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Redazione
15 January 2020

Italiani da Slam: le imprese degli azzurri agli Australian Open

Alcune delle partite memorabili dei tennisti azzurri nel primo Slam dell’anno: da Cristiano Caratti a Renzo Furlan passando per Antonella Serra Zanetti, fino ad arrivare alle imprese recenti di Flavio Cipolla, Andreas Seppi e della coppia Fognini-Bolelli


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La Rod Laver Arena - Foto Ray Giubilo

L’Australian Open 2020 è ormai alle porte. Il mondo del tennis si appresta, come da tradizione, a vivere il primo grande appuntamento di una stagione che si preannuncia particolarmente avvincente.

Per quanto riguarda il nostro tennis, occhi puntati su Matteo Berrettini e Fabio Fognini: il primo, chiamato a fare meglio delle due stagioni precedenti che l’hanno visto fermarsi al primo turno, ha deciso di cominciare a Melbourne il suo anno bypassando l’impegno con la nazionale a causa di problemi addominali. Fabio, dopo la nascita della sua secondogenita Farah, ha finito in crescendo l’esperienza in Atp Cup, ben figurando nell’ultimo match disputato contro John Isner. Tanta anche l’attesa per Jannik Sinner, che ha deciso di prepararsi al primo vero major da protagonista andando a giocare tornei di preparazione sia nel circuito Challenger che nell'Atp Tour vero e proprio.

In campo femminile le speranze azzurre sono riposte in Camila Giorgi e Jasmine Paolini, quest’ultima attualmente tra le prime 100 giocatrici del mondo e divenuta, sul finire della stagione precedente, la numero 1 d’Italia.

In attesa di vivere nuove emozioni, riviviamo le grandi imprese tricolori in Australia tramite un excursus che riporta alla mente vittorie e traguardi impossibili da dimenticare.

Cristiano Caratti - Foto Adelchi Fioriti

Nell’anno del primo dei due sigilli di Boris Becker, l’Italia del tennis imparava a conoscere un talento cristallino come Cristiano Caratti. Nato ad Acqui Terme e cresciuto sotto l’ala protettrice di Riccardo Piatti, a poco più di 20 anni il tennista piemontese si rese protagonista di una cavalcata memorabile che lo spinse sino ai quarti di finale. Dotato di un’agilità sopra la media e di uno splendido rovescio ad una mano, “Caratti Kid” riuscì nel 1991 ad inanellare prestazioni sorprendenti: dopo aver superato Glenn Layendecker in 5 set, in ottavi di finale ebbe la meglio dell’olandese Richard Krajicek, che negli anni a seguire si spingerà fino al numero 4 del ranking mondiale. Una battaglia incredibile, culminata con lo score di 6-3 6-4 6-7 3-6 6-4 in favore dell’azzurro che riuscì nell’impresa di riportare un italiano in un quarto di finale Slam: l’ultimo a riuscirci prima di allora fu Corrado Barazzutti nel Roland Garros 1980.

Fu Patrick McEnroe, ovviamente al quinto set, a sbarrare la strada della semifinale a Caratti, che per il resto della sua carriera non riuscì a confermarsi a quei livelli, nonostante un curriculum di tutto rispetto impreziosito dalla finale nell’Atp di Milano e dal best ranking di numero 26 nell’estate del ‘91.

Renzo Furlan - Foto Adelchi Fioriti

Renzo Furlan è dai più conosciuto per essere stato il sesto italiano in ordine di tempo ad abbattere il muro della top 20. Il 15 Aprile del 1996, a seguito di un periodo esaltante che lo aveva visto anche protagonista nella Grand Slam Cup, torneo riservato ai migliori 16 piazzati dei 4 Major, il giocatore di Conegliano agguantò la 19esima posizione del ranking mondiale. Un obiettivo importante per un tennista che nell’84esima edizione degli Australian Open si è concesso il lusso di eliminare l’allora 10 del mondo Goran Ivanisevic. Una partita perfetta, quella di Furlan, che mischiò le carte al gigante croato ottenendo la vittoria più importante della sua carriera: 6-2 3-6 6-4 6-2 il punteggio con il quale Renzo si rese protagonista di uno degli upset più incredibili della storia del tennis italiano.

