ATTESA PER IL CEMENTO
Ma ormai le statistiche fanno il solletico a Cecchinato: in questo 2018 gonfio di prime volte, non ci sarebbe da stupirsi di qualche exploit anche sul duro. In questo momento, azzannare un posto tra i primi 8 è da ritenersi impresa stratosferica, oltre la portata di Cecchinato. Volendo sognare, daremmo più chance a Fabio Fognini, uno che sul cemento (e anche indoor) ha vinto fior di partite. Però è davvero cambiato qualcosa nella testa del siciliano. Se ne accorgono gli avversari, se ne accorge il pubblico, se ne accorgono tutti. “Penso che sia il momento migliore della mia vita – ha detto dopo il successo a Umago – due titoli, la semifinale a Parigi, il numero 22 ATP... sono felice perché sto giocando molto, molto bene”. Quando c'è da spiegare le ragioni tecniche di questo momento d'oro, Cecchinato menziona il grande lavoro e l'efficacia trovata con il rovescio e la palla corta, svelando che: “Ogni volta che gioco un buon dritto, vinco il punto con la palla corta”. Se davvero vuole accarezzare il sogno londinese, dovrà raccogliere (tanti) punti ad Amburgo, lasciar perdere Kitzbuhel (lo ha già fatto: bravo) e poi cercare di fare del suo meglio a Toronto e Cincinnati, dove si presenterà con uno status inedito. Ad oggi, in virtù dei soli 103 punti da difendere da qui a fine anno, c'è da essere ottimisti per l'ingresso tra i top-20 e magari qualcosa in più, superando quella 18esima posizione che per anni è stata un tabù prima che fosse abbattuto da Fabio Fognini. “Ho bisogno di lavorare ogni giorno e restare concentrato: questa è la mia motivazione” ha detto Cecchinato, che durante la premiazione ha consolato un deluso Guido Pella. Dotato di una mente ben più complessa di tanti colleghi, l'argentino non ha finto soddisfazione e anche durante la premiazione ha ammesso di non avere molta voglia di parlare. Se non fonderà il cervello con troppi ragionamenti, 'sto benedetto primo titolo ATP arriverà. Lo merita più altri.
ATP UMAGO – Finale
Marco Cecchinato (ITA) b. Guido Pella (ARG) 6-2 7-6