NATALE A HONG KONG
Niente di tutto questo: è salito in aereo per giocare un altro Futures, a Hong Kong. È la prima testa di serie ed esordirà contro il francese Evan Furness. Sembra una follia, qualcosa di patologico. “Credo che il mio modo di interpretare il tennis sia diverso da quello degli altri giocatori – dice Oliveira – il mio principio è giocare tornei e allo stesso tempo allenarmi. Per questo ci sono settimane in cui sono un po' più stanco”. Al di là dei successi, impressiona che non abbia avuto infortuni, almeno nel 2017. “Per fortuna, i vari acciacchi che mi sono capitati erano di lieve entità e sono riuscito e recuperare in breve tempo”. Con una classifica che gli consentirà di giocare esclusivamente i Challenger, dovrà imparare a gestire le energie: non è possibile giocare così tanto senza pagarne le conseguenze. La sua resta una storia affascinante, fatta di mille sacrifici in compagnia di papà Abilio, ex giocatore che lo accompagna passo passo e ne fa le veci in qualsiasi ruolo, dal coach fino all'autista, passando per psicologo, motivatore e fisioterapista. Un duo un po' sgangherato che però, quest'anno, si è preso il lasciapassare per i tornei del Grande Slam, anche se soltanto nelle qualificazioni. C'è da credere che dopo le vacanze lo vedremo volare in Australia per provarle tutte. Sarà comunque un viaggio più breve, visto che partirà da Hong Kong. Già, perché Oliveira risulta iscritto anche all'unico torneo in programma dal 25 al 31 dicembre. Sarà il 48esimo della sua stagione. Per alcuni è un pazzo, per altri è un eroe. Intanto, chissà, i suoi numeri potrebbero incuriosire il Guinness dei Primati...