Marco Caldara
20 March 2018

Tennis allo Stadium: non era una follia!

Con una conferenza stampa, e la posa simbolica della prima pietra nel nuovo impianto, IMG ha svelato i dettagli che hanno portato al trasloco del Miami Open all'Hard Rock Stadium, casa del torneo dal 2019. "Ho pensato che fosse impossibile, ma Stephen Ross è un visionario", ha detto Serena Williams. Il torneo perderà il fascino di Key Biscayne, ma per il resto ha solo da guadagnare.
La domenica di Pasqua non terminerà solamente l’edizione 2018 del Miami Open, ma si concluderà la storia del torneo nella baia di Key Biscayne. Dopo una prima edizione a Delray Beach (1985) e una seconda a Boca West, i campi di Crandon Park sono stati la casa del torneo negli ultimi 31 anni, ma fra una dozzina di giorni dovranno dirgli addio, dopo che negli anni erano diventati una location sempre meno adatta. IMG, proprietaria dell’evento, non ha avuto la possibilità di investire sull’impianto a causa di vincoli architettonici e paesaggistici, e quindi, per ridare linfa a un appuntamento che negli anni ha perso buona parte del suo appeal, si è trovata costretta a cambiare sede. Come è stato ufficializzato da circa tre mesi, dal 2018 il torneo si giocherà all’Hard Rock Stadium, casa dei Miami Dolphins di football americano, dove ieri si è tenuta una conferenza stampa con il nuovo direttore del torneo James Blake, Serena Williams, il proprietario della squadra di NFL Stephen Ross e il co-presidente di IMG, Mark Shapiro. “Quando ho saputo dell’intenzione di spostare il torneo qui – ha detto Serena, attesa all’esordio nel torneo dalla campionessa di Indian Wells Naomi Osaka – ho pensato che Stephen fosse completamente pazzo. Mi sono chiesta: come può funzionare un’idea così? Come può pensare di realizzare tutto il necessario, a partire dal numero di campi? Ma Steve è un visionario. Ha sempre un piano e trova sempre una soluzione. Ho visto il progetto di come dovrebbe diventare l’impianto, ed è davvero davvero bello”. Anche IMG, inizialmente, ha pensato che il progetto fosse una follia, ma Ross è presto riuscito a convincerli. “Sono cresciuto a Miami – ha raccontato prima della posa simbolica della prima pietra nello Stadio che ospiterà il Campo Centrale – e appena ho letto della possibilità che il torneo lasciasse Key Biscayne, ho subito contattato Mark, spiegandogli che avevo io la location ideale. Abbiamo un grande capitale da investire, e credo che verrà fuori un impianto come nessun altro”.
MENO FASCINO, MOLTE PIÙ POSSIBILITÀ
La proposta di Ross ha fatto contenta IMG, intenzionata nonostante le varie candidature a tenere il torneo nel Sud della Florida. Gli è andata di lusso, visto che migreranno di appena 18 miglia. “Ross è un titano nel mondo dell’industria, un innovatore e un visionario – ha detto Shapiro –, che insieme a Tom Garfinkel (presidente dei Dolphins, ndr) compone una coppia di grandissimi operatori nel mondo dello sport. Combinando col loro gruppo il nostro team di lavoro che da anni si occupa del torneo, per il Miami Open non potrà che essere una nuova luce, una nuova vita. Vogliamo cambiare tutto, per creare un evento che non comprenda solo il tennis, ma anche la musica, l’arte, la cultura, la cucina e tutto ciò che può diventare interessante per attirare le famiglie. In più, ovviamente, ogni aspetto del torneo sarà migliorato, per i tifosi, i giocatori, i media, gli sponsor e tutto ciò che ruota intorno a un evento così. Cose che avremmo voluto fare anche a Key Biscayne, ma non ne abbiamo avuto la possibilità”. Sempre Shapiro ha parlato di “luxury experience”, e l’intenzione è chiara: sfruttare la nuova location per tornare a godere del glamour di Miami, e riprendersi un po’ della fama volata nel deserto di Indian Wells. All’Hard Rock Stadium i lavori sono iniziati il mese scorso e – come vi abbiamo già raccontatoil progetto comprende la costruzione ex novo di un totale di 29 campi permanenti, ai quali si aggiungerà il Centrale ricavato all’interno dello stadio da football. Si tratterà di un unicum per un torneo, non per il tennis, che negli stadi di calcio ci è già stato più di una volta per la Coppa Davis, comprese tre delle ultime sette finali. La nuova collocazione non avrà il fascino di Key Biscayne, ma sarà certamente più adatta alle esigenze logistiche di un torneo così. I campi passeranno da 21 a 30, con l’aggiunta di 9 campi d’allenamento in più. I campi con l’illuminazione necessaria per la sessione serale diventeranno 20 (contro gli appena 6 attuali), e saranno di più sia i posti a sedere complessivi (da 25.062 a 32.474) sia quelli in tutti i campi principali, Centrale compreso (da 13.300 a 13.800). In più, la zona dedicata ai giocatori triplicherà, con più spazio per players lounge, palestra, ristoranti, e aree relax. Una lunga serie di migliorie pronta a riportare in auge il torneo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA