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Thiem già fuori? Ci pensa il suo gemello Novak

A Wimbledon la sorpresa maschile del giorno la firma Dennis Novak, qualificato austriaco n. 171 ATP. Sul Campo 18 supera Lucas Pouille in cinque set, regalando una gioia ai tifosi austriaci dopo la caduta all'esordio del suo migliore amico Dominic Thiem. Sono nati nello stesso comune, a sei giorni di distanza, e si allenano insieme dai tempi della scuola tennis.
Dominic Thiem aveva messo tutti in guardia. “Attenti a Novi, la sua corsa non è ancora finita”, aveva detto martedì dopo la sorprendente eliminazione al primo turno per mano di Marcos Baghdatis (e di un dolore alla schiena, che l’ha costretto al ritiro quando era sotto di due set), spiegando ai cronisti austriaci che c’era ancora un po’ di Austria nel tabellone maschile di Wimbledon. Difficilmente, però, poteva immaginare che il suo migliore amico “Novi”, all’anagrafe Dennis Novak, avrebbe portato la bandiera fino al terzo turno, da qualificato numero 171 del mondo, con tanto di impresa contro la testa di serie n.17 Lucas Pouille. La sorpresa del Day 3 dei Championships è arrivata all’ombra del Centre Court, dal Campo 18: 6-4 6-2 6-7 3-6 6-2 per il 24enne di Wiener Neustadt, dove è nato soli sei giorni prima di Thiem, suo compagno sin dai tempi della scuola tennis. Il cammino di Novak è curioso perché ripercorre la cavalcata riuscita dodici mesi prima a un altro austriaco al tempo sconosciuto al grande tennis, Sebastian Ofner, anche lui compagno d’allenamenti di Thiem e Novak a Vienna sotto la guida di Gunter Bresnik e di Wolfgang Thiem, padre di Dominic. La storia di Ofner, che arrivò al terzo turno battendo anche Jack Sock, aveva fatto rumore perché non aveva mai giocato sull’erba prima di iniziare le qualificazioni, e in Austria si era allenato ricavando un campo da tennis in un campo da calcio. Novak, invece, sui prati ci aveva già giocato una manciata di volte, ma senza particolare successo, e di certo non si è preparato ad hoc, visto che a Roheampton ci è arrivato direttamente dalla Repubblica Ceca, dopo aver giocato un Challenger sulla terra. Ma grazie a quel feeling con l’erba che Thiem ha definito naturale, aggiungendo che il suo amico “ce l’ha sin dai tempi dei tornei juniores”, è riuscito a vincere tre ottime partite, contro Gerasimov, Young e Bachinger. Senza lasciare un set si è regalato il suo secondo Major dopo l’Australian Open, dove a gennaio aveva raccolto le briciole contro Grigor Dimitrov, poi ha vinto il suo primo match Slam battendo il lucky loser Polansky, e quindi ha fatto il botto con Pouille, quarto finalista a Church Road due anni fa e top-10 solo pochi mesi or sono.
“THIEM MI DÀ TANTA SICUREZZA”
Il sogno di Novak si è materializzato in due set ai limiti della perfezione, ma pareva svanito quando ha mancato due match-point nel tie-break del terzo, perso per 10 punti a 8, e poi ha ceduto rapidamente il quarto. Invece, in avvio di quinto ha trovato un break che gli ha ridato forza e fiducia, e dal 2-2 ha vinto quattro game di fila, mostrando che non solo Thiem può farsi vedere negli Slam. “Questa vittoria – ha detto in conferenza stampa – è anche merito di Dominic, che continua sempre a ripetermi che posso giocare bene e posso fare grandi cose. Crede veramente in meno, e questo mi dà sicurezza, mi fa sentire bene. Fin da bambino sognavo di vincere una partita lunga e importante in un torneo del Grande Slam, ma l’emozione va oltre ogni aspettativa. È stato davvero incredibile”. A maggior ragione per uno che ha da poco messo piede fra i primi 200 della classifica ATP, nel circuito maggiore aveva vinto giusto un paio di partite in carriera (nella sua Austria, of course) e solo poche settimane fa si era trovato di nuovo costretto a giocare un paio di Futures in Turchia, lontano da telecamere e attenzioni. Di colpo, invece, è diventato il primo qualificato a centrare quest’anno il terzo turno nel torneo più famoso del mondo. Se ne sono accorti anche i suoi conoscenti, tanto che il suo telefono è letteralmente esploso di messaggi, almeno un centinaio solo su WhatsApp. “Ovviamente c’è gente che non si faceva sentire da una vita ed è ricomparsa tutta d’un tratto, ma risponderò anche a loro”, ha scherzato, prima di volare dritto dal fisioterapista, per rimettere in sesto un fisico provato dal suo primo match di cinque set in carriera. Fra meno di 48 ore dovrà di nuovo essere al top, perché dall’altra parte della rete ci sarà Milos Raonic, uno che all’All England Club è arrivato anche in finale. “Dovrò cercare di fare il possibile sul suo servizio e stare vicino al campo, per muoverlo il più possibile. Gli spostamenti non sono esattamente il suo punto forte”, ha chiuso ridendo, con la sicurezza di chi si è appena intascato 100.000 sterline. Ben oltre il doppio di quanto incassato nell’intero 2017. Il bello di giocare in mezzo ai grandi è anche questo.
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