19 January 2021

Bautista: "Un carcere col wi-fi", poi si scusa. E Azarenka chiede unità

Le dichiarazioni dello spagnolo fanno il giro del web ma poi ritratta. L'ex numero 1 al mondo Wta chiama a raccolta tutti i suoi colleghi: "Tutto è più facile se siamo uniti"

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Foto Ray Giubilo 

Continuano a piovere critiche sull'organizzazione per permettere lo svolgimento della trasferta australiana. Sono 72 i giocatori in quarantena per aver avuto contatti con positivi: per loro non c'è alcuna deroga per abbandonare la stanza dell'hotel e allenarsi. Tra questi anche lo spagnolo Roberto Bautista-Agut che, nel video diffuso da Sport5, ha parlato senza peli sulla lingua. "Un completo disastro, Tennis Australia non ha nulla da dire su questi protocolli: sono gestiti da persone del governo che non sanno nulla di tennis, non conoscono i tempi di allenamento. Sembra di essere in un carcere ma col wi-fi - tuona - sto cercando di fare attività fisica ma in camera non è la stessa cosa. Mi sento stanco mentalmente, non è facile pensare che dobbiamo essere in questa situazione per altre due settimane".

Dichiarazioni pesanti che hanno immediatamente fatto il giro del web e costretto l'iberico a tornare sui propri passi con alcune scuse pubbliche. "Voglio chiedere perdono a chi si è sentito offeso da quel mio video - pubblica sui social - Era una conversazione privata e fuori dal contesto pubblicata senza il mio consenso. Io e il mio coach stiamo seguendo tutti i protocolli del governo e di Tennis Australia per evitare rischi. Sono tempi difficili per gli atleti e per tutta la società in generale".

Foto Ray Giubilo

Di tutt'altro tenore il messaggio lanciato da Vika Azarenka. La bielorussa era passeggera del volo 'incriminato' di Los Angeles ed è pertanto sottoposta al regime più severo di restrizioni. Nonostante ciò, la numero 1 al mondo invita alla calma e alla cooperazione con una lettera ai colleghi scontenti. "Molti di noi non vedono l'ora di terminare questa situazione in cui ci troviamo, me stessa compresa - spiega - ritrovarsi in una quarantena severa di 14 giorni è difficile da digerire per il lavoro fatto in vista dello Slam. Capisco il sentimento di frustrazione e ingiustizia. Stiamo attraversando una pandemia globale e nessuno ha un chiaro modo di operare per evitare malfunzionamenti". Poi l'appello ai colleghi chiedendo "cooperazione ed empatia per la comunità locale che ha moltissime restrizioni senza avere scelta" e l'invito a "sostenerci l'un l'altro", ai media "di tenere a mente l'impatto che possono avere", manifestando vicinanza "a tutte le persone che hanno perso i propri cari" con una bella chiosa finale: "Le situazioni sono sempre più facili quando si affrontano in un ambiente con compassione e unità".

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