Il suo cammino venne interrotto negli ottavi di finale dallo svedese Thomas Enqvist, numero 7 del mondo che tre anni dopo raggiunse la quarta posizione del ranking Atp. Oltre alla sorprendente vittoria su Ivanisevic, Furlan può vantare i quarti di finale al Roland Garros e due titoli Atp, oltre alle due finali Davis sfiorate con la maglia azzurra.


Adriana Serra Zanetti stringe la mano a Martina Hingis 

Nel 2002 Adriana Serra Zanetti divenne la prima italiana della storia a raggiungere i quarti di finale negli Australian Open. Un traguardo incredibile, poi emulato da Francesca Schiavone nel 2011 e Sara Errani nel 2012, che fece conoscere il tennis estroso di Adriana: fisico minuto, dritto e rovescio entrambi bimani, un gioco fatto di anticipi costanti che hanno letteralmente infiammato Melbourne Park nell’edizione che vide trionfare, in campo femminile, la statunitense Jennifer Capriati.

In quel caso fu Martina Hingis, poi finalista del torneo, ad interrompere con il punteggio di 6-2 6-3 il sogno della tennista modenese, giunta in Australia con ben poche aspettative da numero 83 del mondo.

Una sconfitta di fatto pronosticabile quella contro la svizzera, ma che non tolse nulla all’incredibile percorso dell’azzurra: nel primo turno Adriana riuscì in un incredibile comeback contro la spagnola Virginia Ruano Pascual, avanti 5-2 al terzo ma costretta a cedere 5 game di fila alla tenace romagnola. Superato l’esordio, Serra Zanetti ebbe la meglio su Amy Frazier e la connazionale Silvia Farina, prima di dominare il match di ottavi contro la slovacca Martina Sucha (6-1 7-5), che aveva da poco alzato al cielo il trofeo di Hobart.

Tra gli altri risultati, Adriana è riuscita a in carriera a raggiungere il best ranking di 38 del mondo l’11 febbraio 2002.


Flavio Cipolla - Foto Ray Giubilo

Flavio Cipolla, un giocatore non tanto ricordato per i risultati (70 il suo best ranking) quanto per la bellezza delle giocate, per le soluzioni mai banali e per un gioco che non poteva non entusiasmare: chop stretti, continue variazioni col rovescio e un tennis fortemente anacronistico facevano del tennista classe ‘83 un “unicum” dell’intero panorama nazionale ed internazionale.

Dotato di baricentro basso e di un grande talento, il tennista romano ha spesso risentito della pesantezza di palla avversaria e di un servizio troppo debole per un tennis che in quegli anni stava andando verso modelli che facevano della potenza la propria prerogativa principale.

Arrivato in Australia da 138 del mondo, dopo aver superato brillantemente le qualificazioni senza perdere un set, “Cipo” venne sorteggiato nel primo turno contro Dmitry Tursunov, bombardiere russo top 30 e testa di serie. “Dalla mia avevo il vantaggio di sentirmi in palla, sentivo di avere le mie chance – ha dichiarato Flavio - ricordo che nei primi momenti della partita, a causa del calore più intenso rispetto ai giorni precedenti, non riuscivo a controllare bene la palla”. Ed infatti il primo parziale fu di matrice russa, con il moscovita che riuscì a scardinare le certezze dell’azzurro portando a casa con il punteggio di 6-4 il primo set.

