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Ti alleni con Roger e passa la depressione!

E' imminente il rientro di Thanasi Kokkinakis, ex “gemello” di Kyrgios, bloccato da un'impressionante serie di infortuni. Negli ultimi 18 mesi, ha giocato appena un match di singolare! “Ho sfiorato la depressione, perché il tennis è la mia vita da quando ho 12 anni”. Ora sta bene ha rifinito la preparazione a Dubai....con Federer!

La storia del tennis è piena di atleti sfortunati. Tommy Haas, Brian Baker e Juan Martin Del Potro sono lì, a ricordarci quanto gli infortuni possano rendere crudele lo sport. Rischia di finire in questo girone maledetto Thanasi Kokkinakis, l'ex baby australiano che soltanto qualche anno fa era il “gemello” di Nick Kyrgios, non solo perché insieme avevano vinto il doppio a Wimbledon Junior, nel 2013. Oltre al passaporto, condividono quell'origine greca così inusuale, ma anche così magica. Prima di loro, c'erano stati Pete Sampras e Mark Philippoussis. Dalle parti di Atene, oggi, sperano di godere di luce propria grazie a Stefanos Tsitsipas. Ma questa è un'altra storia. Quella di Kokkinakis, 21 anni compiuti lo scorso 10 aprile, è tanto bella quanto preoccupante. Così giovane, il suo fisico gli ha già presentato fatture pesanti. La vittoria al Challenger di Bordeaux, il quarto turno a Indian Wells e un best ranking al numero 69 ATP, intascati quando era ancora un teenager, sono stati sepolti da una montagna di infortuni che gli hanno permesso di giocare un solo match di singolare negli ultimi diciotto mesi. Sì, avete letto bene. Dopo il secondo turno a Valencia, colto nell'ottobre 2015, ha giocato soltanto un match alle Olimpiadi di Rio de Janeiro, perdendo da Gastao Elias. Come se non bastasse l'operazione alla schiena che lo aveva già bloccato in precedenza, ha avuto un serio problema alla spalla (con tanto di operazione), che gli ha fatto perdere quasi tutto il 2016. Dopo le Olimpiadi, quando sembrava pronto a rilanciarsi, ha avuto problemi addominali e all'inguine (infortunio tipico dei calciatori, perché aveva spinto troppo in fase di preparazione atletica).

NIENTE NEXT GEN FINALS
​Quest'anno sperava di poter ripartire dalla sua amata stagione australiana, ma è stato vittima del proverbio secondo cui la fortuna è cieca...ma la sfiga ci vede benissimo. A Brisbane ha giocato solo il doppio e ha pure vinto il titolo (insieme a Jordan Thompson), ma si è strappato il muscolo obliquo esterno. Come se non bastasse, ha anche noie al gomito. Morale della favola: non ha ancora giocato in singolare in tutto il 2017. Spera di farlo a Madrid, nei prossimi giorni, peraltro dopo essersi allenato a Dubai...con Roger Federer. Lo svizzero lo aveva già accolto nella offseason tra il 2014 e il 2015. “Ho cercato di prendere più informazioni possibili da Roger – ha raccontato Kokkinakis in un'interessante intervista con Sport 360 – è vero che abbiamo una notevole differenza di età, ma devo prestare grande attenzione al mio corpo. Non posso ancora spingere al massimo, e lui è un maestro nel gestire il fisico. Mi colpisce il fatto che lavori molto sulla tecnica e cerchi continuamente di migliorarsi”. Discorsi inediti per un ragazzo di 21 anni, membro della Next Generation. Per lui sarà molto difficile acciuffare un posto alle Finals di Milano, visto che ha concesso quattro mesi di vantaggio ai coetanei. “Sono dietro rispetto agli altri. La Next Gen è un progetto molto interessante, perché i big non potranno giocare per sempre. Milano non è un obiettivo: sto solo cercando di restare in buona salute, senza infortuni. E' quello l'obiettivo per il resto della mia carriera. Faccio parte del gruppo, ma solo per quello che ho fatto in passato. Quest'anno sarebbe un grande traguardo riuscire a giocare le semifinali di Coppa Davis”. Il passato raccontava di un ragazzo dal tennis brillante, con uno splendido futuro davanti a sè. Meno talentuoso di Kyrgios, ma più “centrato” di testa, il presente gli propone un ranking protetto al numero 81 ATP. Per questo lo vedremo in campo negli Slam, a partire dal Roland Garros.

VOGLIA DI SALUTE
Respirare l'aria dei grandi tornei gli servirà a uscire da un periodo difficile, in cui ha vissuto – parole sue – qualcosa di simile alla depressione. “Pensavo che non fosse giusto, di non meritare così tanta sfortuna”. Si è rifugiato nello sport in TV, seguendo tanta NBA e UFC (Ultimate Fighting Championship, lega professionistica di arti marziali). Inoltre ha trascorso parecchio tempo a giocare ai videogame (“Sono diventato quasi un nerd”). “Ci sono stati momenti in cui ero veramente giù – ha ammesso – probabilmente ero depresso perché mi sono trovato senza poter fare quello che mi riempie la vita sin da quando ho 12 anni”. La giovane età, almeno, gli ha permesso di non perdere gli sponsor. Uno stop così lungo, di solito, è micidiale per i contratti. “Non ho ancora perso gli sponsor, ma ovviamente non ho potuto competere per i vari bonus previsti dagli accordi. Per fortuna mi sono rimasti vicini perché da giovane ero promettente. Spero di ripagarli”. Ha ripreso a lavorare con lo storico coach Todd Langman, ma insiste sull'unico obiettivo: stare bene. In effetti è strano vedere un ragazzo di 21 anni così preoccupato della condizione atletica. A quell'età, di solito, si corre come dannati, ci si muove con incoscienza e si recupera in fretta. Thanasi è terrorizzato all'idea di farsi male di nuovo, tanto da “non essere sicuro” che il fisico sia in grado di reggere per cinque set. Ma il tennis, per ora, resta la sua priorità. Tra i banchi di scuola ha finito le superiori, ma non ha molta voglia di andare all'università, per quanto i genitori ci sperino. “Ci ho pensato, ma la mia passione è il tennis. Durante la riabilitazione non ho voluto pensare ad altro, però allo stesso tempo sarebbe buono pensare a qualcosa di diverso dal tennis. Cosa fare? Forse fisioterapia, così potrei studiare il mio corpo! Scherzi a parte, forse qualcosa legato agli affari”. Dopo tanta sfortuna, Thanasi merita un po' di tranquillità: ai libri potrà pensarci più in là, quando il tennis sarà già declinabile al passato. Con la benedizione di Federer, chissà che anche le sfortune siano definitivamente alle spalle. E che, tra qualche anno, di Kokkinakis ci si possa ricordare non solo per un episodio di cui fu protagonista involontario: il “banging gate” dell'agosto 2015....

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