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Marco Caldara
29 August 2018

US Fognini mette il 3° turno nel mirino

Vestito con un completo ispirato alla bandiera statunitense, Fabio Fognini supera il primo turno allo Us Open, tenendo a bada in quattro set il tennis esuberante della wild card Michael Mmoh, numero 120 ATP. Per il ligure qualche brivido nel finale, ma l'importante era raggiungere Millman al 2° round.
Menomale che c’è Fabio Fognini. Tanto bistrattato, ma spesso fondamentale. In una seconda giornata dello Us Open avara di soddisfazioni per il tricolore, con Cecchinato fermato da Benneteau, Travaglia steso da crampi e capogiri, e Gaio chiuso da David Goffin, a regalare almeno una piccola soddisfazione all’Italia ci ha pensato il numero uno azzurro, che a New York era atteso al varco dopo i fattacci di dodici mesi fa. Aveva lasciato gli States a testa bassa, battuto da Travaglia e poi multato e allontanato per gli insulti in mondovisione alla giudice di sedia, mentre stavolta ha agguantato almeno il secondo turno, dandosi una chance per sfruttare un tabellone invitante grazie al successo per 4-6 6-2 6-4 7-6 sul ventenne Michael Mmoh, il tennista dei cinque continenti. Gioca per gli Stati Uniti perché è cresciuto a Washington, ma è nato in Arabia Saudita, da padre nigeriano e madre metà irlandese e metà australiana. Un mix che tocca America, Africa, Asia, Europa e Oceania, e ha regalato agli States un discreto prospetto, cresciuto nel mito di Andy Roddick, che ricorda per la poca voglia di scambiare e la velocità del diritto. Il problema è che per battere Fognini in uno Slam serve di più rispetto a un set di pallate, perché al meglio dei cinque set le partite sono lunghe, e appena il braccio inizia a stancarsi il numero dei vincenti cala, complicando la faccenda. È esattamente ciò che è successo nel secondo set, quando Fabio ha lasciato da parte la negatività e invece che concentrarsi su ciò che lo infastidiva ha iniziato a pensare positivo, cercando la strada per spegnere la furia del numero 120 del mondo, ancora a caccia del primo successo Slam alla sua quarta apparizione.
FOGNINI CHIUDE COL BRIVIDO
Una volta trovata la strada da percorrere, a Fognini è bastato poco per mettere all’angolo il rivale: ha giocato un gran secondo set, con 15 colpi vincenti e il 92% di punti con la prima, l’ha vinto per 6-2 e poi si è fatto bastare un break in avvio per prendersi anche il terzo, e spegnere l’entusiasmo del pubblico. Il break che gli ha dato il 2-1 nel quarto, dopo la sospensione di dieci minuti per la “extreme heat policy”, pareva un sinonimo dei titoli di coda, invece Fognini si è distratto e ha restituito il vantaggio, ridando al rivale la voglia di provarci fino alla fine. Un’occasione che Mmoh non si è lasciato scappare, riaccendendo testa e diritto e riuscendo persino a dare l’impressione di poter allungare la partita al quinto set, contro un Fognini diventato via via meno brillante e più falloso. Tuttavia, anche se con gli alti e bassi che ne hanno caratterizzato la carriera, e una prima palla di servizio messa in campo meno del dovuto (saranno soltanto una su due a fine match), il 31enne di Arma di Taggia è riuscito a restare tranquillo e metterci la giusta attenzione, per evitare inutili complicazioni. Ha recuperato un paio di game delicati e poi ha chiuso set e partita in un tie-break guidato dall’inizio, ma comunque in discussione fino alla fine. Dal 4-1 Fabio si è lasciato riacciuffare sul 4-4, sbagliando due diritti di fila nei due punti giocati al servizio, ma una demi-volèe larga dello statunitense gli ha dato un’altra possibilità. Un diritto vincente dopo uno scambio interminabile gli ha fruttato l’atteso match-point, convertito con un servizio vincente, che ha fermato il cronometro dopo 3 ore e 13 minuti e l’ha spedito al secondo turno. Giovedì ci sarà John Millman: un avversario con cui un giocatore con ambizioni da top-10 non può permettersi di fare scherzi.
GAIO ESCE A TESTA ALTA
Mentre Fognini teneva a bada Mmoh sul Campo 17, sul 7 Federico Gaio giocava un’ottima partita contro David Goffin, numero 10 del mondo. Chiedergli un successo era un po’ troppo, visto che si trattava del suo esordio in un torneo del Grande Slam e degli otto azzurri è stato senza dubbio il più sfortunato nel sorteggio, quindi il faentino si può accontentare di quanto raccolto nel 6-2 6-4 7-6 finale, che complessivamente l’ha visto vincere solo tredici punti in meno del rivale (102 contro 115). Segno che anche se le statistiche ricorderanno i tre set a zero, la partita c’è stata eccome, eccetto per un primo set in cui il 26enne azzurro ha perso i primi quattro game, permettendo al belga di fare gara di testa già dall’inizio. Ma appena Gaio si è svegliato i due hanno combattuto ad armi pari, tanto che l’azzurro si è portato in doccia persino qualche rimpianto per il terzo set, che l’ha visto mancare tre set-point al servizio sul 5-3. Indecisioni che contro un big possono diventare fatali, proprio come la smorzata in avvio di tie-break, pensata male ed eseguita peggio. Tuttavia, già l’aver tenuto in campo un top-10 per quasi due ore e mezza è una buona notizia, che completa l’ottima esperienza a New York di Gaio, non ancora capace nella prima parte della sua carriera di dar fondo a tutto il proprio potenziale. I mezzi dicono che il suo tennis merita ben di più di un’anonima 242esima posizione, e l’augurio è che l’aver finalmente messo piede nel main draw di un torneo del Grande Slam possa spronarlo a fare ancora meglio. Le possibilità ci sono.

US OPEN UOMINI – Primo turno
Fabio Fognini (ITA) b. Michael Mmoh (USA) 4-6 6-2 6-4 7-6
David Goffin (BEL) b. Federico Gaio (ITA) 6-2 6-4 7-6
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