Calato il sole e aumentata la pressione di Cipolla, Tursunov cominciò a vacillare non riuscendo più ad imprimere la giusta incisività ai suoi colpi. Merito delle variazioni e dell’agonismo dell’italiano, che prima conquista un agile secondo set con lo score di 6-2, per poi uscire vincitore da una battaglia incredibile nel terzo, annullando due set point e chiudendo 9-7 in un tie-break per cuori forti. “Nel quarto la situazione iniziava a farsi complicata perché ero sotto di un break e avevo un inizio di crampi: ho chiamato una o due volte il fisioterapista in campo, ma stavo giocando bene ed ero entrato in una sorta di trance agonistica”. Una trance agonistica che lo porterà a chiudere il quarto e ultimo set con il punteggio di 7-5 “ma non ricordo né il match point né cosa ho pensato”, andando ad ottenere una vittoria memorabile seconda solo a quella ottenuta contro Roddick a Madrid.

Andreas Seppi - Foto Ray Giubilo

6 anni dopo l’epico primo turno di Cipolla, è Andreas Seppi a meritarsi le copertine di tutte le principali testate nazionali ed internazionali. L’altoatesino, allora 46 del mondo, riuscì nella 103esima edizione dello Slam australiano a spingersi fino al quarto turno, traguardo che rimane ad oggi il suo miglior piazzamento in una prova dello Slam.

Nel terzo turno, esattamente il 23 gennaio, sotto il sole cocente della Rod Laver Arena accadde l’inimmaginabile: Andreas riuscì a sorprendere il numero 2 del mondo e 17 volte campione Slam Roger Federer, che lo aveva battuto nei precedenti 10 incontri e che si apprestava a vivere un Australian Open da assoluto protagonista. D’altronde Roger nel primo Major dell’anno aveva raggiunto almeno gli ottavi di finale per ben 13 anni di fila, e nulla lasciava presagire ad un upset da parte del nostro giocatore. Nonostante l’inevitabile differenza che tutt’ora intercorre tra i due tennisti, in quel caso fu l’azzurro ad avere l’inerzia degli scambi, comandando il gioco e cercando di non rimanere passivo. Guidato da coach Sartori, Seppi riuscì a resistere all’inevitabile tentativo di rientro di Federer, che negli ultimi due set cambiò canovaccio tattico cercando più spesso la rete e mostrandosi più aggressivo sia nei colpi che nell’atteggiamento. Tra passanti mozzafiato (tra cui quello del match point) e vincenti incredibili, il tennista di Bolzano firmò una delle pagine recenti più belle del tennis italiano: 6-4 7-6 4-6 7-6 lo score di una partita che rimarrà il punto più alto della sua carriera.

In quell’occasione Seppi divenne il quinto italiano ad aver battuto il campione svizzero, dopo la rinomata impresa di Volandri a Roma e alle datate vittorie di Pozzi, Sanguinetti e Gaudenzi.

Al quarto turno a sbarrargli la strada ci pensò la giovane promessa australiana Nick Kyrgios, che fu costretto ad annullare due match point prima di imporsi 8-6 al quinto in una battaglia di 3 ore e 34 minuti.

Il match point della partita

Fognini e Bolelli - Foto Ray Giubilo

Menzione d’onore per la coppia d’oro del tennis italiano, riuscita nel 2015 a scrivere un pezzo di storia importante dello sport a tinte tricolori. 56 anni dopo l’affermazione di Nicola Pietrangeli e Orlando Sirola su Roy Emerson e Neale Fraser nella finale del Roland Garros 1959, Fognini e Bolelli tornarono a firmare una vittoria Slam riportando l’Italia nell’olimpo del tennis.

Un percorso entusiasmante, culminato con un indicativo 6-4 6-4 sulla coppia francese Herbert-Mahut, entrati in campo coi favori del pronostico: quantomai solidi e concentrati nei momenti importanti, il duo azzurro riuscì a trovare le giuste contromisure al tennis d’attacco dei francesi, spesso infilati da passanti di precisione chirurgica.

69 a 55 il computo totale dei punti messi a referto, una vittoria meritata e frutto di una settimana d’oro che porterà Fabio e Simone, oltre alla storica presenza nel Master di Londra, a scalare il ranking fino ad abbattere il muro della top 10.


Gli highlights della finale

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