale diventando la più giovane vincitrice della storia a soli 16 anni e 8 mesi.

Gli Us Open 1980 sono il teatro della vendetta di John McEnroe. “The Genius” a Wimbledon aveva dato vita con Borg alla più grande partita di tutti tempi, che alla fine aveva sorriso allo svedese. Il mancino di Wiesbaden si prende dunque la rivincita a New York, distruggendo ancora una volta le velleità di Grande Slam di Borg. La finale non è stata bella come quella sui prati dei Championships, ma lo spettacolo c'è stato lo stesso e alla fine ha prevalso il talento di McEnroe per 6-4 al quinto.

Torna a vincere Chris Evert, che in finale ha dovuto imbrigliare l'imprevedibile talento della giovane cecoslovacca Hana Mandlikova.

Nel 1981 si replica: ancora McEnroe contro Borg. Le gerarchie però si sono rovesciate: John è il numero uno del mondo, in rampa di lancio e quasi imbattibile; Bjorn è agli sgoccioli della sua incredibile carriera. A soli 26 anni appare triste e demotivato e perso il primo set della finale, lo svedese cede progressivamente e diserta la cerimonia di premiazione. Sarà la sua ultima finale in uno Slam.

Vittoria numero due per Tracy Austin, che concede il bis dopo il 1979. L'americana sconfigge in finale per 1-6 7-6 7-6, il nuovo fenomeno del tennis mondiale, Martina Navratilova, che in semifinale aveva dato il primo dispiacere a Flushing Meadows alla sua amica e futura rivale di mille battaglie Chris Evert.

1982-1989 (FLUSHING MEADOWS)

IVAN E MARTINA, SPIRA IL VENTO DELL'EST

Il ritiro di Bjorn Borg coincide con il ritorno in grande stile di Jimmy Connors. Il trentenne dell'Illinois, sopraffatto dalla rivalità fra Mac e lo svedese, era passato in secondo piano, ma piazza la base agli Us Open 1982 per segnare la sua riscossa. Dopo la vittoria a Wimbledon, Connors concede il bis a Flushing Meadows, battendo uno che farà del Center Court, la sua seconda casa, Ivan Lendl. Il cecoslovacco, ancora acerbo, batte in semifinale McEnroe, ma è costretto ad arrendersi di fronte all'esperienza di Jimbo.

Ancora una volta a braccetto di Connors, la Evert firma il suo sesto successo, smarrendo un solo set in tutto il torneo e battendo in finale la Mandlikova.

Discorso analogo nel 1983. Connors, conquista il suo quinto Us Open e il suo ottavo e ultimo Slam in carriera. Battuto ancora una volta in finale, Lendl che sarà una presenza costante da qui fino al 1989.

Inizia invece ad imporre la sua dittatura Martina Navratilova, che vince il torneo senza perdere un set e lasciando appena quattro giochi in finale a Chris Evert.

Il 1984 è l'anno di McEnroe e Navratilova, che replicano la vittoria ottenuta a Wimbledon. John termina il suo anno di grazia strapazzando Lendl in finale, vendicandosi della sconfitta che gli ha rovinato la carriera al Roland Garros, mentre Martina vince il suo sesto Slam consecutivo battendo ancora la Evert, questa volta in partita fino all'ultimo.

Nel 1985 sventola la bandiera della Cecoslovacchia, anche se Lendl ha da tempo optato per la nazionalità americana. Al suo quarto tentativo, finalmente Ivan il Terribile vince il suo primo di tre consecutivi Us Open, battendo nettamente McEnroe, alla sua ultima finale Slam.

Cecoslovacca di nome e di fatto, Hana Mandlikova riesce a trovare uno spiraglio nel duopolio Navratilova-Evert, battendo proprio Martina in un'emozionante finale conclusasi al tie-break del terzo set.

La Navratilova avrà modo di rifarsi nel 1986. Salvati tre match point in semifinale contro Steffi Graf, la mancina di Praga batte in finale un'altra sua connazionale, Helena Sukova, capace di raccogliere solo cinque giochi.

Altrettanto a senso unico è stata la finale maschile, che ha visto protagonista ancora una volta Lendl, capace di perdere un solo set in tutto il torneo, prima di demolire un altro cecoslovacco, “Gattone” Mecir, spazzato via in tre parziali.

Nel 1987 Ivan e Martina culminano il loro dominio con un'altra vittoria a braccetto. Lendl batte nei quarti McEnroe e in semifinale il sempiterno Connors, per poi trionfare in una durissima finale contro Mats Wilander. La Navratilova centra il suo Slam numero 17, battendo nel title-match la sua erede al trono Steffi Graf.

Proprio la tedesca, firmerà il suo incredibile 1988 con la vittoria degli Us Open. La Graf conclude la  sua strepitosa cavalcata centrando il GOLDEN SLAM (tutti e quattro gli Slam, più la medaglia d'oro olimpica). Battuta in finale la bella argentina Gabriela Sabatini, che prova rovinarle la festa togliendole il secondo set.

Va vicino al Grande Slam anche Mats Wilander, capace di vincere gli Australian Open, il Roland Garros e appunto gli Us Open. In finale si vendica del solito Lendl, in una partita bella ed emozionante decisasi solo al quinto set.

Il 1989 segna la fine di un'epoca e di un decennio di tennis di livello stratosferico. Chris Evert abbandona le scene, dopo la sconfitta ai quarti di finale con Zina Garrison. In 19 apparizioni agli Us Open, Chris ha collezionato ben 9 finali vincendone 6. Straordinaria. La Graf completa il passaggio generazionale battendo in finale l'irriducibile Navratilova, ma il talento di Steffi e l'età di Martina giocano a favore della futura signora Agassi.

Boris Becker bissa il successo di Wimbledon battendo in quattro set Ivan Lendl, alla sua ultima e ottava finale consecutiva a Flushing Meadows.

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