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Riccardo Bisti
23 February 2018

Un estone in mezzo agli italiani. Da solo

Jurgen Zopp è Bergamo da solo, senza coach, eppure è l'unico straniero ancora in gara. "Per me è importante averlo nelle settimane di allenamento. Per il futuro ho più sogni che obiettivi". Sulla polemica in Estonia: "La federazione ha fatto bene a non accettare le richieste della Kanepi".

BERGAMO - Ci saranno tre italiani in semifinale al Trofeo Perrel-Faip di Bergamo (64.000€, Greenset). Era da parecchio che l'Italia non dominava in modo così dirompente. L'unico ancora in grado di rovinare la festa tricolore viene da un paese che trent'anni fa non esisteva. L'Estonia faceva parte della vecchia Unione Sovietica, ma cultura e abitudini sono più vicine alla Scandinavia. Non a caso, Jurgen Zopp è allenato da un tecnico finlandese (Kimi Tiilikainen, che peraltro ha preso il posto dell'altro finlandese Pasi Virtanen) e – interrogato sulle rivalità del suo paese – indica la Russia e non le altre due repubbliche baltiche. Nato nel 1988, aveva tre anni quando l'Estonia ha ritrovato la sua indipendenza dopo mezzo secolo di occupazione. Una volta arrivato al numero 71 ATP, tuttavia, è stato travolto da un grave infortunio alla schiena. “Sono stato fermo sette mesi, poi ho giocato a intermittenza per cinque e mi sono dovuto fermare altri sei – racconta Zopp dopo il 6-4 7-5 contro Adam Pavlasek – la mia miglior classifica dopo l'infortunio è stata intorno al 130 a fine 2015. Poi ho trascorso molto tempo tra il 170 e il 200, fino a quando un infortunio mi aveva messo in difficoltà e fatto scendere fino alla 500esima posizione. Adesso va molto meglio”. Talmente meglio che è in semifinale a Bergamo al termine di un match che sembrava di routine, poi si è complicato nel finale. Lo ha chiuso con un matchpoint molto spettacolare, al punto da inginocchiarsi sul Greenset dopo l'ultimo smash: “Non so perché l'ho fatto, in quel momento ho avvertito un grande sollievo – racconta – ammetto che è stato un po' strano, di solito si fa così quando si vince uno Slam, invece ho raccolto solo la semifinale di un Challenger. Forse è stato troppo ma ero molto teso, ero avanti 6-4 4-2 e non ho chiuso il match. A quel punto è diventata dura, inoltre la dinamica del matchpoint mi ha portato a reagire così”.

Jurgen Zopp in azione - Foto di Antonio Milesi

QUELLA POLEMICA IN ESTONIA
Dotato di due fondamentali molto potenti, ha già dimostrato di poter giocare bene ad alti livelli. Ma a Bergamo avrà il tifo contro ed è ancora più solo, poiché Tiilikainen non è con lui. “Normalmente viaggia con me. Quando c'è un coach è tutto più facile perché è lui a organizzare tutto: i campi di allenamento, i partner con cui giocare... oppure, se non c'è nessuno con cui allenarsi, puoi palleggiare con lui. Per me non è un grosso problema viaggiare da solo, l'importante è averlo durante le settimane di allenamento. Magari altri giocatori hanno bisogno del coach, ma per me non è un problema. Quando sono in campo può essere piacevole avere il sostegno del coach, ma io sono concentrato sulla partita. Detto questo, dopo Bergamo andrò in Cina per qualche settimana, è un lungo viaggio, e lui verrà con me”. L'estone ha sempre giocato bene a Bergamo: semifinalista nel 2011 e nel 2015, nel 2012 si fece male durante i quarti. Ci riprova quest'anno, forte di una notevole esperienza, fortificato anche dagli infortuni. “Non sapremo mai cosa avrei potuto fare senza gli infortuni, ma da un lato sono stato fortunato – racconta – perché mi sono fatto male quando ero già top-100. Fosse successo mentre ero in ascesa, magari al numero 120, sarebbe stato molto più doloroso. È stato un momento difficile perché giocavo in pianta stabile nei tornei ATP... per il futuro ho più sogni che obiettivi. Ho in mente cosa vorrei, ma preferirei tenerlo per me. Di sicuro sarebbe bello tornare tra i top-100, tuttavia non voglio pensarci troppo. Diciamo che vorrei restare in salute e vedere dove posso arrivare. Se succede, bene. Se non succede, non è la fine del mondo”. Zopp ha vissuto da vicino la violenta polemica che qualche settimana fa ha scosso il tennis estone: Kaia Kanepi non ha giocato in Fed Cup perché non ha trovato l'accordo con la federazione: aveva chiesto 100.000 euro.Ho seguito questa vicenda, le dinamiche sono simili anche in Coppa Davis – racconta Zopp – la federazione ci aiuta tramite uno sponsor, la compagnia di navigazione Tallink. Siglando un accordo con loro, automaticamente devi giocare in Coppa Davis o Fed Cup. Anett Kontaveit aveva il contratto, mentre la Kanepi no. Nessuno gioca gratis, ma penso che 100.000 euro per tre giorni siano troppi. Penso che la federazione abbia fatto bene a non accettare, anche perché se la sua classifica dovesse migliorare, l'anno prossimo che fa? Ne chiede 200.000?. Non è giusto giocare gratis, è sacrosanto essere pagati, penso che 100.000 euro per tre giorni siano davvero troppi”.

TROFEO PERREL-FAIP BERGAMO (64.000€, Greenset)
Quarti di Finale Singolare

Jurgen Zopp (EST) b. Adam Pavlasek (CZE) 6-4 7-5
Lorenzo Sonego (ITA) b. Mohamed Safwat (EGI) 6-3 6-7(6) 6-2
Matteo Berrettini (ITA) b. Salvatore Caruso (ITA) 7-6(7) 7-5
Stefano Napolitano (ITA) b. Andrea Arnaboldi (ITA) 6-7(9) 6-2 6-1

IL PROGRAMMA – La giornata di sabato scatterà alle 16.30 con la finale del doppio, con la coppia italo-lituana composta da Alessandro Motti e Laurynas Grigelis impegnati contro i britannici Clayton-O'Mara. Dopo la cerimonia di premiazione, non prima delle 18.30, scatteranno le semifinali del singolare. Prima Zopp-Berrettini (non prima delle 18.30), poi Sonego-Napolitano (20.30): L'intero programma sarà trasmesso in diretta su BG 24, canale all-news del gruppo Bergamo TV, visibile al numero 198 del digitale terrestre in tutta la Lombardia.

Semifinali Doppio
Laurynas Grigelis / Alessandro Motti (LTU-ITA) b. Nathaniel Lammons / Alex Lawson (USA-USA) 6-3 6-7(4) 11-9
Scott Clayton / Jonny O'Mara (GBR-GBR) b. Rameez Junaid / Igor Zelenay (AUS-SVK) 3-6 7-6(5) 10-8

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