VOGLIA DI SALUTE
Respirare l'aria dei grandi tornei gli servirà a uscire da un periodo difficile, in cui ha vissuto – parole sue – qualcosa di simile alla depressione. “Pensavo che non fosse giusto, di non meritare così tanta sfortuna”. Si è rifugiato nello sport in TV, seguendo tanta NBA e UFC (Ultimate Fighting Championship, lega professionistica di arti marziali). Inoltre ha trascorso parecchio tempo a giocare ai videogame (“Sono diventato quasi un nerd”). “Ci sono stati momenti in cui ero veramente giù – ha ammesso – probabilmente ero depresso perché mi sono trovato senza poter fare quello che mi riempie la vita sin da quando ho 12 anni”. La giovane età, almeno, gli ha permesso di non perdere gli sponsor. Uno stop così lungo, di solito, è micidiale per i contratti. “Non ho ancora perso gli sponsor, ma ovviamente non ho potuto competere per i vari bonus previsti dagli accordi. Per fortuna mi sono rimasti vicini perché da giovane ero promettente. Spero di ripagarli”. Ha ripreso a lavorare con lo storico coach Todd Langman, ma insiste sull'unico obiettivo: stare bene. In effetti è strano vedere un ragazzo di 21 anni così preoccupato della condizione atletica. A quell'età, di solito, si corre come dannati, ci si muove con incoscienza e si recupera in fretta. Thanasi è terrorizzato all'idea di farsi male di nuovo, tanto da “non essere sicuro” che il fisico sia in grado di reggere per cinque set. Ma il tennis, per ora, resta la sua priorità. Tra i banchi di scuola ha finito le superiori, ma non ha molta voglia di andare all'università, per quanto i genitori ci sperino. “Ci ho pensato, ma la mia passione è il tennis. Durante la riabilitazione non ho voluto pensare ad altro, però allo stesso tempo sarebbe buono pensare a qualcosa di diverso dal tennis. Cosa fare? Forse fisioterapia, così potrei studiare il mio corpo! Scherzi a parte, forse qualcosa legato agli affari”. Dopo tanta sfortuna, Thanasi merita un po' di tranquillità: ai libri potrà pensarci più in là, quando il tennis sarà già declinabile al passato. Con la benedizione di Federer, chissà che anche le sfortune siano definitivamente alle spalle. E che, tra qualche anno, di Kokkinakis ci si possa ricordare non solo per un episodio di cui fu protagonista involontario: il “banging gate” dell'agosto 2015....