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Riccardo Bisti
04 October 2018

“Federer piccolo uomo? La penso ancora così"

Nonostante il riavvicinamento con il figlio durante la Laver Cup, il padre di Novak Djokovic non ha cambiato idea su Roger Federer. Non gli ha ancora perdonato un episodio nel 2006, quando accusò il figlio di aver simulato un infortunio. “Però è bello quando si riconosce un errore”.

Il tempo può ricucire gli strappi, ma non eliminarli del tutto. La recente Laver Cup ha segnato il momento di maggiore vicinanza tra Roger Federer e Novak Djokovic, grandi rivali sia dentro che fuori dal campo. Pur essendo persone educate e intelligenti, è chiaro che non si siano mai troppo amati. La tensione a inizio weekend era evidente, salvo poi sciogliersi giorno dopo giorno. Tuttavia, quello tra lo svizzero e il serbo non sarà mai un rapporto – quasi amichevole – come quello tra Federer e Nadal. Se Chicago aveva smorzato le tensioni, ci ha pensato Srdjan Djokovic a gettare benzina sul fuoco. Intervistato dal magazine serbo “Mondo”, il padre di Novak ha confermato di non aver peli sulla lingua. Ogni volta che Djokovic senior apre bocca, fornisce lo spunto per un titolo di giornale. Già lo scorso febbraio, quando c'erano tante nubi sul futuro del figlio, aveva rilasciato un'intervista in cui raccontava una serie di aneddoti, mentre stavolta se l'è presa con Federer. La tensione tra lo svizzero e i Djokovic risale a un vecchio match di Coppa Davis, in cui Federer manifestò forti perplessità sulla natura degli infortuni di Djokovic. Disse chiaramente di non crederci. Qualche tempo dopo, a Monte Carlo, infastidito dagli incitamenti del clan Djokovic durante una partita, esclamò un seccato “shut up!” all'indirizzo del box serbo. “Durante la partita a Ginevra, nel 2006, Novak ha avuto un problema con la respirazione, era anche allergico al glutine. Non riusciva a sostenere gli scambi troppo lunghi, dunque chiese un medical time out. Federer si arrabbiò molto, dicendo che non aveva bisogno di aiuto. All'epoca dissi che Federer è un grande campione, probabilmente il più grande della storia, ma un ometto. La penso ancora così”. Srdjan, insomma, non si è fatto condizionare dalle immagini provenienti da Chicago. “Federer gli ha fatto da allenatore alla Laver Cup, gli ha detto come colpire dritto e rovescio – ha detto con un sorriso – ma è bello quando si riconosce un errore, nessuno è senza peccato”.

CACCIA A ROGER PER IL N.1 ATP DI FINE ANNO
Il padre di Djokovic ha poi parlato di altri argomenti: sul futuro del figlio, ha detto che dopo il ritiro tornerà a vivere in Serbia, occupandosi della popolazione, ma che non dovrebbe avere un ruolo in politica. A proposito di futuro, la Serbia del tennis spera di aver trovato una campionessa di in Olga Danilovic, figlia del mitico cestista Predrag. “Soltanto una persona è venuta a chiedermi consigli su come fare per provare a costruire un campione: Predrag Danilovic. Lui e sua moglie mi sono venuti a trovare e abbiamo parlato per diverse ore. Pur essendo una star del basket mi ha chiesto consigli, perché è fuori da questo sport. Proprio come avevo fatto io, a suo tempo, con Niki Pilic”. In vena di raccontare retroscena, Srdjan ha anche svelato che il figlio aveva ricevuto un'offerta per giocare con la Gran Bretagna. Pensate al team che avrebbe potuto mettere in piedi con Andy Murray... “Novak aveva 17 anni ma non è stato difficile rinunciare: come puoi vendere la tua anima per soldi? Per essere inglese? Come avrebbe potuto andare da suo padre e dire 'sono inglese'? Siamo serbi e resteremo serbi fino alla fine”. Da parte sua, Djokovic è più che mai concentrato sulla stagione: nei prossimi giorni giocherà il Masters 1000 di Shanghai, grande occasione per avvicinarsi al numero 1 ATP. In base ai risultati in Cina, deciderà se giocare un altro torneo prima di Parigi Bercy (è fortemente indiziato l'Erste Bank Open di Vienna). In palio, la possibilità di chiudere la stagione al numero 1 ATP per la quinta volta in carriera dopo il 2011, 2012, 2014 e 2015. Chi dovesse spuntarla tra lui e Nadal eguaglierebbe Roger Federer e Jimmy Connors, mentre in vetta a questa speciale classifica rimane Pete Sampras, numero 1 di fine anno per ben 6 stagioni, addirittura consecutive, tra il 1993 e il 1998.

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