09 August 2013

Training Team all'attacco contro il doping

Il tema è particolarmente caldo, anche nel mondo del tennis. E il pericolo doping non passa inosservato nemmeno al Tennis Rozzano Training Team, dove oltre alla tecnica in campo, i giovani vengono istruiti sui comportamenti da seguire e non seguire nello sport.

Training team all'attacco contro il doping

Il tema è particolarmente caldo, anche nel mondo del tennis. E il pericolo doping non passa inosservato nemmeno al Tennis Rozzano Training Team, dove oltre alla tecnica in campo, i giovani vengono istruiti sui comportamenti da seguire e non seguire nello sport. Tra i problemi che stanno più a cuore allo staff guidato da Amanda Gesualdi, c’è proprio l’uso di sostanze illecite. Con un programma di informazione e educazione che viene portato avanti parallelamente a quello tecnico. “Purtroppo – spiega la responsabile – la scelta di barare è sempre più comune, anche a bassi livelli. Nel tennis è arrivata tardi rispetto ad altre discipline, perché prima era un gioco in cui contavano tecnica e intelligenza, mentre ora la forza fisica è fondamentale”. Per questo l’uomo, non riuscendo a sfruttare appieno le proprie capacità energetiche, cade nel tranello, nella tentazione di potenziarsi attraverso il doping. “È inutile nascondersi dietro un dito, tutti sanno che il doping è una realtà, ma - ahimè - non si scandalizza più nessuno. Io ritengo che negare questa piaga equivalga a essere complici del sistema”. Per questo, a Rozzano, invece che evitarla preferiscono affrontarla fino in fondo, analizzando i motivi della scelta, i vantaggi e soprattutto gli effetti collaterali, spesso trascurati da chi fa uso di sostanze dopanti. 
 
“Contrastare ogni forma d’inquinamento farmacologico – prosegue – dovrebbe essere la priorità di ogni società, coach e atleta. Per questo noi cerchiamo di far capire ai giovani che non sempre ciò che vedono in televisione è reale. È giusto avere dei modelli, ma è sbagliato dannarsi perché non si riesce nell’intento di raggiungerli. E soprattutto bisogna scegliere i modelli giusti”. Il primo obiettivo del Training Team è quello di far conoscere il doping e le sue mille sfaccettature, invitando i giovani a crearsi un senso di responsabilità, una coscienza sportiva che permetta loro di saper dire no di fronte a determinate situazioni. “Lo facciamo attraverso i canali di cui disponiamo, come per esempio il coaching, la filosofia applicata allo sport, con l’obiettivo di abbattere dei miti fittizi. E offriamo anche una soluzione diversa, come la floriterapia”. Una disciplina bio naturale, quest’ultima, secondo la quale ogni malessere fisico è dettato dalla psiche, e tutto va quindi corretto interiormente. Per farlo, viene proposto l’utilizzo di integratori naturali, derivati dai fiori. “È un modo intelligente di abituarsi a un livello di integrazione naturale, che non ha effetti collaterali. La speranza che abbiamo è di riuscire fare del bene al movimento. Sappiamo che il nostro impegno non basterà per far sparire il doping, ma sicuramente renderà le persone più preparate nei confronti di un argomento di primaria importanza”.
 
 
Ufficio stampa
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