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Riccardo Bisti
11 October 2018

Shanghai vuole un tabellone a 96 giocatori

Le grandi ambizioni del Rolex Shanghai Masters: è il "1000" con meno pubblico, ma allo stesso tempo il più ricco e quello con i margini di crescita più importanti. Per questo, il direttore del torneo Michael Luevano è convinto di ottenere un upgrade a 96 giocatori a 12 giorni di gara. “È un sogno che presto diventerà realtà”.

In Italia non abbiamo una percezione del tutto corretta sul Masters 1000 di Shanghai, anzi, “Rolex Shanghai Masters”. Gli orari scomodi e la scarsa tradizione, oltre all'assenza di grandi risultati dei tennisti italiani, fanno sì che non sia particolarmente seguito. Eppure si tratta di un grande evento, molto considerato dall'ATP e dagli stessi giocatori. Per intenderci, ha vinto per cinque anni consecutivi l'Award come miglior Masters 1000, dal 2009 al 2013. Soltanto l'impressionante crescita di Indian Wells gli ha tolto il primato. Anche il pubblico, piano piano, sta iniziando ad affezionarsi al tennis e ai suoi protagonisti. I numeri dicono che è uno dei Masters 1000 meno seguiti, ma quest'anno – ancora prima del kick off delle qualificazioni – migliaia di appassionati si sono recati al Qizhong Tennis Center, nella parte occidentale di Shanghai, per seguire gli allenamenti di Federer e Djokovic. E poi, anche se lentamente, i tennisti cinesi iniziano a crescere anche nel settore maschile. Yibing Wu ha passato un turno e poi giocato un'ottima partita contro Kei Nishikori. “Anno dopo anno, abbiamo l'obbligo di crescere e migliorare la qualità del torneo e l'esperienza degli spettatori - ha detto il direttore del torneo Michael Luevano – c'è una nuova generazione di stelle che sta per emergere, ed è nostra responsabilità fare sì che il pubblico cinese se ne innamori”.

AMBIZIONI DA MINI SLAM
La congiuntura favorevole ha spinto gli organizzatori a cercare di fare un passo in più: d'altra parte, il Paese ospita già quattro tornei ATP e ben sette tornei WTA. Dall'anno prossimo, anche le WTA Finals si giocheranno in Cina, a Shenzhen. Vogliamo creare un torneo ancora più grande, con 96 partecipanti, e allungarlo a 12 giorni – dice sicuro Luevano – è qualcosa su cui sono concentrato ed è un sogno che presto si realizzerà”. In questo momento, soltanto Indian Wells e Miami possono vantare così tanto spazio in calendario. Il sogno di avere un “Mini Slam” accomuna anche altri tornei, tra cui gli Internazionali BNL d'Italia, ma la sicurezza di Luevano sorprende. D'altra parte, Shanghai ha una grande forza: nonostante sia il più giovane tra i Masters 1000 (è nato soltanto nel 2009), è quello con il montepremi più ricco, con oltre 9 milioni di dollari. Supera persino Indian Wells e Miami. E poi ci sono margini di miglioramento importanti: per esempio, c'è il progetto di dotare il secondo campo di un tetto retrattile e diversificare l'esperienza del pubblico. Inoltre, gli organizzatori stanno cercando soluzioni per migliore l'affluenza, soprattutto nei giorni feriali. “La presenza del pubblico è una priorità per noi, ma non esiste una bacchetta magica per migliorare i numeri – ha detto Luevano – va detto che il torneo è ancora piuttosto giovane: abbiamo bisogno di costruire la nostra base di pubblico e ci vuole tempo per realizzare l'obiettivo”.

APPREZZAMENTO DI GIOCATORI E SPONSOR
Lo scorso anno, 124.000 spettatori hanno seguito dal vivo il Rolex Shanghai Masters, dato inferiore persino a Monte Carlo, di gran lunga il più piccolo dei Masters 1000. Il record di pubblico risale al 2014, con 152.000 presenze. Secondo Luevano, la crescita dei giocatori cinesi potrebbe aumentare l'interesse del pubblico fino a poter rivaleggiare con Indian Wells: come è noto, il torneo di Larry Ellison supera le 400.000 unità. Ad ogni modo, i giocatori si trovano bene a Shanghai: quasi scontato l'apprezzamento di Kei Nishikori, che vorrebbe giocare un torneo ancora più grande e redditizio a due passi dal suo Giappone. “Lo vedo più grande, sì – ha detto il leader del tennis asiatico – penso che tutti i giocatori apprezzino Shanghai e le sue strutture. I servizi per i giocatori sono tra i migliori nel tour. Credo che tutti apprezzerebbero una crescita”. Oltre ai tanti fattori positivi, tuttavia, c'è un ostacolo non trascurabile: la durezza del calendario. “In effetti, in questo periodo dell'anno molti giocatori sono stanchi e infortunati. Ma per me resta un torneo importante, soprattutto essendo asiatico”. A quanto pare, la pensano così anche gli sponsor: da quest'anno, un'azienda importante come JP Morgan, storico top sponsor dello Us Open (sin dal 1982) si è voluta legare al torneo di Shanghai. Non sono dettagli.

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