Marco Caldara
04 November 2017

Una (strana) giornata nel tennis del futuro

Con il via alle qualificazioni italiane per le Next Gen ATP Finals, le regole sperimentali hanno fatto il loro esordio del tennis "pro". Fra set ai quattro game, let al servizio che non ci sono (o non ci dovrebbero essere), il controsenso della superficie di Basiglio, i progressi di Quinzi, la magia di Balzerani, un brutto Berrettini paralizzato dalla pressione e un giudizio ancora da costruire. (Foto di Francesco Panunzio)
BASIGLIO – Dritto, dritto, rovescio e Liam Caruana è già a rete a provare le volèe. Lo sbarco nel tennis delle tanto discusse regole sperimentali inizia così: i cinque minuti canonici di riscaldamento scattano dall’ingresso in campo del secondo giocatore, e quando terminano deve iniziare il primo punto. Non c’è più tempo per nulla, bisogna fare in fretta. Fortuna che, almeno alle qualificazioni nazionali dello Sporting Milano 3, non c’è lo shot clock tra un quindici e l’altro, ma chi si guadagnerà la tanto ambita wild card per le Next Gen ATP Finals dovrà fare i conti anche con quello. Fa un certo effetto sentire Ruth Concas, giudice di sedia del primo match, esordire così: “signore e signori, questo incontro si gioca al meglio delle cinque partite, con short set”. Il futuro è arrivato, e Hyeon Chung non ha voluto perdere tempo, visto che dopo la sconfitta con Nadal a Parigi-Bercy è volato direttamente a Milano. Mentre Caruana si fionda avanti su una seconda di Cristian Carli che sbatte sul nastro ma passa e resta valida, il coreano con gli occhiali si allena col giovane Alessandro Coppini sul campo in GreenSet allestito ad hoc per gli allenamenti dei big, identico a quello che troveranno la prossima settimana al polo fieristico di Rho. Il torneo per la wild card – nota dolente – si gioca invece sul Play-It, molto più rapido.

Un controsenso che dà una mano a Caruana, il romano del Texas, che sul veloce ha qualche carta in più da giocarsi rispetto a Carli. Il pubblico se ne accorge presto, mentre prende confidenza con frasi sconosciute fino a ieri come “tre giochi pari, tie-break”, oppure “punto decisivo, scelta del battitore. Il primo set è di Caruana, come il primo game del secondo, con break immediato. Carli scaglia una palla contro il telo, il set è già andato? Sì, dirà il campo, con un aiutino nel finale. È il karma in versione tennistica: Carli aveva salvato una palla-break grazie a un nastro sul servizio, Caruana stecca un passante che diventa un lob. Vincente. Vincerà anche il terzo set, di nuovo al tie-break, ed è il primo semifinalista. Per lui, la nuova formula è promossa. “Prima del torneo ero un po’ nervoso – ha detto – perché pensavo fosse troppo difficile giocare con queste novità. Ora, invece, penso che il gioco si faccia un po’ più divertente, queste innovazioni giocano a favore delle mie, ehm, – arriva in soccorso l’inglese – strengths (punti di forza, ndr). Mi piace giocare un tennis veloce. Ogni momento del match è importante. Per il futuro? A me piace il killer point sul 40-40, per evitare quei game da dieci minuti, e mi piace il no let. A volte capita che una piccola deviazione del nastro cancelli un ace. Così è meglio”.
Non devono essere dello stesso avviso i giudici di sedia, i più in difficoltà con la novità. “Ti è venuto da chiamare il let?” “Ooooh, n’ sacco de vorte”, risponde Concas con l’accento da romano de Roma, evidentemente soddisfatto per non essere cascato nel tranello. Non ce l’ha fatta, invece, il simpatico Nicolas Stellabotte: a lui qualche “let” è scappato. Capita. Dopo anni passati a discutere coi giocatori per dei nastri non visti (o sentiti), ora succede l’esatto opposto. Per fortuna, Pellegrino e Moroni l’han presa con filosofia. Hanno giocato l’unico match lungo più di tre set: 1-4 4-1 4-2 4-1 per il pugliese, in 1 ora e 13 minuti. Come un 6-2 6-3 qualsiasi, ma con un pizzico di pathos in più per la rimonta. Fuori loro, dentro Quinzi e Balzerani, compagni d’allenamento alla Tennis Training di Foligno, l'accademia dei miracoli di Fabio Gorietti and company. “GQ”, armato di Wilson, è favoritissimo e lo fa pesare, con un servizio che ha fatto grandi progressi. “Finalmente”, sussurra qualcuno dagli spalti, anche se il merito è anche di… Balzerani, che lo fa sembrare spesso imprendibile, facendo una fatica terribile a rispondere. “Trova una soluzione”, si implora il laziale sul 4-2 2-0, ma non la troverà, continuando a faticare un sacco anche solo a iniziare il punto.

