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TROFEO BONFIGLIO: READY, SET, GO!

Sui campi del Tennis Club Milano è cominciata la sessantesima edizione del trofeo Bonfiglio, uno degli appuntamenti juniores più importanti della stagione. E i protagonisti non mancano
Piove da tre giorni a Milano e in gran parte d’Italia: se la cosa è assai gradita a chi è impaurito dalle polveri sottili e all’amico Mario di professione agricoltore, non lo è altrettanto chi deve organizzare un torneo di tennis outdoor, con oltre 100 partite da giocare solo nel weekend. In ogni caso, grazie al coinvolgimento di due circoli che dispongono di strutture coperte (Sporting Club Milano 2 e Sporting Club Milano 3), i qualifier sono stati selezionati e i main draw compilati.

Quella appena iniziata è la 60esima edizione del Trofeo Bonfiglio, designato ufficialmente come Internazionali d’Italia Juniores e godono dello stesso status degli Slam Junior, come solo l’Orange Bowl che si svolge a Miami in novembre, e di qui son passati tanti futuri fuoriclasse, non sempre con grande successo se è vera che Roger Federer perse nel secondo turno dell’edizione 1998 contro Jerome Haehnel (peraltro best ranking 78) e, nell’edizione precedente, prese 6-1 6-4 dal peruviano Rake (che nella sua carriera da professionista ha raggranellato ben 39.070$). Va però ricordato che quattro degli attuali top 5 hanno giocato questo torneo (indovinate chi è l’intruso che, a 17 anni, già vinceva Roland Garros, quello dei grandi). Tra le donne vi hanno partecipato diverse Slammer come Azarenka, Halep, Kerber, Wozniacki, Stephens, ovviamente Schiavone e Pennetta.

Il tennis addicted, insomma, può trovare molte situazioni interessanti in questo contesto. Come vi dicevo, scende una pioggerella fastidiosa, ma l’eccellente Tennisticker segnala che alcuni match sono ugualmente in corso di svolgimento. Mi stupisco fino a un certo punto conoscendo l’eccellente tenuta dei campi. Per scegliere il match d’esordio, decido di cercare lo swoosh e lo trovo sullo storico campo tribuna dove si sta disimpegnando con ardore la piccola (solo di età) Linda Fruhvirtova, una delle consuete enfant prodige che la Repubblica Ceca sforna a bizzeffe e che quest’anno ha vinto Les Petits As di Tarbes, una sorta di Campionato del mondo under 14. Cos’è lo Swoosh? Uno dei loghi più conosciuti del pianeta, talmente riconoscibile da non necessitare l’associazione col nome del brand, Nike. Raramente si sbaglia seguendo lo Swoosh: qualcuno molto competente o comunque con maggiori elementi, ha già selezionato. In particolare questa ragazza è probabilmente miglior quattordicenne in circolazione, la più giovane iscritta al torneo, invitata opportunamente dagli organizzatori. Il peso di palla non teme il confronto con quello della sua più matura rivale e infatti porta a casa velocemente il primo set. Noto con preoccupazione che, nonostante la giovanissima età, già porta un tutore al ginocchio e numerosi tape in parti del corpo delicate per i tennisti. Questa bambina ha anche una sorella più giovane di due anni che pare addirittura più completa come dice il padre-coach Hynek Fruhvirtov: «Sono due mondi opposti, due personalità agli antipodi: Brenda è molto tecnica, pensa di più in campo e a livello mondiale, nella sua categoria, non ha eguali. Linda però è molto più motivata e gioca un tennis più rischioso». Che stiano arrivando le Williams boeme? Comunque sia, per scansare questioni troppo tecniche, si narra che in occasione del Lemon Bowl in cui vinsero (ovviamente) under 10 e under 8, la più piccola avrebbe dovuto cambiare la sua abituale racchetta in quanto per atleti così giovani il regolamento prevede racchette ad hoc. Sebbene la direzione del torneo si fosse offerta di mettere a disposizione un attrezzo regolamentare e con manico più corto, Brenda non ne voleva sapere. Non sappiamo se per scelta personale o per evitare i capricci della bambina, il padre segò personalmente la parte inferiore del manico. Tornando alla cronaca, Linda troverà maggiori difficoltà nel prosieguo dell’incontro e vincerà il terzo set al tie-break, sfoggiando un atteggiamento non precisamente encomiabile, come purtroppo spesso si vede anche a questa giovane età.
Faccio in tempo a dare un’occhiata alle italiane contemporaneamente impegnate: Rossi (2001), Ziodato (2002) e Paoletti (2003). Comincio dall’elegante e filiforme Paoletti che vedo cresciuta in altezza, ma sempre molto leggera. Opposta a un’altra swoosh-girl molto attesa, la russa Selechmeteva, la testa di serie più giovane del torneo. La nostra arriverà a giocarsi il tie-break del secondo set mostrando una buona personalità dopo aver perso il primo. Mi sembra onestamente un ottimo risultato. Tennis classico e piacevole, buoni colpi laterali ma troppo poca mobilità, al momento. Non ricordo di aver visto una ragazza italiana giocare colpi così piatti e sfoggiare un atteggiamento così offensivo come quello di Ziodato, un’imponente ragazzona veneta che patisce chiaramente il pantano che la pioggerella ha inevitabilmente causato. Una delle migliori nella sua fascia di età, l’anno scorso sembrava in difficoltà a mantenere il livello delle coetanee. Ma già nei tradizionali tornei preparatori di Salsomaggiore e Firenze ha raggiunto semifinale e finale; anche oggi mi è piaciuta parecchio: se riesce a mantenere la stessa intensità, aumentando la precisione e inserendo un po’ di fantasia, potrebbe far bene, specie sulle superfici veloci. Federica Rossi è all’ultimo anno junior e già avvezza a tornei pro, seppure con qualche e prevedibile difficoltà nell’approccio al tennis dei grandi. Oggi è assolutamente dominante avendo da affrontare una giocatrice mediocre. Mostra comunque il suo bel tennis vario e un’intelligenza tattica fuori dal comune, tanto che è anche una splendida doppista. Potrebbe arrivare abbastanza avanti nel torneo.

Passeggiando per il circolo, incrocio Luca Nardi (swoosh-boy anche lui) che dall’anno scorso ha avuto uno sviluppo fisico pazzesco. L’interruzione degli incontri a metà pomeriggio non gli permette di giocare oggi, ma sarà uno dei più attesi domani, insieme allo spagnolo Alcaraz Garfia classe 2003.
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