17 March 2014

Una signora... racchetta

Inutile negare le differenze di gioco e livello tra tennis femminile e maschile. Le proporzioni si mantengono dai circuiti professionistici Atp e Wta sino ai campi dei Circoli. Quali caratteristiche devono cercare le donne in una racchetta?

Una signora... racchetta

di Mauro Simoncini

 

Sono pochissimi gli sport (forse quasi nessuno) in cui non esiste differenza tra uomini e donne. Molti hanno applicato regolamenti diversi e/o misure di campo apposite per l’una e l’altra categoria. Senza fare del cieco maschilismo è inevitabile che dalle differenze fisiche tra uomo e donna deriva una serie di conseguenze sul gioco e sulle prestazioni degli atleti. Ancora di più in uno sport di situazione come il tennis.

 

Qualcuno si ricorderà di sfide tra i sessi nel passato: nel 1973 un Riggs ultracinquantenne perse da B.J. King ma nel 1992 Connors - Navratilova (che poteva tirare nei “corridoi” del doppio mentre Connors aveva a disposizione un solo servizio) finì 7-5 6-2. Nel 1998 fa invece il doppista tedesco Braasch (in quel periodo n° 203 delle classifiche Atp) ha vinto “la Battaglia dei Sessi” sconfiggendo 6-1 Serena Williams e 6-2 con la sorella Venus. Questi risultati sono indicativi; in particolare gli ultimi, i più recenti. Pur contro una rara strapotenza (soprattutto fisica) del circuito femminile, l’uomo di medio livello ha gestito facilmente la situazione e il match senza difficoltà. E le Williams sono decisamente, come dire,  “sopra la  media”. Insomma un buon Seconda Categoria italiano può giocarsela con una top 100 Wta; quindi un “normale” Quarta Categoria disputa un match pari con una forte Terza Categoria donna, e così via. Sono solo termini di paragone e riferimenti approssimativi, non regole ferree.

La loro parte possono svolgerla le racchette. Negli ultimi anni qualche azienda si è spinta nella produzione e presentazione di qualche telaio concepito appositamente per il sesso femminile, magari modificando solo “esteticamente” con pennellate di rosa e fucsia attrezzi già disponibili sul mercato.

 

Ma quali caratteristiche strutturali una donna dovrebbe ricercare in un racchetta per disporre dell’attrezzo più adatto al suo gioco e alla sua struttura fisica? Ovviamente non esistono regole tassative e imprescindibili, molto dipende dal livello di gioco. Tra le atlete professioniste del circuito Wta poche utilizzano attrezzi che pesano più di 300 grammi (senza corde), molte scendono anche di 10-20 grammi e rispetto ai colleghi maschi è poco diffusa la personalizzazione (customizzazione) con aggiunta di nastro piombato ai telai.

 

Dunque innazitutto attenzione al peso: vista la struttura muscolare di una ragazza/signora, è bene non avvicinarsi troppo ai 300 grammi di peso, ma orientarsi sui 250-280. A salire progressivamente in base al livello di gioco: dalla signora che gioca il suo doppio domenicale con le amiche del Club passando per la trentenne principiante sino alla giovane Under 16 agonista.

In seconda battuta il piatto corde: l’ovale da 100 pollici quadrati è il più diffuso tra le donne del circuito Wta. Inutile rendersi la vita troppo difficile: a parte le ragazze classificate, sarebbe meglio affidarsi a ovali oversize a partire dai 100-102 pollici quadrati sino anche ai 110-115. Significa aumentare lo sweetspot dell’attrezzo (l’area “utile” del piatto corde dove impattare la pallina), specialmente in caso di esecuzioni tecnicamente non perfette o in situazioni di recupero, diffusissime per esempio nei doppi misti “da Club”.

 

Viaggia parallelamente al peso una parentesi sul bilanciamento: non avendo in media molta forza a disposizione, un telaio troppo leggero rischia di essere comodo e maneggevole ma poco incisivo. Per ottenere inerzia quindi capacità di spinta, la racchetta deve avere bilanciamento spostato verso la testa, dai 34 ai 36 cm. Non oltre, perché un eccessivo “sbilanciamento” comprometterebbe la maneggevolezza del telaio, altra dote fondamentale di una racchetta da donna. Occorre che comfort e manovrabilità siano ai massimi livelli. Per questo per esempio Volkl aveva introdotto la Power Bridge 6 Attiva, azzurra e bianca, con una particolare conformazione “arrotondata” del manico.

 

E poi si sa, le donne hanno un particolare gusto e un’attenzione unica per l’immagine e l’aspetto. Motivo per cui come detto prima, per esempio esisteva la versione “pink” della Wilson Blade98.blx, impugnata dalla nostra Flavia Pennetta o esiste una gamma di Prince Junior tutta rosa per le bimbe intitolata alla Sharapova. O ancora la leggera Babolat Drive Z Lite, versione Pink. Per essere femminili anche sul campo da tennis…

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