A fine match lo score dice 4-2 4-2 4-2, ma gli resta almeno la soddisfazione per un meraviglioso lob vincente in tweener, in diretta su SuperTennis. L’avesse fatto Federer, sarebbe sui telegiornali. Balzerani lascia il campo a testa bassa, ma era il più giovane (e inatteso) della pattuglia. Avrà tempo per rifarsi il prossimo anno, sempre che l’idea delle qualificazioni nazionali non venga pensionata già fra tre giorni. Un pensiero che a qualcuno sarà passato per la testa in chiusura di giornata: colpa – si fa per dire – di Filippo Baldi, che ha sbattuto fuori il grande atteso e grande favorito Matteo Berrettini. Il romano sembrava aver già il posto in tasca, e secondo il ranking ATP la wild card sarebbe dovuta essere sua di diritto, o quasi. Ma chi se lo poteva immaginare, a inizio anno, che sarebbe arrivato vicino alla top-100? Pochi, pochissimi. Come pochissimi si sarebbero aspettati di vederlo perdere maluccio (4-3 4-1 4-3) contro un Baldi rivitalizzato dalla cura del nuovo allenatore. Che non è Lebron James, come recita alla voce “coach name” la sua scheda sul sito ITF, bensì Francesco Aldì, al Cinà Tennis Institute di Palermo.
Per evitare di fare le cose di fretta, Berrettini – accompagnato da coach, mamma, papà, fidanzata e fratello – si è scaldato sul campo accanto al Centrale fino a cinque minuti prima del via, ma il suo impatto col match è stato in salita dall’inizio. Col servizio in panne (chiuderà col 59% di punti vinti con la prima e il 39% con la seconda, una miseria su un campo così veloce), ha dato subito fiducia a Baldi, che l’ha aggredito, gli ha messo pressione attaccando rovescio contro rovescio con lo slice, e buttandosi a rete. Le aspettative si sono fatte sentire e Berrettini è andato completamente in tilt. Al leader della nostra NextGen avrebbe fatto bene una chiacchierata con Vincenzo Santopadre, ma il coaching nelle qualificazioni non è previsto, così la musica non è cambiata. Nemmeno quando in avvio di terzo set è successo di tutto, a suo favore. Prima ha fatto il break con una risposta di rovescio colpita malissimo che ha rimbalzato due volte sul nastro prima di finire in campo, poi un altro “let” sul servizio del giudice di sedia gli ha dato una mano, poi un nastro vincente gli ha regalato un ace. Grazie a Dio, anche se la sorte ha scelto Berrettini, almeno stavolta il match l’ha vinto comunque Baldi, con merito. Di nuovo al tie-break, il quarto del giorno.

Vista la formula, quattro tie-break su tredici set giocati non sono nemmeno tanti. “Altre volte, visto cosa è successo in avvio di terzo set, avrei perso la concentrazione – ha detto Baldi –, mentre oggi sono riuscito a rimanere tranquillo. Cosa mi ha dato più difficoltà? Giocare senza il let. Siamo abituati da una vita a fermarci, quindi è complicato cambiare. Ma bisogna abituarsi”. Tuttavia, resta da capire per quale motivo, in uno sport in cui anche un solo punto può fare la differenza, si debba scegliere di aumentare il fattore fortuna. È la pecca più grande di quanto visto nel giorno zero del tennis del futuro. L’ATP avrà tempo di fare tutte le valutazioni del caso, sperando le faccia a dovere. Il buon pubblico presente testimonia la curiosità nei confronti della novità: vien da pensare che con le regole tradizionali sugli spalti ci sarebbe stata meno gente, quindi è già un buon punto di partenza. Come è stato per ora? Strano. Ma le nuove regole sembrano meno invasive di quanto si potesse pensare, e vedere i giocatori incitarsi già dal primo game scalda subito l’atmosfera. L’importante è che non ci sia più agonismo a Basiglio che a Rho. C'è il rischio che vada così, e quello sì che sarebbe un problema.

QUALIFICAZIONI NEXT GEN ATP FINALS – Quarti di finale
Liam Caruana b. Cristian Carli 4-3(5) 4-1 4-3(4)
Andrea Pellegrino b. Gian Marco Moroni 1-4 4-1 4-2 4-1
Gianluigi Quinzi b. Riccardo Balzerani 4-2 4-2 4-2
Filippo Baldi b. Matteo Berrettini 4-3(5) 4-1 4-3 (3)
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