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Riccardo Bisti
03 December 2016

Storico: il Pakistan torna nella geografia del tennis

A 12 anni dall'ultima volta, il Pakistan tornerà a ospitare un match di Coppa Davis sul suo territorio. Gli attentati e le tensioni di matrice anti-islamica avevano acceso la paura in tutto il paese. Adesso la situazione è sotto controllo e l'ITF ha dato il via libera: “Accoglieremo gli ospiti come se arrivasse un capo di stato”. A febbraio arriva l'Iran.

In tempi di tensioni e paure, questa notizia riempie di gioia. A quasi 12 anni dall'ultima volta, il Pakistan tornerà a ospitare un match di Coppa Davis nel proprio territorio. La notizia è stata accolta con gioia dai dirigenti della federtennis locale, che in questi anni hanno vissuto un piccolo dramma. L'appuntamento è per il weekend del 3-5 febbraio 2017: i pakistani sfideranno l'Iran nel primo turno del Gruppo 2, Zona Asia-Oceania (l'equivalente della Serie C). Ma andiamo con ordine: l'ultimo match casalingo risaliva all'aprile-maggio 2005, quando Qureshi e compagni batterono Taiwan (nella foto in home page). Da allora, una serie di attentati e situazioni pericolose hanno allontanato lo sport dal paese. Dopo i fatti dell'11 settembre 2001, il Pakistan è diventato un paese a rischio. L'episodio più grave risale al 2009, quando un gruppo di militanti ha aggredito la squadra di cricket dello Sri Lanka, a Lahore. Da allora persino il cricket, lo sport nazionale, non ha avuto eventi prima che nel 2015 ospitassero lo Zimbabwe. Dilawar Abbas, numero 1 della federtennis pakistana (nonché vicepresidente di quella asiatica) ha detto di aver combattuto per anni affinché l'ITF revocasse il divieto. “Adesso il paese è completamente sicuro. Garantiremo la massima sicurezza e non ci sarà nulla da preoccuparsi”. Sulla stessa lunghezza d'onda il segretario Khalid Rehmani. “La sicurezza è nettamente migliorata: quest'anno il Pakistan ha ospitato tre incontri di squash e la situazione è sotto controllo. Le squadre ospiti? Adotteremo misure di sicurezza siano paragonabili a quelle per la visita di un presidente straniero”

QURESHI REALIZZA IL SUO SOGNO 
La decisione è arrivata il 26 novembre, quando i vertici ITF si sono riuniti a Londra. Il match si giocherà presso il PTF Tennis Complex di Islamabad: al di là del valore tecnico, decisamente modesto, quello simbolico è enorme. Il Pakistan ha un solo giocatore nel ranking ATP di singolare (Abid Ali Khan Akbar, numero 1492 ATP), mentre l'Iran ne ha tre (tutti oltre la 1.300esima posizione). Il giocatore più popolare è indubbiamente Aisam-Ul-Haq Qureshi, 40esimo nel ranking di doppio ma con un passato da numero 8 e undici titoli in carriera, tra cui due Masters 1000 (Parigi Bercy 2011 e Miami 2013). Molto attivo in ambito sociale, qualche anno fa aveva lanciato il “doppio della pace” insieme all'indiano Rohan Bopanna. Oggi ha 36 anni e tra i suoi sogni c'era la possibilità di tornare a giocare nel suo paese: gli è andata bene. Una bella soddisfazione dopo tante delusioni. Come quando la sua federazione gli consigliò di smettere di giocare in coppia con l'israeliano Amir Hadad, oppure quando non riuscì a portare il “doppio della pace” a giocare un'esibizione con un campo per metà in India e metà in Pakistan. Senza dimenticare la sconfitta a tavolino contro la Nuova Zelanda, nel 2013, quando il campo allestito in Sri Lanka era stato ritenuto inagibile. Stavolta si godrà una vittoria: non giocherà nel suo amato Defence Club di Lahore, ma dovrà "accontentarsi" Islamabad. Diremmo che non è il caso di lamentarsi.


 

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