Riccardo Bisti
07 December 2016

Un'avventura durata 1.083 giorni

Un messaggio pubblicato su Facebook sancisce la fine della collaborazione tra Novak Djokovic e Boris Becker. I risultati sono stati clamorosi, anche per merito del tedesco, ma da giugno in poi si era rotto qualcosa. Nessuno si è stupito, ma restano tanti dubbi per il futuro: per ora Nole va avanti con Vajda e il discusso Pepe Imaz. Saranno sufficienti o dovrà cercare un sostituto?
Nel suo discorso dopo l'esito del Referendum Costituzionale, Matteo Renzi aveva parlato di “1.000 giorni di governo”. In effetti, il Governo numero 63 della storia repubblicana era entrato in carica il 22 febbraio 2014. Se davvero le dimissioni saranno formalizzate venerdì, Renzi avrà guidato l'Italia per 1.020 giorni. E' durato giusto un paio di mesi in più l'incarico di Boris Becker alla guida di Novak Djokovic. L'impressione è che fosse deciso tutto da tempo, almeno da quando la Bild aveva pubblicato l'indiscrezione dell'ultimatum di Boris: “O me o Pepe Imaz” avrebbe detto a Nole, una volta apprese le sue intenzioni per il 2017. Tuttavia, la notizia è stata formalizzata alle 21 esatte di martedì. Djokovic ha scelto il suo profilo ufficiale su Facebook. I suoi oltre 7 milioni di fans hanno letto la seguente dichiarazione:

“Dopo tre anni di grande successo, Boris Becker e io abbiamo deciso di comune accordo di mettere fine alla nostra collaborazione. Gli obiettivi che ci siamo posti quando abbiamo iniziato a lavorare insieme sono stati pienamente raggiunti, e voglio ringraziarlo per la collaborazione, il lavoro di squadra, la dedizione e l'impegno. D'altra parte, adesso i miei obiettivi professionali sono rivolti principalmente a mantenere un buon livello di gioco, nonché a organizzare una buona programmazione e nuovi traguardi per l'anno prossimo. In questo senso, prenderò ogni decisione futura”.
RESTANO VAJDA E IMAZ
La notizia era nell'aria da tempo e non ci sono altre informazioni, se non quelle che si possono ricavare per deduzione. Ad esempio, continueranno a far parte del Team Djokovic lo storico allenatore Marian Vajda e il discusso Pepe Imaz. Chiamatelo come volete, ma pare che il suo ruolo si limiterà a quello di consulente psicologico. Non avremo certezze fino alla conferma dei diretti interessati, ma pare chiaro che Becker non abbia gradito l'ingerenza: nonostante le pressioni, Nole avrebbe scelto Imaz. Probabilmente lo ha ritenuto insostituibile, come forse non riteneva Becker. Poco dopo la pubblicazione della notizia, Becker ha scelto Instagram per ringraziare il serbo e tutto il suo team. Una foto di gruppo con la Coppa dei Moschettieri e una frase di commiato hanno sancito la fine della collaborazione. Si sono lasciati bene? Si sono lasciati male? Non è dato saperlo, ma la preoccupazione dei Nole-Fans è legittima. A parte i contenuti del messaggio su Facebook, non è semplice capire se Djokovic abbia davvero fissato il tennis come priorità. Senza addentrarci nel gossip, da più parti si è detto che Nole ha bisogno di ritrovare armonia ed equilibrio personali. Lo sbandamento post-Roland Garros è spiegabile in mille motivi.

TRE DOMANDE IN ATTESA DI RISPOSTA
Ma ciò che conta è che ci sia stato, lo sbandamento. Da più parti, si sente dire che Nole voglia rimettere insieme i pezzi della sua vita. E sembra che siano più importanti delle vittorie sul campo da tennis. Difficile dargli torto, ma gli almanacchi ricorderanno i risultati, non le vicende personali. E così ci si domanda quale Djokovic vedremo nell'anno in cui ne compirà 30. La sensazione è che potrebbe andare avanti così, con Vajda nuovamente head-coach e Imaz a integrare uno staff tecnico già piuttosto numeroso, di cui fanno parte i fisioterapisti Stefan Duell e Milan Amanovic, oltre al preparatore atletico Gebhard Phil-Gritsch. L'arrivo di Becker non aveva causato esclusioni nel team, ma soltanto un periodo di assestamento. Il tedesco non aveva nessuna esperienza come coach: sebbene la trattativa fosse stata complessa e il progetto fosse partito solo quando entrambi erano convinti al 100%, c'è stato bisogno di qualche mese affinchè Nole iniziasse a vincere. E quanto ha vinto! Sei Slam su dodici (più altre tre finali), due stagioni chiuse in vetta, 25 titoli e la soddisfazione di chiudere il Career Grand Slam (ottavo giocatore nella storia) e di detenere tutti i quattro Slam a quasi cinquant'anni dall'ultima volta. Dopo il successo a Parigi, il serbo aveva spiegato che Becker gli aveva mostrato un “punto di vista psicologico su come gestire le cose nel tour, sia dentro che fuori dal campo. Il suo contributo al team è molto grande, fino ad oggi tutto ha funzionato in armonia – aveva detto – non so quanto andremo ancora avanti: fino ad oggi abbiamo fatto un anno alla volta, a fine 2016 vedremo se andare avanti”. Le cose sono improvvisamente peggiorate: lo scricchiolio è iniziato a ottobre e la notizia di oggi, onestamente, non stupisce nessuno. E' difficile capire quanto Becker abbia influito nei successi di Djokovic. Ci si domanda se avrebbe vinto lo stesso numero di tornei, o magari no. Quanto accadrà nel 2017 ci darà una risposta. Possibili sostituti? Per ora non ne circolano: se poi Marian Vajda dovesse accettare un impegno a tempo pieno, una sostituzione potrebbe anche non essere necessaria. Ma potrebbe cambiare tutto nel momento in cui i risultati non dovessero arrivare. Per adesso, le domande senza risposta restano tre.

Djokovic assumerà qualcuno in sostituzione di Becker?
Quanto sarà importante la figura di Pepe Imaz?
Becker continuerà ad allenare oppure tornerà a fare l'opinionista?

L'ANNUNCIO DI DJOKOVIC
UN'AVVENTURA INIZIATA IL 18 DICEMBRE 2013
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