Non sapremo mai quanto Lesia Tsurenko stesse male davvero nell’ottavo di finale dello Us Open contro Marketa Vondrousova e quanto fosse invece frutto di una strategia per deconcentrare l’avversaria, come da “denuncia” della ceca, che
le ha apertamente dato dell’imbrogliona. Tuttavia,
sembra ormai certo che qualche problema ci fosse sul serio, perché la giocatrice ucraina se l’è portato anche nel quarto di finale contro Naomi Osaka, ma senza la stessa fortuna. Troppo forte la giapponese di padre haitiano – e cresciuta negli Stati Uniti – per lasciarsi sorprendere da un’avversaria menomata, tanto che il duello che ha aperto il programma dell’Arthur Ashe è finito con un doppio 6-1 in 57 minuti, finendo dritto dritto nel’elenco delle sette partite del torneo durate meno di un’ora. Curiosamente, in ben tre la vincitrice è stata la giapponese, che ha agguantato la sua prima semifinale Slam con il minimo sforzo, riportando la sua bandiera così avanti in un Major femminile dal 1996, quando Kimiko Date si giocò contro Steffi Graf l’accesso alla finale sui prati di Wimbledon. Dopo il suo successo negli ottavi contro Aryna Sabalenka, l’unico impegnativo del suo torneo,
il sito web dello Us Open poneva ai lettori una domanda: Naomi Osaka è pronta per vincere uno Slam? Per avere una risposta è ancora presto, ma la 20enne nata a Osaka (!) ha già vinto a Indian Wells, il torneo che più si avvicina ai Major, e intanto al successo di due giorni fa se n’è aggiunto un altro, con il minimo sforzo. Della partita c’è davvero poco da dire: stavolta il body language della Tsurenko non era nemmeno così male, ma tutto il resto non è stato all’altezza di un quarto Slam.