L'AIUTO DI FEDERER
Kokkinakis ne ha vissute di tutti i colori: nel 2015, ancora teenager, era salito al numero 69 ATP, in linea con i migliori ragazzi della Next Gen: non a caso, la stessa ATP lo aveva spesso utilizzato per clip promozionali sulla neonata iniziativa. Ma poi è successo di tutto: già sofferente alla schiena, è stato bloccato per oltre un anno da un'operazione alla spalla. In tutto il 2016, ha giocato un solo match, alle Olimpiadi. L'anno scorso aveva provato a rientrare in Australia, ma ha potuto giocare soltanto il doppio a Brisbane (peraltro vincendolo). Gli è successo di tutto: problemi addominali e persino all'inguine, dove è stato vittima di un tipico infortunio da calciatore, poiché aveva esagerato durante la preparazione. La voglia di tornare lo aveva beffato. A Brisbane è stato vittima di un altro infortunio muscolare e ha dovuto aspettare fino a maggio, al torneo di Lione, per riprendere l'attività in singolare. Tra quelli che gli sono stati più vicini nei momenti difficili, proprio Roger Federer. Lo svizzero lo aveva già accolto a Dubai durante la preparazione per il 2015, poi si sono ritrovati la scorsa primavera. “Ho cercato di prendere più informazioni possibili da Roger – diceva a suo tempo – ho avuto tanti infortuni, quindi devo gestire con attenzione il mio corpo. E lui è un maestro nel gestire il fisico”. Passare un po' di tempo con Federer è stato fondamentale per un ragazzo che ha vissuto momenti difficili, di profonda frustrazione. È andato vicino alla depressione, poiché non poteva fare quello che ha riempito la sua vita sin da quando aveva 12 anni. Mentre passava ore a guardare lo sport in TV (poco tennis, ma soprattutto basket e arti marziali) e a giocare ai videogiochi, faticava a trovare serenità. “Non pensavo di meritare così tanta sfortuna. Ci sono stati momenti in cui ero veramente giù, ero depresso perché non potevo fare ciò che amo”. Non si è mai arreso, dando sempre la priorità al recupero fisico piuttosto che ad altre attività come lo studio, nonostante i genitori spingessero in questo senso. Vedendolo battere Roger Federer su uno dei campi più importanti del tour, papà Trevor e mamma Voula avranno capito che stavolta aveva ragione lui. E adesso il cielo si è finalmente schiarito.