DOPPIO CON TROICKI?
“Quando una persona viene colpita da un ictus, c'è il 99% di probabilità di perdere qualcosa – racconta – alla fine sono contento di aver perso soltanto metà del mio udito e nulla di legato alla vista. Sono ancora giovane e sarebbe stato devastante perdere la possibilità di muovermi o parlare perfettamente”. Gli organizzatori del torneo Challenger di Rennes, in programma a gennaio, dovrebbero coinvolgerlo in qualche attività. Lui ha in programma di esordire nel tour, stavolta senza sorprese, qualche mese dopo. Pare che gli abbiano dato una wild card per il doppio a Miami, dove dovrebbe fare coppia con Viktor Troicki. “Finché rimarrò in salute, mi auguro di entrare il prima possibile tra i top-100 ATP – racconta – poi cercherò di raggiungere i miei limiti, combattendo con tutto quello che ho”. Dovesse farcela, diventerebbe un giocatore-icona per il suo strano stile di gioco. Anzi, è più corretto dire “i suoi stili”. Può giocare il rovescio a una mano o a due mani, oltre al dritto bimane. Come se non bastasse, è in grado di giocare anche con la sinistra. “Ho iniziato a giocare il dritto a due mani in fase difensiva, ma poi è diventato una delle mie armi principali. Per questo, uso con meno frequenza il dritto tradizionale, che pure è un buon colpo”. Si dice che abbia un tennis aggressivo e un servizio molto potente, in grado di toccare i 220 km/h: in base a queste caratteristiche, preferisce i campi veloci e si paragona ad Andy Murray per personalità e stile aggressivo. “Lo rispetto molto ed è un paragone che mi inorgoglisce”. Qualche mese fa, aveva detto che diversi tornei, anche importanti, avevano in serbo una wild card per dargli la chance di giocare ad alti livelli. Vedremo se sarà veramente così: a parte la storia affascinante, ha ancora tutto da dimostrare. A livello junior ha giocato solo una partita, perdendola 6-0 6-0, mentre tra i professionisti avrebbe dovuto giocare un torneo a Sharm El Sheikh, lo scorso aprile, ma si è ritirato prima di scendere in campo per le qualificazioni. Visto che non è più un bambino, non sembra il pedigree ideale per avvicinarsi ai livelli di cui parla, peraltro con una certa disinvoltura.