Madrid è di Zverev... tra gli sbadigli

Una prestazione di qualità consente ad Alexander Zverev di vincere il suo terzo Masters 1000. Un break per set mette in un angolo Dominic Thiem. “Le condizioni mi hanno dato una mano, ma la stagione su terra mi sta dando molto. Voglio continuare così”. Però non è stata una bella finale...

Chi cercava un anti-Nadal non ha trovato particolari risposte dal Mutua Madrid Open. Presso la futuribile Caja Magica si è imposto Alexander Zverev in una finale banalotta contro Dominic Thiem, 6-4 6-4 in appena 79 minuti. L'austriaco aveva battuto Nadal nei quarti in una partita piena di asterischi, mentre il tedesco si conferma ultra-competitivo sulla breve distanza, anche nei tornei più importanti (è il suo terzo Masters 1000 dopo Roma e Montreal, entrambi l'anno scorso), però la distanza negli Slam è ancora siderale. E così Rafa può preparare con tranquillità l'assalto agli Internazionali BNL d'Italia (dove non vince da ben cinque anni) mentre Sascha si gode un titolo che – perlomeno – ne certifica il ruolo di terza forza nel tennis attuale. Gli altri possono metterlo in difficoltà nel singolo match, ma il tedesco ha ciò che manca alla concorrenza: la continuità. Prima di Madrid aveva vinto a Monaco di Baviera. In meno di due settimane, ha raccolto 18 set consecutivi e diventa il quinto giocatore in attività ad aver vinto almeno tre Masters 1000. Gli altri sono ancora lontanucci, ma l'età è della sua parte. “Sono davvero contento di come ho giocato – ha detto Zverev – finora il 2018 mi sta dando belle soddisfazioni sulla terra battuta, spero di proseguire a Roma. Ovviamente l'altitudine ha dato una mano al mio servizio e al mio tipo di tennis, forse più aggressivo degli altri. Ma mi sento bene, a mio agio”.

THIEM: "HO RISPOSTO MALE"
Sascha non ha avuto bisogno di particolari squilli: se nella parte alta c'è stata qualche eliminazione di troppo, lui ha passeggiato contro Donskoy, Mayer, Isner e Shapovalov nella strada verso la finale. Non un percorso da Masters 1000, ma non è colpa sua se gli altri non c'erano o si sono autoeliminati. Zverev ha gestito alla perfezione lo status di favorito, approcciando nel migliore dei modi la finale contro il suo amico Dominic Thiem (lo scorso anno, i due avevano addirittura posato insieme per un servizio fotografico su Vogue Magazine). L'austriaco è partito contratto, con qualche errore di troppo che gli è costato il break già nel primo game (sigillato da un doppio fallo). Se contro Nadal aveva potuto manovrare lo scambio, Zverev gli ha impedito di prendere in mano il gioco. Lo ha tenuto a distanza dalla linea di fondo. La colpa di Thiem è stata l'incapacità di trovare soluzioni alternative. Un altro break in avvio di secondo ha disegnato una partita a senso unico, in cui i 21 errori gratuiti dell'austriaco hanno pesato almeno quanto i 15 vincenti del tedesco. Nell'ultimo game, il tedesco si è concesso addirittura un serve and volley da urlo, chiuso da una morbida demi volèe. E pensare che Thiem aveva vinto 4 dei 5 scontri diretti, compresi i tre giocati sulla terra. Zverev ha imparato la lezione e porta a casa un assegno di oltre un milione di euro, mentre Thiem (già finalista l'anno scorso) si deve accontentare della metà. “Penso che sia stata una partita normale per entrambi – ha detto lo sconfitto – il mio problema? Non ho mantenuto il livello espresso nei quarti contro Nadal e in semifinale contro Anderson. Ho incassato un break in avvio di entrambi i set: una partenza così negativa si paga. In generale, non ho giocato bene a sufficienza. Sascha non ha servito meglio di quanto abbia fatto Anderson in semifinale. Potevo rispondere, ma non l'ho fatto oppure gli ho reso la vita troppo facile. Ha sempre potuto prendere l'iniziativa”.

15 CHILI DI MUSCOLI
Le parole dall'austriaco alimentano la convinzione che a Parigi potrebbe essere un'altra storia. Reduce da un infortunio che lo ha bloccato in fase di rifinitura, aveva giocato male a Monte Carlo e Barcellona. “Ma qui ho ritrovato la fiducia, al di là della sconfitta in finale. Rimane una buona settimana, anche se oggi ho giocato male. Non c'è ragione di essere preoccupato, imparerò dalla prestazione di oggi. Spero di avere altre chance per vincere un Masters 1000”. Nel frattempo Zverev si gode numeri importanti, soprattutto al servizio. Ha incassato un break in tutta la settimana “E non ho concesso nulla a Dominic, che è uno dei migliori ribattitori del circuito”. Il problema, per Sascha e per tutti gli altri, rimane Rafael Nadal. È il primo a riconoscerlo: “Rafa sarà sempre il favorito in qualsiasi torneo sulla terra battuta, non importa il contesto. Sarà l'uomo da battere, come ogni anno. Il modo in cui ho vinto questo torneo è fantastico, però credo che ci siano ancora due giocatori davanti a tutti”. Il sistema per ridurre il gap? Facile: lavorare sul fisico. In tempi non sospetti aveva scelto Jez Green, ex preparatore atletico di Murray. “Ho messo su 15 chili di massa muscolare negli ultimi due anni. Ci ho lavorato molto, ma continuo a farlo”. Dall'alto dei suoi (quasi) 2 metri, e già dotato di una notevole mobilità, una cilindrata importante potrebbe essere l'ultimo step per agguantare chi gli sta davanti. Ma forse ci vorrà ancora un po' di tempo.

MUTUA MADRID OPEN – Finale
Alexander Zverev (GER) b. Dominic Thiem (AUT) 6-4 6-4

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