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Sospetto match-fixing anche a Wimbledon!

Lo spettro della corruzione si spinge fino al torneo più importante del mondo. Pinnacle Sport ha segnalato alle autorità il match di doppio con in campo Sousa-Mayer contro Marrero-Verdasco, vinto dai primi. È la seconda volta che il nome di Marrero viene associato a qualche sospetto. Due anni fa, tuttavia, fu totalmente scagionato.

Due anni e mezzo dopo, il nome di David Marrero torna d'attualità per ragioni extra-tennistiche. Il doppista spagnolo (che nel 2013 ha vinto il Masters di specialità insieme a Fernando Verdasco) era in campo nel match che l'agenzia di betting Pinnacle ha individuato come “sospetto” a causa di un flusso anomalo di scommesse. I primi a darne notizia sono stati gli australiani di ABC, senza però menzionare il match incriminato. Qualche ora dopo, citando fonti interne di Pinnacle, il New York Times ha fatto il nome della partita: primo turno di Wimbledon, doppio maschile: da una parte Joao Sousa e Leonardo Mayer, dall'altra Fernando Verdasco e David Marrero. Per la cronaca, hanno vinto i primi col punteggio di 7-6 6-4 6-7 6-1. A effettuare la segnalazione alle autorità è stato il noto bookmaker Pinnacle, che nel suo organico ha un addetto all'integrità, Sam Gomersall. Interpellato da ABC, ha detto che sono state individuate una serie di scommesse provenienti da conti già legati a partite sospette. Tutte le giocate sono arrivate nell'ora immediatamente precedente alla partita. “Abbiamo seguito il nostro rigido protocollo, segnalando tutto alle autorità e riducendo immediatamente la nostra offerta di mercato” ha detto Gomersall. Inizialmente Mayer e Sousa erano considerati sfavoriti, salvo poi passare favoriti per una serie di giocate a loro favore, prima leggera e poi via via più forte. Negli ultimi minuti prima del match, il volume di giocate a loro favore ha fatto crescere le probabilità di vittoria dal 56,5% al 69% (mentre la quota iniziale concedeva loro il 37% di chance). Nessuno dei giocatori ha rilasciato dichiarazioni: sembra che un'altra agenzia abbia segnalato il match alle autorità, mentre le agenzie dell'est europeo non avrebbero avuto rilevato attività sospette. Come sempre, la Tennis integrity Unit non ha rilasciato dichiarazioni in merito. “Siamo più trasparenti perché pubblichiamo con cadenza trimestrale i dati delle partite sospette, ma questo è bilanciato dalla necessità di riservatezza operativa” hanno fatto sapere tramite un portavoce.

MARRERO E L'ASSOLUZIONE DI DUE ANNI FA
Tra gli investigatori TIU c'è Mark Philips, il quale non si è detto sorpreso della segnalazione: i protagonisti del match in questione avrebbero una “lunga storia” di coinvolgimento in partite sospette. A suo dire, e a differenza del report del pannello indipendente pubblicato qualche mese fa, la corruzione può arrivare anche a livelli più alti. Come è noto, le ultime squalifiche riguardano gli argentini Nicolas Kicker e Federico Coria: quest'ultimo se l'è cavata con otto mesi (di cui sei sospesi), mentre il primo ha avuto una stangata: sei anni (di cui tre sospesi). L'ultimo caso, invece, ha colpito l'egiziano Karim Hossam. Ritenuto colpevole di 16 episodi di corruzione tra il 2013 e il 2017, è stato squalificato a vita. Detto che il reato di match-fixing (e tutto ciò che gli ruota intorno) è uno degli aspetti più odiosi del tennis, è altrettanto onesto segnalare che un flusso anomalo di scommesse non può essere in nessun modo prova di combine o corruzione. Può essere un indizio, una base per iniziare le indagini. Il match in questione è l'unico finito sotto l'occhio dei riflettori tra Roland Garros e Wimbledon, ma incuriosisce per la presenza di David Marrero: lo spagnolo era già stato sospettato nel gennaio 2016, quando perse al primo turno del doppio misto dell'Australian Open insieme a Lara Arruabarrena contro Kubot-Hlavackova. Partì un'indagine che si risolse con un nulla di fatto. In assenza di prove su qualsiasi attività di corruzione, non fu intrapresa nessuna azione contro i giocatori coinvolti. Intervistato a suo tempo, Marrero disse che la TIU aveva esaminato il suo telefono, così come quello degli altri tre giocatori, rispettando l'intera procedura. Adesso il suo nome torna alla ribalta, anche se non esistono prove ma soltanto un flusso anomalo di scommesse. Se da un lato la riservatezza della Tennis Integrity Unit può sembrare eccessiva, è vero che diffondere troppe notizie potrebbe essere troppo penalizzante per giocatori che poi risultano innocenti.

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