Riccardo Bisti
27 October 2018

Sloane dall'inferno al paradiso

La seconda semifinale del Masters sembrava un incubo per Sloane Stephens: in netto svantaggio, sale sull'ultimo treno disponibile e riesce a vincere. Karolina Pliskova va KO alla distanza. “Vincere il primo game dopo aver perso i primi otto mi ha dato una scossa”. Comunque vada, nel 2018 ha dimostrato di poter essere una top-player.

Sotto 6-0 2-0, col rischio di finire sotto 3-0, Sloane Stephens ha rimesso in piedi la seconda semifinale delle WTA Finals e l'ha chiusa in scioltezza, imponendosi su Karolina Pliskova col punteggio di 0-6 6-4 6-1. “All'inizio ero un po' nervosa, non sentivo la palla – ha detto l'americana – sapevo che giocare contro la Pliskova sarebbe stata dura. Per fortuna ho avuto una scarica di adrenalina dopo aver vinto un game: a quel punto ho pensato di poterne vincere due, tre... e poi ho iniziato a sentire la palla molto meglio”. Sarà una finale inedita per un Masters equilibrato, ma mediocre sul piano tecnico. Finale giusta, perché ci arrivano le due giocatrici ancora imbattute. In realtà, la seconda semifinale è stata quasi surreale. La Stephens non trovava risposte contro l'aggressività della ceca, soprattutto nei colpi di inizio gioco. Fino al 6-0 2-0 non c'è stata partita, poi l'americana – più che cambiare strategia – ha migliorato il suo rendimento: ha aumentato in modo cruciale la percentuale di prime di servizio e ha trovato una certa aggressività. C'è stato equilibrio soltanto nel cuore del secondo set, poi è stata la Stephens a estrarre la carta vincente dal mazzo. Dopo uno scambio di break in avvio di terzo, ha vinto cinque giochi di fila e ha raggiunto la sua prima finale in questo torneo.

L'AIUTO DELLA PLISKOVA
“Credo che domani sarà una grande partita – ha detto Sloane – però quello che è successo in passato non conta”. L'allusione è ai precedenti, che raccontano un 2-1 a suo favore, con entrambi i successi arrivati sul cemento. “Però quella di Singapore è una superficie completamente diversa” ha detto la Stephens, con una certa prudenza. Ci sta, anche perché quella di sabato non è stata la sua migliore partita: da una parte ha avuto un saldo negativo tra colpi vincenti ed errori (18 a 31, con saldo di -13), ma soprattutto ha usufruito del pessimo rendimento al servizio della Pliskova: solitamente la ceca chiede molto a questo fondamentale, invece ha tirato solo un ace e ha avuto un mediocre 45% di realizzazione. Comunque vada la finale, il 2018 ha dimostrato a Sloane Stephens di non essere una “One Hit Wonder” come molti avevano pensato ai tempi della sua vittoria allo Us Open. “Credo che lo stop di 11 mesi tra il 2016 e il 2017 abbia cambiato la mia vita e la mia carriera – ha detto – credo che nessuno possa dire che io abbia avuto una brutta stagione”. Nessuno può dirlo, ma chiuderla con la vittoria a Singapore avrebbe un altro sapore. E poi il Masters porta bene: lo scorso anno vinse Caroline Wozniacki, che tre mesi dopo avrebbe vinto l'Australian Open.

WTA FINALS SINGAPORE – Semifinali
Sloane Stephens (USA) b. Karolina Pliskova (CZE) 0-6 6-4 6-1

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